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Calciopoli: cos'è e sentenze

Estate 2006: mentre l'Italia si accinge a vincere la Coppa del Mondo in Germania, si consuma una delle pagine più buie dello sport nazionale: l'inchiesta, le sentenze e le condanne

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Calciopoli o per meglio dire lo scandalo Calciopoli. Nell’estate del 2006 non si parlò d’altro che di Calciopoli. Nel corso degli anni, è rimasta una macchia indelebile. Una ferita che non si è mai del tutto rimarginata per gli appassionati, i tifosi di calcio che si sono sentiti traditi vivendo la sensazione di aver assistito a una messa in scena contro ogni etica sportiva e in violazione dei più basilari valori dello sport.

Con ogni probabilità Calciopoli è stata la pagine più brutta scritta dal calcio italiano nella sua lunga storia, che pure è stata scandita da altri scandali sfociati in processi di giustizia sportiva e ordinaria. Solo il Totonero del 1980 ha avuto l’impatto mediatico che Calciopoli ebbe del 2006.

Un punto in comune tra il Totonero e Calciopoli fu rappresenta l’inizio degli scandali sportivi, sfociati in esemplari sentenze. L’origine dalla vittoria dei Mondiali da parte dell’Italia. Che cosa fu Calciopoli? Perché per Calciopoli vennero condannate società, dirigenti e arbitri? Domande su Calciopoli che ancora oggi sono spesso poste da chi, magari, quegli anni non li ha vissuti ma che semplicemente avvicinandosi al calcio non può che venire a contatto con uno dei suoi lati più bui di sempre.

Calciopoli 2006, lo scandalo del calcio italiano

Lo scandalo Calciopoli nel luglio 2006 si concluse con un verdetto clamoroso in concomitanza con la lettura della sentenza Calciopoli definitiva che sancì la retrocessione in Serie B della Juventus e pesanti penalizzazioni per Milan (30 punti nella Serie A 2005/2006 e 8 nella Serie A 2006/2007), Lazio (30 punti nella Serie A 2005/2006 e 3 punti di penalizzazione nella Serie A 2006/2007 a fronte degli 11 inizialmente inflitti dalla Corte federale) e Fiorentina (30 punti nella Serie A 2005/2006, 19 punti di nel campionato 2006/2007, 100mila euro di multa e tre giornate di squalifica del “Franchi”). Oltre ai club furono severamente puniti anche dirigenti e arbitri della federazione come vedremo più avanti.

Le intercettazioni di Calciopoli e le origini dello scandalo

Calciopoli nasce infatti dal sospetto di rapporti illeciti tra alcuni dirigenti e designatori arbitrali. Mediante pressioni, mediatiche e di carattere personale, l’obiettivo era di ottenere che le gare delle proprie squadre fossero dirette da determinati arbitri. Lo scandalo Calciopoli portò alla messa al setaccio della regolarità di 19 partite di Serie A. Un primo filone, a cui seguì un secondo relativo a Reggina e Arezzo.

Nel 2005, un anno prima delle sentenze per Calciopoli, il procuratore Raffaele Guariniello della Procura di Torino aveva già aperto un’inchiesta finalizzata ad approfondire le vicende sullo scudetto assegnato in quell’anno ma il tutto si chiuse con un nulla di fatto.

Permasero, nel contempo, i dubbi e si continuò a lavorare a fari spenti con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e controlli accompagnati da un tam tam mediatico che lasciava trapelare la possibilità di imminenti e seri sviluppi sulla vicenda Calciopoli.

Fonte: Ansa

Franco Carraro

Le dimissioni di Franco Carraro, presidente Figc

Una bomba a orologeria deflagrata nell’imminenza della fine della stagione calcistica 2005/2006, terminata a fine aprile per l’inizio dei Mondiali in Germania. La divulgazione di alcune intercettazioni fece scoppiare lo scandalo Calciopoli.

Naturale conseguenza degli albori dello scandalo Calciopoli furono le dimissioni del presidente della FIGC Franco Carraro, di uno dei suoi vice, Innocenzo Mazzini, del presidente dell’AIA Tullio Lanese e di due figure apicali nella Juventus: il direttore generale Luciano Moggi e l’amministratore delegato Antonio Giraudo, seguite poi da quelle dell’intero consiglio d’amministrazione della società torinese.

Dopo essere stato deferito dalla Procura Federale, si dimise anche il presidente della Lega Calcio Adriano Galliani. Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano decise di commissariare la Federcalcio affidandola all’avvocato Guido Rossi.

Fonte: Getty Images

L’Italia e i Mondiali del 2006

Dichiarazioni, elenco degli indagati, fiumi di inchiostro. Lo scandalo Calciopoli, in attesa della sentenza Calciopoli, assunse un rilievo enorme diventando l’argomento di dibattito quotidiano di pari passo all’Italia che avanzava ai Mondiali – in Germania i calciatori si compattarono, Marcello Lippi riuscì a fare leva sull’orgoglio del gruppo e a tirare fuori ogni punto di forza da parte dei molti giocatori interessati in maniera diretta alle vicissitudini dei propri club – in antitesi a quello che stava succedendo in Italia.

