“No grazie, le maglie non le voglio”. Il messaggio di Tadej Pogacar è apparso piuttosto chiaro. Niente maglie per il momento, la voglia di risparmiare energie fisiche e nervose fin vista della fase cruciale del Tour. Ma la Visma e il suo principale avversario Jonas Vingegaard avevano un’idea completamente diversa.
Lo sgarbo della Visma e di Vingegaard
Pogacar cerca di cedere le maglie, la Visma vuole fargliele tenere. Le montagne non sono ancora iniziate ma il Tour è più acceso che mai. E forse il mezzo disastro di Vingegaard nella prova a cronometro ha acceso la miccia anche prima del previsto. La UAE ieri ha deciso di prendersi un “giorno di festa”, niente menate in testa al gruppo e chiara intenzione di lasciare la maglia gialla a Van der Poel, quella verde a Jonathan Milan mentre quella a pois tocca proprio all’emiratino Wellens. Ma la Visma ha fiutato la possibilità di fare un piccolo sgarbo ai rivali e nella parte finale della tappa ha cominciato un gran force per costringere Pogacar a rimanere in giallo. Sembra paradossale ma è così.
Le parole al veleno di Tadej
Dopo l’arrivo della tappa di ieri, Pogacar ha fatto capire chiaramente di non aver apprezzato la decisione della Visma: “A me non dispiace correre con la gialla ma quello che ho visto fare alla Visma di Vingegaard è assolutamente ridicolo. Non so che tattica abbiano usato ma credo che sia stato solo uno speco inutile di energie come quello sprint finale. Non capisco perché Jorgenson abbia deciso di lanciarsi in una volata per conquistare il decimo posto”.
I motivi della UAE e di Pogacar
Sono due i motivi principali che hanno spinto la UAE e Pogacar a lasciare andare la maglia gialla. Il primo è quello di provare a risparmiare un po’ di energie, tocca infatti alla squadra del leader della corsa tenere i suoi uomini in testa e controllare la tappa e il gruppo. E questo significa mettere subito alla “frusta” i gregari. Il secondo riguarda direttamente il campione sloveno che ha deciso di cedere tutte e tre le maglie per evitare di attardarsi nel corso delle cerimonie di premiazione. Di solito procedure che ritardano il ritorno in albergo di circa un’ora e mezza.