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Valentina Diouf e quel rapporto con Solange: "Tutto il mio amore"

La campionessa di volley, Valentina Diouf, ha concesso un'intervista a Virgilio Sport in cui ricorda Solange, zia Paolo

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Solange ha segnato la vita delle persone che l’hanno conosciuta, amata e condiviso la sua straordinaria allegria. Quella voglia di vivere che Valentina Diouf ha scelto di raccontare con parole dense di un vissuto comune, di insegnamenti compresi appieno con la maturità, nel corso delle sue esperienze da sportiva e da donna. Nella bambina a cui è stato riservato l’affetto di Solange, della zia Paolo come ama ricordarla anche nel suo post pubblicato su Instagram, c’è l’enormità di una persona insostituibile e che, forse, è stata capita più dal suo pubblico che dallo showbizValentina oggi vive in Corea, dove gioca come opposto per il KGC Ginseng, e raggiunta da Virgilio Sport ha deciso di affidare, con questa intervista, un pezzetto di Solange, della zia Paolo (all’anagrafe Solange era Paolo Bucinelli) a queste risposte e a chi lo ha apprezzato solo intuendo le sue qualità umane.

Valentina, la scomparsa di Paolo Bucinelli per noi Solange, l’ha toccata profondamente. Da vicino.
Come siete diventati una famiglia, come lei stessa ha detto?

Il Paolo era una di quelle persone che, anche se non c’era un effettivo legame di sangue, consideravo parte integrante della famiglia. Sono quei legami che si creano spontaneamente talvolta anche più forti di quelli prestabiliti. Mia mamma lo aveva conosciuto da ragazzina, in vacanza. Si erano persi con il tempo, ma si sono
rincontrati per caso circa vent’anni dopo e da lì è entrato nella mia vita.

C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere, oggi, che il tempo della riflessione le ha suggerito, su Paolo e sulla sua presenza nella sua vita?

Ho letto veramente tante brutte cose relative alla morte di Paolo, sono molto indignata nei confronti di chi ha voluto cavalcare l’onda del “Io c’ero”. Lo trovo molto triste e di poco rispetto. Quello che ho scritto su Instagram è stato un pensiero che avevo voglia di condividere con la mia community per renderla partecipe di ciò che ha rappresentato per me questa persona e di tutto l’affetto che provo per lui.

Quel top con le piume che ha descritto nel post su Instagram che cosa ha rappresentato per lei?

Come ho scritto nel post che ho condiviso, quel top rappresenta la trasgressione pura, quella vera. Quella che urla semplicemente al mondo intero che io sono fiera di quello che sono e non me ne vergogno, anzi, ne vado fiera e cammino a testa alta.

Nel pieno rispetto del dolore che sta vivendo condiviso con sua madre, che era davvero vicino a Paolo, in che cosa crede che fosse straordinario e irripetibile il vostro legame e l’affetto verso sua mamma?

Era sincero, non c’erano artefatti o ipocrisie. Una rarità di questi tempi.

Ritiene che sia mancato molto, nella narrazione dei media italiani, di quanto aveva costruito nella sua vita quotidiana e nella sua carriera televisiva di Paolo e di Solange?

Sicuramente è apparso il 5% di quello che è stato il Paolo, ad ogni modo non seguo molto i media.

Oggi che si trova distante fisicamente dall’Italia, in Corea del Sud, per ragioni professionali, e patisce le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, ha maturato una consapevolezza diversa? Quanto pesa, con la perdita di Paolo, la lontananza e il filtro di questa nuova vita?

Qui in Corea non ci sono tante limitazioni, comunque sicuramente la responsabilità civica e civile da parte mia c’è stata e ci sarà in qualunque paese io mi trovi.

Ha pensato di rientrare in Italia?

Rientrerò in Italia al termine della stagione, ossia circa a fine marzo.

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