La testimonianza di Buffon alla procura di Torino

E a proposito di calciatori chiamati a testimoniare, lo fece spontaneamente il portiere di quell’Italia: Buffon, che si presentò alla Procura di Torino. Nove arbitri furono raggiunti da avvisi di garanzia e sospesi in maniera cautelare dall’AIA. Attenzionati anche giornalisti per rapporti con Luciano Moggi inquadrati nell’ottica di “suggerirgli” cosa scrivere.

Calciopoli: le richieste dell’accusa

Il 4 luglio 2006 è una data storica per lo scandalo Calciopoli, quella in cui furono rese note le richieste dell’accusa: la retrocessione in Serie B, con penalizzazioni di punti in classifica, di Juventus, Fiorentina, Lazio e Milan a fare seguito alla radiazione dei principali dirigenti e arbitri coinvolti.

Calciopoli, la sentenza: chi vince e chi perde

Il 9 Luglio, mentre Calciopoli continuava a tenere banco e si apprestava a entrare nella sua fase conclusiva, l’Italia scese in campo contro la Francia vincendo il mondiale del 2006. La sentenza di appello su Calciopoli fu resa nota il 25 luglio, con pene mitigate così come nella sentenza definitiva di fine ottobre.

Fonte: Getty Images

Alessandro Del Piero, bandiera della Juventus, dopo Calciopoli accettò di restare in serie B con i bianconeri

Juventus retrocessa in serie B

L’unica squadra retrocessa a margine di Calciopoli fu la Juventus con 9 punti di penalizzazione per l’anno successivo a fronte dei 17 richiesti. Al club bianconero vennero però anche tolti gli scudetti degli ultimi due anni.

Fiorentina, Milan e Lazio furono sanzionate con 30 punti di penalizzazione per la stagione precedente più, rispettivamente, 15, 8 e 3 punti in meno nel campionato successivo. Sanzionata con 11 punti anche per la Reggina e con 6 punti l’Arezzo in Serie B.

Calciopoli: gli arbitri e i dirigenti radiati

Tra i dirigenti rimasti invischiati in Calciopoli furono condannati a 5 anni di squalifica con richiesta di radiazione Moggi e Giraudo oltre all’arbitro Massimo De Santis (4 anni) e Innocenzo Mazzini della FIGC (5 anni e radiazione). Undici anni dopo Calciopoli arrivò anche l’ultimo verdetto la radiazione a vita di Luciano Moggi.

Dopo la sentenza Calciopoli la Juve vinse il campionato di Serie B con numeri da record. Il Milan vinse la Champions League l’anno successivo. La Fiorentina annullò i suoi 15 punti di penalità e finì sesta (sarebbe stata terza) e la Reggina riuscì a salvarsi con un’incredibile rimonta.

Fonte: Getty Images

Stefano Palazzi

Calciopoli bis e il coinvolgimento dell’Inter

Ma non si trattava di un vero e proprio ritorno alla normalità perché partendo dalle stesse intercettazioni, prese vita il filone “Calciopoli bis”. La Juventus chiese di rivalutare la decisione sull’assegnazione dello scudetto 2005/2006 all’Inter, coinvolta in questo nuovo filone di indagini, ma finì con un nulla di fatto.

Stavolta Stefano Palazzi non procedette ad alcun deferimento perché i fatti erano ormai caduti in prescrizione. Il club bianconero non si arrese appellandosi al Tribunale Nazionale d’Arbitrato per lo Sport in quanto anche il TNAS si dichiarò non competente in merito alla revoca dell’assegnazione dello scudetto in seguito ai fatti di Calciopoli.

Calciopoli, il processo penale a Napoli

Durante il processo penale a Napoli, dopo quello sportivo per Calciopoli, erano infatti emerse nuove intercettazioni telefoniche che non erano state considerate rilevanti nelle indagini del 2006. Dal momento che il nuovo materiale coinvolgeva fra gli altri i massimi dirigenti dell’Inter all’epoca dei fatti, la Juventus presentò nel maggio 2010 un esposto al CONI e alla FIGC chiedendo la revisione della decisione.

All’Inter, rimasta fuori dalle dinamiche di Calciopoli, fu contestato l’illecito sportivo con accuse analoghe a quelle mosse a suo tempo alla Juventus. Tuttavia Palazzi stavolta non procedette ad alcun deferimento perché i fatti erano ormai caduti in prescrizione. A nulla valse anche il successivo ricorso della società torinese al Tribunale Nazionale d’Arbitrato per lo Sport in quanto anche il TNAS si dichiarò non competente in merito alla revoca dell’assegnazione dello scudetto.

La richiesta di risarcimento danni della Juventus

Dopo Calciopoli, la Juventus presentò così nel novembre 2011 un ricorso al TAR del Lazio contro la Federcalcio e l’Inter, chiedendo un risarcimento danni di circa 444 milioni di euro derivanti, secondo la tesi bianconera, dalla disparità di trattamento sui fatti di Calciopoli fra gli eventi del 2006 e quelli del 2011.

Il 30 giugno 2012, la Corte dei Conti respinse il ricorso della Juventus decretando la FIGC non responsabile di danno erariale per essersi dichiarata non competente a decidere nel 2006. Calciopoli non è in fondo mai finita.

Calciopoli: cos'è e sentenze Fonte: Ansa

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