Andrea Agostini, ex ciclista e amico di Marco Pantani, ora responsabile della comunicazione del team Uae-Emirates, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha raccontato i giorni di paura dopo aver scoperto di essere risultato positivo al Coronavirus: “Sono stato in ospedale per 23 giorni, e in assoluto isolamento per 20, aspettando che diventassi negativo, e non lo diventavo. Io ho fatto il corridore con Pantani nei dilettanti, i corridori sono forti, però vi posso assicurare che quando sei là dentro, e vedi entrare e uscire medici e infermieri vestiti come se fossero su Marte, cambia tutto”.
“In 26 giorni ho fatto 12 tamponi, finché con due negativi a distanza di 24 ore mi hanno fatto uscire. Io malato? Mai. Per come mi sono sempre sentito, in Italia sarei andato a correre a piedi, in ufficio e ad allenarmi in bicicletta, avrei fatto la vita di sempre. Parametri perfetti. Mia moglie Francesca lavora all’ospedale di Cesenatico, ci parlavamo via Skype, ma l’isolamento è durissimo. Sei tu e solo tu. Ho sofferto tanto di testa: momenti difficili, non riuscivo a parlare”.
“Hai una paura pesante: attesa, paura, non sai quando finirà. Ho avuto un attacco di panico impressionante, non riuscivo più a respirare, a buttare giù l’aria. E anche ora che siamo guariti, nella hall dell’albergo di Abu Dhabi aspettando con Gaviria un aereo per tornare a casa, restiamo a distanza. È paura”.
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