Serie A, top e flop 6ª giornata: i voti e le pagelle con un pizzico di irriverenza

Fonte: Ansa

Nell'Inter che pare aver smarrito la bussola in attacco lui è quello più irriconoscibile, passato senza saperne il perchè dall'eroe di Lecce al fantasma delle ultime gare. Già, perchè?

Alla faccia di quelli che alla Juve lo hanno lasciato andare perchè non più incisivo, decisivo e soprattutto tanto, troppo fragile. Lui segna, fa segnare e le gioca tutte, tutte. Risanato!

Ogni settimana c'è qualcuno che ha fretta di uscire dal campo. Lui ha da fare per il sabato sera ed allora si fa cacciare dall'arbitro per andare a vedere la Torre degli Asinelli. Senza motivo, pasticcione!

Ma che fine ha fatto quel "millenial" che doveva essere un crack per la Juve e il calcio italiano. Irriconoscibile, sbaglia tutto, anche le cose più semplici. Gioca solo un tempo, la Juve con lui gioca in 10...

Ara la fascia dello Stadium come nessun contadino della valle del Po'; fa ammattire Cuadrado, insomma una spina del fianco costante. Ispirato!

Senza Osimhen ha una bella eredità, ne sente il peso per quasi 90 minuti. Quasi appunto perchè prima della fine della partita si toglie il peso con un gol... altrettanto pesante! Decisivo!

Piccoli fenomeni crescono. Il suo cognome è più facile da pronunciare di Kvara del Napoli, ma alcuni numeri sembrano essere gli stessi. Ancora una perla, mamma mia!

L'hanno combinata grossa. Inutile girarci intorno. Sbagliare si può, nulla da obiettare. Ma sbagliare per correggere un presunto sbaglio che sbaglio non è finisce col diventare un danno che fa male un po' a tutti.

La colpa alla fine della fiera è tutta sua. Di Candreva. Se lui fosse salito subito, non si fosse fatto la passeggiata godendosi il panorama, il colpo di testa di Milik, e tutto il resto, ora non staremmo a fare tutto sto caos su Juve-Salernitana. Capiamo l'età, capiamo la stanchezza, ma un ultimo scatto avrebbe eliminato tanti veleni. Ci voleva poco...