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Che fine ha fatto Paro: meteora Juve che ha "segnato" la storia

La parabola calcistica del centrocampista che nel 2006 segnò il primo gol della Juventus in serie B

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Che fine ha fatto Paro: meteora Juve che ha "segnato" la storia

A volte basta un momento, un solo gol per fare la storia. Anche se per tutti sei stato una meteora. Specie se hai giocato con la maglia della Juventus. Matteo Paro è uno di quelli che hanno lasciato il segno con la maglia bianconera.

Era il 9 settembre 2006. Una data storica perché “segnò” la prima partita in assoluto della Juve in serie B. E Paro in quella partita andò a segno diventando il primo giocatore della Vecchia Signora a realizzare una rete nel campionato cadetto. Sembrava l’inizio di una buona, se non grande carriera. Invece gli infortuni e la sfortuna ci misero lo zampino.

Chi è Matteo Paro

Matteo Paro è nato ad Asti il 17 marzo 1983. Ruolo centrocampista. Una sorta di metronomo, regista si direbbe oggi alla Pirlo, con il compito di dare il tempo alla costruzione della squadra, senza sdegnare, all’occorrenza di fare l’incontrista e di inserirsi. La sua carriera, oltre che da quel gol al Rimini nella prima partita della Juventus in serie B è stata costellata di infortuni che ne hanno limitato l’affermarsi in serie A decretandone in parte il ridimensionamento e il ritiro prematuro.

Gli inizi di Paro, è subito Juve

Gli scout della Vecchia Signora mettono subito gli occhi su questo centrocampista di belle speranze che a 11 anni dalla vicina Asti si trasferisce nelle giovanili della Juve. Dove farà tutta la trafila fino alla primavera, allenata all’epoca da Gian Piero Gasperini. Dopo una parentesi in serie D al Volpiano rientra alla base e si porta a casa il Torneo di Viareggio 2003. Una nidiata importante quella bianconera: c’erano il portiere Mirante, i difensori Cassani e Gastaldello, l’esterno Konko, il centrocampista Paro e gli attaccanti Chiumiento, Olivera e Zeytulaev. Paro esordisce pure tra i professionisti il 13 novembre 2002, sostituendo Antonio Conte al 25′ di Dinamo Kiev-Juventus, gara della fase a gironi di Champions League e quindi in A, il 17 maggio 2003 in Reggina-Juventus 2-1 che gli vale la possibilità di fregiarsi dello scudetto di quell’anno.

Paro, assaggi con la “A” dal Crotone al Siena

La Juve decide che Paro è pronto per essere protagonista ma gli serve esperienza. Che il ragazzo va a fare prima al Chievo (in comproprietà nella trade Legrottaglie pur senza giocare), poi a Crotone, in serie C dove contribuirà alla promozione dei calabresi in B con 15 presenze e 2 reti. Nella stagione 2004-2005 rimane a Crotone, dove ritrova Gasperini, e disputa 39 gare con 3 reti e meritata salvezza da protagonista.

L’anno dopo sale ancora di categoria, la Juve lo manda al Siena, in serie A, dove gioca con buona continuità e a buoni livelli. La Vecchia Signora che lo ha intanto riscattato dal Chievo, decide di farlo rientrare alla base. Ma per Paro giocare nella Juve sarà un “declassamento”. C’è Calciopoli di mezzo, la Juventus deve ripartire dalla B, il centrocampista resta in mezzo ai vari Del Piero e Buffon freschi campioni del mondo.

Il pomeriggio di Rimini, la Juve in B, il gol di Paro

E siamo alla data che resta scolpita nella storia di Paro, della Juventus e del calcio italiano. A Rimini il 9 settembre 2006 i bianconeri iniziano il purgatorio (o l’inferno, poco cambia) della Serie B post Calciopoli. L’allenatore Deschamps, in contumacia Cristiano Zanetti, affida le chiavi del centrocampo proprio a Paro che parte titolare.

A inizio ripresa Paro, sugli sviluppi da calcio d’angolo, raccoglie un rimpallo su tiro di Nedved e insacca alle spalle di un giovanissimo Handanovic. Un gol passato alla storia. Il primo della Juventus in B. Nessuno toglierà mai a Paro questo primato.

Si, mi ricordano per quel gol – le parole riportate da juvelive – ma tutta la stagione fu importante e strana, c’erano campioni del mondo a giocare in Serie B. Fu una promozione annunciata, diversa da quella conquistata a Crotone”.

Juve in A, Paro via e inizia il calvario

Nonostante il suo buon contributo alla promozione “scontata” in A, Paro lascia la Juve l’anno dopo. Va all’altra neopromossa, il Genoa dove ritrova per l’ennesima volta Gasperini. Gioca spesso, quasi sempre. Ma il 27 febbraio 2008 durante Genoa-Napoli subisce la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Sarà quasi la parola fine sulla sua carriera. Di fatto, tra rieducazione e ricadute non gioca per quasi due anni dove vaga tra Genova, Bari e Piacenza. Ritrova il campo, con continuità dal 2010 con la maglia del Vicenza. poi sarà Spal, Mantova e il ritorno al Crotone, prima di cedere agli acciacchi e all’età. Si ritira tra il 2016 e il 2017.

Cosa fa Paro: il binomio con Juric

Come ha bruciato i tempi da giocatore, anche da allenatore Paro si è messo subito in evidenza. Juric lo prende quasi subito con se al Genoa nel suo staff in qualità di match analyst. Se Paro ha avuto in Gasperini una sorte di mentore in panchina, Juric è stato il suo mentore in campo. Uno giovanissimo, l’altro maturo si sono ritrovati spesso compagni di squadra, prima al Crotone e poi al Genoa. Ma Juric è stato l’allenatore di Paro alla sua prima esperienza in panchina, al Mantova. Tra Coppa Italia, Serie C, Serie B e Serie A Paro e Juric hanno giocato insieme complessivamente 59 partite.

Paro intanto supera i vari corsi di Coverciano con tanto di abilitazione nel luglio 2019. Così Juric decide di portarlo con se anche all’Hellas Verona, stavolta in qualità di secondo allenatore. “Un’esperienza importante, che mi permette di imparare tanto e di farlo al fianco del mister con cui lavoro da molto tempo, prima da giocatore e ora da allenatore” le parole di Paro al sito ufficiale del Verona.

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