E’ stato il “Mondiale delle sorprese“, come spesso è stato definito dai più, ma anche – al tempo stesso – dalla finale “scontata” con Argentina e Francia a contendersi la coppa tra un’emozione e l’altra. Se, a livello di squadra, la rivelazione più grande è stata certamente il Marocco (che a chiuso quarto) è interessante notare anche quali siano stati i giocatori da segnarsi sul taccuino, quelli che magari possono risultare un affare per la sessione di calciomercato invernale ormai alle porte, oppure per la prossima estate. Ne abbiamo individuati 10 in tutto.
- I tre tesori del Marocco
- L'Argentina di... Mac Allister
- Gakpo e Weghorst bocche da fuoco olandesi
- De Arrascaeta: nome basco, "garra" Charrua
- E che dire di Füllkrug, Doan e Juranovic?
I tre tesori del Marocco
E’ chiaro che i Leoni dell’Atlante abbiano prodotto le maggiori sorprese anche a livello individuali. Anzitutto Sofiane Boufal, classe 1993, cursore scatenato dalla fascia mancina d’attacco dei Leoni dell’Atlante. Dribbling e scatti a perdifiato tanto che ci si è chiesti come mai un giocatore così giocasse solo all’Angers, fanalino della Ligue 1 e non in un top club. Seguito sia da Fiorentina che da Milan, su di lui potrebbero accendersi le luci della Premier League, esattamente come Azzedine Ounahi, centrocampista tuttofare classe 2000 sempre dell’Angers. Certo, dopo il Mondiale il suo prezzo è lievitato (radiomercato dice oltre 40 milioni): tuttavia, Inter e Napoli continuano a sperare. Non esattamente una sorpresa ma il suo Mondiale da incorniciare merita assolutamente una menzione: Romain Saïss, classe 1990 ex colonna difensiva del Wolverhampton ed ora al Besiktas. Un’alternativa a buon mercato in difesa per l’Inter, in caso di addio di Milan Skriniar o Stefan de Vrij. D’altra parte, il ct marocchino Walid Regragui l’ha definito il “Paolo Maldini marocchino“…
L’Argentina di… Mac Allister
In casa Argentina e, forse, come sorpresa assoluta della manifestazione, troviamo Alexis Mac Allister, figlio di quel Carlos Mac Allister presente nell’album delle figurine di Usa 1994 ma che – invero – non ha partecipato al Mondiale statunitense: “garra” sudamericana e da Premier League allo stesso tempo in mediana. Gioca nel Brighton di Roberto De Zerbi, che sta cominciando a pregustare un incasso record.
Gakpo e Weghorst bocche da fuoco olandesi
L’Olanda ha messo in vetrina Cody Gakpo (classe 1999 già ufficializzato dal Liverpool, che lo ha prelevato subito dopo la rassegna iridata dal PSV Eindhoven) e il più esperto Wout Weghorst: il primo, goleador nella fase a gironi contro Senegal, Ecuador e Qatar, salvo poi eclissarsi nelle gare di ottavi e quarti di finale. In cui, invece, è emerso il classe ’90 del Besiktas con una straordinaria doppietta contro i futuri campioni del mondo dell’Argentina.
De Arrascaeta: nome basco, “garra” Charrua
Eliminato al primo turno ma autore di una prestazione trascinante nella partita contro il Ghana, certamente meritevole di citazione è Giorgian De Arrascaeta, trequartista dalle mille risorse, anzitutto fisiche, dell’Uruguay. Nome basco, ha anche origini italiane. E’ nato a Nuevo Berlin nel 1994 e gioca in Brasile, nel Flamengo. Più che un Mondiale, un giro del mondo: la sua doppietta alle Black Stars ha illuso Montevideo e dintorni: sarebbe particolarmente interessante vederlo giocare in Europa, ora, dopo le esperienze con le maglie di Defensor Sporting, Cruzeiro e, appunto, Flamengo.
E che dire di Füllkrug, Doan e Juranovic?
A proposito di eliminati al primo turno, ci si è chiesti se un maggiore impiego dell'”attaccante senza un dente” e vecchio stampo Niclas Füllkrug (Werder Brema), avrebbe potuto portare a un Mondiale migliore la Nationalmannschaft. E che dire di Ritsu Doan e Josip Juranovic? L’avanti giapponese ha dimostrato grandi doti tattiche, fisiche e balistiche coi suoi dribbling. Il terzino destro croato del Celtic si è invece rivelato un vero e proprio martello nella gara contro il Brasile, entrando nelle grazie del Torino, della Roma e non solo.