Sonny Colbrelli dice addio al mondo delle corse: dopo il problema di salute avuto il 21 marzo il 32enne di Desenzano del Garda ha annunciato il ritiro in una conferenza stampa tenuta assieme alla Bahrain Victorious, squadra con cui corre dal 2017 e cui ha regalato i grandi successi del 2021.
La carriera di questo velocista che si è specializzato nelle classiche si è interrotta all’apice, quando la scalata al Ranking UCI era puntellata da vittorie su vittorie, tra le quali il campionato italiano, quello europeo e la Parigi-Roubaix erano state le più prestigiose.
- Il futuro di Colbrelli: "Voglio seguire i giovani"
- Colbrelli e la telefonata di Eriksen: "E' un esempio"
- I successi di Colbrelli, un 2021 da incorniciare
Il futuro di Colbrelli: “Voglio seguire i giovani”
Al fianco del team manager della Bahrain Erzen, Colbrelli ha raccontato il futuro che lo aspetta: “La squadra mi è stata e mi sarà vicino, ho accettato con entusiasmo il ruolo di ambasciatore e lo interpreterò con grinta, in modo da essere un punto di riferimento per il ciclismo. Ho cominciato a seguire i piccini, voglio trasmettere il messaggio che nel ciclismo c’è sicurezza e che devono seguire la loro passione e divertirsi”.
Il vincitore della Parigi-Roubaix sintetizza così la sua storia in bicicletta: “Non sono tanti i corridori che hanno chiuso dopo aver vinto come ultima corsa la Roubaix. Ricordo il mio primo Giro d’Italia, ero sempre per terra o staccato e mi domandavo -Perché corro in bici? Beh, portarlo a termine vale come un successo. Il Fiandre era il mio sogno, i miei fari in corsa erano Boonen e Cancellara. Quando ho raggiunto il primo piazzamento alla Sanremo mi sono detto di fare le cose per bene in allenamento: potevo essere come i campioni che seguivo in tv”.
Colbrelli e la telefonata di Eriksen: “E’ un esempio”
Dopo aver chiuso alle spalle di Matthews la volata al Giro di Catalogna, Colbrelli ha perso conoscenza e un defibrillatore sottocutaneo impiantato a Padova lo ha rimesso in sesto dopo l’arresto cardiaco, anche se non ha ottenuto l’idoneità sportiva: “Ho preferito fermarmi dopo aver sentito tre esperti: due hanno detto che avrei potuto gareggiare all’estero, uno ha evidenziato i rischi che avrei corso”.
“Il mio cuore si è fermato e la mia vita è cambiata: quando mi sono svegliato in ospedale e ho saputo cosa fosse accaduto ho pensato a Eriksen e ho avuto il suo numero. Gli ho mandato un messaggio con un po’ di timore, ma mi ha risposto dicendo che mi avrebbe richiamato e dopo 10 minuti ci siamo parlati: vederlo al Manchester e al Mondiale per me è gioia, è stato un esempio per andare avanti, anche se non farò più un corridore”.
I successi di Colbrelli, un 2021 da incorniciare
Se a Colbrelli mancheranno “Le risate in camera con i compagni, il numero da attaccare sulla schiena e l’adrenalina in vista del traguardo”, al ciclismo italiano in cerca d’identità mancheranno le sue vittorie, a partire dall’iconico 3 ottobre 2021: sotto la pioggia e nel fango del Nord fu un duello spettacolare con Van der Poel a far sì che un italiano vincesse 22 anni dopo Andrea Tafi.
Quella vittoria fu il coronamento di un anno da incorniciare, perché Colbrelli aveva già alzato la braccia ai Campionati Italiani di Imola e a quelli Europei di Trento: “Non c’è l’erede di Vincenzo Nibali” dichiara “invece io designo quale mio successore Jonathan Milan, lui ha tutto per vincere le classiche”.