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La storia di Antonio Floro Flores: una vita stravolta dal calcio

Grazie al pallone Antonio Floro Flores ha dato una sterzata alla propria vita. L'ex attaccante ha realizzato il sogno di giocare al San Paolo con il N

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Simone Biancofiore

Simone Biancofiore

Giornalista

Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Bologna. Il calcio è da sempre una grande passione. Scrivere di calcio? Merito di mio nonno, gli devo tanto.

La storia di Antonio Floro Flores: una vita stravolta dal calcio Fonte: Imago Images

Antonio Floro Flores è nato il 18 giugno 1983 a Napoli, precisamente nel Rione Traiano. Si tratta di una zona collocata nella parte sud-ovest della città e che collega i quartieri Soccavo e Fuorigrotta. Contesto difficile, i ragazzi molto spesso non hanno una via di uscita. Se la fortuna è dalla loro parte possono decidere di percorrere due strade: quella buona oppure quella fatta di tante problematiche. Il calcio ha permesso ad Antonio di vivere una vita fatta di sogni, sacrifici e gioie. Non ha mai amato la scuola ma era consapevole e certo del suo destino: “Sono arrivato alla terza media e quel diploma mi è stato regalato. La mia strada era il calcio, cosa andavo a fare a scuola? Era un ostacolo e sono sicuro che per il 99% dei ragazzi a Napoli sia ancora la stessa cosa. Il primo sogno resta il calcio, non ci sono altre strade”.

Prima di entrare a far parte di una vera e propria scuola calcio, la strada è stata il suo principale campo di allenamento. All’età di 10-11 anni riesce ad iscriversi all’Atletico Toledo. Il ragazzo ha qualità e lo si vede sin da subito. La sua, però, non è stata un’esperienza memorabile. Da una parte ha vissuto il rischio concreto di non poter più giocare nella scuola calcio, l’azienda dove lavorava il padre stava fallendo e non c’erano soldi per pagare la quota alla società. Chiusero un occhio, quel Floro Flores aveva troppo talento e qualcuno riuscì a capire che poteva arrivare in alto. Dall’altra ha vissuto una terribile vicenda, l’allenatore venne accusato di pedofilia: “Ricordo che poi non passò molto tempo e saltò fuori che l’allenatore era un pedofilo. Me la rivedo ancora la scena, mentre stavamo giocando, la marea di carabinieri che è arrivata. Così tornai a giocare per strada”.

Giocare nel Napoli: il sogno di Floro Flores

Floro Flores sin da piccolo ha un obiettivo in testa, forse un grande sogno: giocare nel Napoli, la squadra della sua città. A differenza di molti campioni lui non ha dovuto aspettare molto. L’intuizione di Vincenzo Montefusco fu decisiva perché lo fece entrare nel settore giovanile del Napoli. Antonio era un attaccante, il suo percorso inizia dalla categoria Allievi e arriva in Prima squadra. Floro Flores nel giro di pochi anni riesce a centrare il grande sogno di sempre.

Stagione 2000/01, erano gli anni in cui il club partenopeo stava attraversando delle difficoltà economiche non da poco. Il 28 agosto 2000 è Zdenek Zeman a lanciarlo nel grande calcio. Nel secondo turno di Coppa Italia il Napoli è ospite della Sampdoria e il boemo lo fa scendere in campo negli ultimi minuti al posto Nicola Amoruso. Il ricordo del debutto ai microfoni di Sportitalia: “È arrivato tutto all’improvviso. Avevo 17 anni, qualche mese prima facevo il raccattapalle e vedevo gli allenamenti da lontano, dietro ai cespugli. Spiegarlo è impossibile: mi sveglio con il procuratore che mi dice “domani parti in ritiro con la prima squadra”. Non capivo che stesse succedendo: mi sono lavato la faccia per capire se fosse un sogno”.

