L’importanza avuta da Stephen Curry nell’evoluzione avuta dal basket negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti ed esula dai meri numeri.
Come in qualsiasi sport, tuttavia, la forza dei numeri e dei record è quella che permette di imprimere un sigillo indelebile nella storia, così la notte del 15 dicembre, che ha visto materializzarsi il sorpasso del leader di Golden State a Ray Allen come giocatore con il maggior numero di triple realizzate nel campionato NBA resterà per sempre nella storia del basket.
Del resto si sta parlando di un giocatore capace di vincere tre Anelli con Golden State, riportando nel 2015 gli Warriors a primeggiare dopo 40 anni, e di vincere due titoli di Mvp, ma soprattutto di un giocatore unico per caratteristiche, con una precisione al tiro con pochi eguali unita all’intelligenza tattica e alla visione di gioco di un play.
Per una bizzarra coincidenza Curry ha superato Allen proprio in un match contro i New York Knicks, ovvero la squadra che bocciò Steph nel 2009. Ma nella notte della gloria il re dell’arco ha pronunciato solo parole all’insegna di emozione e riconoscenza. Oltre che dell’orgoglio: “Non ho mai voluto definirmi il miglior tiratore di sempre almeno fino a quando non avrei stabilito il record. Ora posso farlo e dico che mi sento a mio agio con quell’etichetta”.
Del resto l’intera partita è stata scandita da quell’”evento”, dalla tripla numero 2.974 di Curry, una in più rispetto a Ray Allen, che era ovviamente presente al match, seduto in prima fila a Madison Square Garden e poi protagonista di un caldo abbraccio al proprio erede.
“Penso a questo record da diverso tempo, ol fatto che lo abbia stabilito davanti a Ray Allen e Reggie Miller è bellissimo, sono cresciuto guardandoli giocare e prendendoli ad esempio” ha aggiunto Allen, deciso ora a rendere il record insuperabile.
“Io ho sempre provato a spingermi al limite. Ora che sono stato abbastanza longevo da raggiungere Allen, con un po’ di fortuna punto a spingere il record là dove nessuno riuscirà più a batterlo“.