Il 28 gennaio 2001, allo Stadio Olimpico l’esordio in Serie A contro la Roma. Sulla panchina azzurra c’era Emiliano Mondonico. Sicuramente non una partita memorabile visto che il Napoli perse 3-0 sotto i colpi di Cafu, Totti e Batistuta. L’8 aprile 2001 è invece il giorno che probabilmente non dimenticherà mai: l’esordio al San Paolo davanti al proprio pubblico. In quell’occasione arriva il Milan e Floro Flores parte subito titolare accanto ad Edmundo. Ricorda: “San Paolo? Il coronamento di un sogno, contro il Milan. Una settimana intensa, si parlava di me tutti i giorni sui giornali. Non era facile essere al centro dell’attenzione, gestire le emozioni. È stato tutto inaspettato ed emozionante”.

Purtroppo l’annata del Napoli culmina con la retrocessione in Serie B. Penultimo posto a quota 36 punti, peggio solo il Bari. Antonio termina la prima parentesi azzurra con 3 presenze complessive. L’anno dopo a guidare il Napoli c’è Gigi De Canio. L’attaccante trova più spazio; 14 presenze in campionato ed una in Coppa Italia. Non è un titolarissimo ma riesce comunque ad acquisire esperienza. Non è l’annata in cui Floro Flores si sblocca in termini di gol e nel frattempo il Napoli chiude la stagione al 5° posto. Un piazzamento che condanna gli Azzurri a restare ancora in purgatorio.

La stagione della svolta per Antonio è quella successiva (2002/03). Colleziona 32 presenze in campionato e realizza due reti in trasferta, prima contro il Cagliari e poi contro il Verona. Un sogno, quello di segnare un gol al San Paolo, rinviato solo alla stagione successiva. È il 30 novembre del 2003 e prima di quel giorno la sua casa si era trasformata in un incubo. Il Napoli affronta il Pescara di Ivo Iaconi e con un gol da bomber di razza Floro Flores segna la prima rete al San Paolo regalando agli Azzurri una vittoria pesante.

L’emozione del gol: “Troppe volte avevo sbagliato, un altro errore sarebbe stato un disastro. Domenica, prima di scendere in campo, avevo una strana sensazione, mi sentivo addosso una carica positiva: quando ho visto che riuscivo a scattare e a giocare la palla con facilità, ho capito che poteva essere la giornata giusta”.

L’inizio di un lungo cammino? Non proprio. Floro Flores viene mandato in prestito nel 2004 alla Sampdoria, in Serie A. Alla prima apparizione nella massima categoria, contro il Parma, timbra subito il cartellino. È un anno particolare per il Napoli e il 30 luglio è un giorno nerissimo, quello del dichiarato fallimento. Il club riparte da Aurelio De Laurentiis, quest’ultimo non decide di non puntare su Floro Flores.

Antonio diventa così un nuovo giocatore del Perugia. Ricorda così il suo addio: “I miei trascorsi in maglia azzurra? Il mio problema più grande a Napoli era che vivevo una situazione societaria molto complessa. La società del Napoli fa tanto oggi e protegge i suoi giocatori, a me non accadde così, c’erano tante cose da pensare. Io fui mandato alla Sampdoria perché con quei soldi pagavano gli stipendi, figuriamoci”.

Antonio Floro Flores con la maglia della Sampdoria Fonte: Getty Images

Le tappe Perugia ed Arezzo di Floro Flores

Dopo la delusione del fallimento del suo Napoli, l’attaccante riparte dall’Umbria, dal Perugia. Inizia ad avere una certa continuità, soprattutto in zona gol. È uno dei protagonisti di quella cavalcata degli umbri che raggiungono i play-off per salire in Serie A. Antonio in quella stagione mette a referto 8 reti in 27 presenze complessive. Ottimo score ma Floro Flores si ritrova a vivere un altro fallimento. La fortuna non sembra essere dalla sua parte, di nuovo è protagonista di un film già visto.

Nella stagione 2005/06 Antonio è di nuovo senza squadra ma non ha problemi a trovare una nuova sistemazione. Firma con l’Arezzo, una tappa cruciale della sua carriera. Nella prima stagione, sotto la guida tecnica del bergamasco Elio Gustinetti, colleziona 40 presenze e arriva in doppia cifra con 14 gol realizzati. Un ottimo bottino che aiuterà l’Arezzo a centrare un buon 7° posto in Serie B.

L’anno successivo viene allenato da due personaggi emergenti e che nel giro di pochi anni hanno scritto la storia del calcio italiano: Antonio Conte e Maurizio Sarri. L’annata dell’Arezzo, però, è molto complicata e con 45 punti ed un terzultimo posto conquistato i toscani retrocedono in C1. Floro Flores, però, emerge realizzando 14 reti, 9 sotto la gestione Conte e 5 con Sarri.

Floro Flores e l’Europa con l’Udinese

Le ottime annate in Toscana gli spalancano le porte della Serie A e dell’Europa. Per una cifra pari a 4 milioni di euro nella stagione 2007/08 Floro Flores diventa un nuovo giocatore dell’Udinese. Una parentesi, quella in Friuli, che dura tre anni e mezzo. Annate fantastiche nonostante la spietata concorrenza in attacco. Antonio ha dovuto sgomitare con i vari Di Natale, Quagliarella, Sanchez e Denis. Il suo bottino finale sarà 166 presenze e 32 reti. Sono gli anni della grande Udinese in Europa e c’è anche lo zampino di Floro Flores nelle cavalcate dei friulani.

Nella Coppa Uefa 2008/09, edizione in cui l’Udinese di Pasquale Marino arriva fino a quarti di finale, Floro Flores realizza una rete. Era il 18 settembre 2008, l’attaccante napoletano sblocca la sfida del Westfalenstadion di Dortmund contro il Borussia. Una rete pesantissima per l’Udinese, una gioia immensa per il calciatore: “È stata una serata fantastica, la mia prima partita in Europa. Quando sono entrato in campo c’era una muraglia gialla che faceva impressione. Ho la maglia conservata di quella partita”.

Nella stagione 2011/12 mette a referto altre due reti, questa volta in Europa League: il 20 ottobre 2011 contro l’Atletico Madrid e il 23 febbraio 2012 contro il Paok Salonicco. Lascia il Friuli nella stagione 2011/12: “A Udine non avevo più rispetto per Guidolin e per non venire alle mani ho chiesto di essere ceduto. Ho fatto una scelta sbagliata per scappare via andando a Granada”

Il “no” alla Juve di Floro Flores per il Genoa

Prima dell’esperienza in Spagna, nel mezzo c’è da segnalare una prima parentesi nel Genoa. Nel mercato di gennaio del 2011 viene ceduto in prestito al Grifone. Ma non è la società di Preziosi ad interessarsi per prima ad Antonio, bensì la Juventus che si fece avanti in maniera concreta. Floro Flores però decise di non accettare la proposta del club bianconero.

In un’intervista ricorda: “Eravamo quasi alle firme, dovevo solo scegliere tra i bianconeri e il Genoa. Avevo 28 anni, venivo da una stagione con l’Udinese nella quale giocai poco e sentivo il bisogno di dimostrare il mio valore. Alla Juve c’erano grandi campioni come Del Piero, non avrei avuto molto spazio. Così ho scelto il Genoa”. Non si è mai pentito: “La rifarei 100 volte. Se fossi andato alla Juventus, avrei fatto la riserva di Del Piero e avrei giocato pochissime partite. Io invece volevo giocare. Avevo bisogno del Genoa e il Genoa aveva bisogno di me”.

Antonio Floro Flores con la maglia del Genoa Fonte: Getty Images

Chissà come sarebbero andate le cose ma la sua storia parla di un impatto estremamente positivo in Liguria e nella seconda parte del campionato mette a segno 10 gol in 18 presenze. Reti pesantissime, come quello nel derby della Lanterna contro la Sampdoria dell’8 maggio 2011. Un contributo massiccio e con 4 vittorie nelle ultime sei giornate il Genoa conquista ottimo 10° posto.

Le ultime tappe della carriera di Floro Flores

Per scappare da Guidolin nella stagione 2012/13 senza pensarci troppo firma per il Granada, sbarcando in Spagna a titolo temporaneo. Non fu un’esperienza indimenticabile visto che ci resta fino a dicembre e in quei mesi mette a segno una rete in 12 presenze tra Liga e Copa del Rey.

A gennaio del 2013 Antonio torna in Liguria, ancora sponda Genoa. Le cose non andarono come la prima volta, anche a causa degli infortuni. Nella stagione 2013/14 la nuova tappa è il Sassuolo, ci arriva con la formula del prestito con obbligo di riscatto in caso di salvezza. Il club neroverde si salva, arrivando al 17° posto. Floro Flores contribuisce con 7 reti in 29 presenze. In neroverde ci resta altre due stagioni, centrando nella stagione 2015/16 la qualificazione in Europa League sotto la guida tecnica di Eusebio Di Francesco.

Indimenticabile il legame con Paolo Cannavaro in quegli anni: “Ci facevamo un sacco di scherzi l’un l’altro. Spontanei, non programmati. A volte si nascondeva negli armadi delle camere d’albergo e usciva all’improvviso. Quanti insulti si prendeva. Ma è un ragazzo d’oro, sempre positivo. Puoi contare su di lui. A Sassuolo era lui la figura fondamentale nello spogliatoio”.

A gennaio del 2016 firma per il Chievo Verona. Colleziona 16 presenze e una rete, mentre nel gennaio del 2017 – dopo 13 presenze e 0 gol – viene ceduto in prestito al Bari in Serie B. L’accordo prevedeva l’obbligo di riscatto in caso di promozione in Serie A dei pugliesi. Il Bari conclude il campionato al 12° posto e Floro Flores non incide più di tanto. Nella stagione successiva il Chievo trova un nuovo accordo con i pugliesi, questa volta con la formula del prestito secco. Torna a Verona e nell’agosto del 2018 decide di rescindere il contratto con il Chievo.

La sua carriera termina in Serie C, con la maglia della Casertana. Appena 5 gol in 31 presenze ma il 29 gennaio 2020 decide di lasciare il calcio. Con un post sul proprio profilo Instagram ha ringraziato cosi il calcio: “Hai fatto di me un uomo, un padre di famiglia, con dei valori che mi sono stati insegnati, e che ho cercato di portare nel mio mondo privato con tanto amore. Per me sei stato vita, un motivo per alzarmi la mattina e venire al campo, pensando che avrei dovuto sudare fino all’ultima goccia. Perché volevo realizzare un sogno, quello di giocare in serie A, incontrare idoli, campioni e grandi allenatori! Ricordo ogni momento, ogni azione, ogni gol, ogni persona che ho incrociato lungo il mio cammino; a cui a volte ho rotto le palle per il mio carattere e che ora vorrei ringraziare ad uno ad uno. Per me è stato un grandissimo onore avervi conosciuto”.

Antonio nella sua carriera ha cambiato spesso pettinatura. Quello che non è mai cambiato è sicuramente l’amore per il calcio. Appesi gli scarpini al chiodo non ha mai abbandonato quel pallone che lo ha salvato dalle cose brutte della vita. Ha iniziato ad allenare, prima nell’Under 17 della Casertana, poi in quella della Paganese. Nell’estate del 2021 è stato nominato allenatore della Frattese, squadra di Eccellenza campana. Infine nel 2022 ha avuto una breve parentesi di 8 partite nell’Agri, in Serie D. Floro Flores è l’esempio della magia del calcio, una forte risposta a chi sostiene che sia un semplice gioco. Un gioco che può salvare tante vite e con Antonio ci è riuscito.

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