Dariya Derkach ha messo via, prima di arrivare a Parigi, un risultato che conta alla vigilia della terza Olimpiade che si prende e archiviare nel cassetto dei ricordi personali con l’auspicio di agguantare un successo personale mancato a Rio e a Tokyo.
Le ragioni non sono più da analizzare, ragionare, soppesare: a Parigi può ritrovarsi con la bandiera dell’Italia sulle spalle, come accaduto a Istanbul, il 4 marzo del 2023. Una data magica, per lei che quella bandiera l’ha voluta.
- Dariya Derkach a Parigi 2024: un passaporto voluto
- Il trasferimento dall'Ucraina in Campania
- L'incontro con l'atletica
- La carriera juniores e il nodo della cittadinanza
- Il trasferimento da Pagani a Formia
- La moto e il mare
Dariya Derkach a Parigi 2024: un passaporto voluto
A Parigi 2024, Dariya Derkach è una delle tripliste azzurre che difenderanno i nostri colori in una missione ambiziosa, sentita, forse più adesso che prima dell’epopea di Tokyo che, nella storia delle Olimpiadi, ha segnato una cesura per la nostra atletica.
Derkach ha scelto di essere italiana. Indossare la maglia azzurra ha richiesto un processo estenuante, che ha attraversato con una innegabile fatica per sua stessa ammissione, sul versante burocratico e conseguenza di quanto ha edificato in un passato recente (è nata nel 1993), quando le sono state precluse le opportunità derivanti dall’assenza della cittadinanza che ha ottenuto solo nel maggio del 2013. Ha incassato, senza cedere. E ha ottenuto la cittadinanza italiana, a più di dieci anni dal suo arrivo in Italia dall’Ucraina.
Il trasferimento dall’Ucraina in Campania
Non è una storia, è la vita di Dariya Derkach. Una bambina di appena nove anni, nata in Ucraina a circa 200 km da Kiev, ma che si trasferisce con la famiglia in provincia di Salerno, quando nulla era chiaro, immediato e le incognite erano notevoli.
Sua madre Oksana, è stata una triplista discreta ed il padre-allenatore Serhiy era specializzato nelle prove multiple: l’atletica era una cosa di famiglia. Il trasferimento in Italia non avrebbe mutato questo corso: bastava comprendere quale fosse la sua specialità.
L’incontro con l’atletica
Vive a Pagani, Dariya pratica diversi sport, tra cui tennis e nuoto. Ma all’atletica si avvicina con la testa, da adolescente e opta per il salto triplo. Da quando si è trasferita a Formia da un tecnico di alto profilo come Alessandro Nocera. La sua qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024 premia un lavoro estenuante, addirittura. Nel 2011 Derkach, figurava nella lista delle migliori mondiali under 20 nel salto triplo con la misura di 13,56 m e del salto in lungo con 6,55 m.
Misure che le avrebbero consentito la partecipazione nelle principali competizioni mondiali ed europee di categoria (juniores nel 2010 e/o europei under 23 nel 2011) se non fossero sorti problemi di cittadinanza. Ad esempio nel 2010, pur essendo ben piazzata nelle liste mondiali, ha rifiutato di gareggiare ai mondiali juniores di Moncton in Canada per l’Ucraina, decisa a difendere solo i colori della Nazionale italiana già a partire dai Giochi olimpici di Londra 2012. E ciò malgrado anche Spagna e Qatar le avessero offerto l’opportunità.
In una rara intervista dell’epoca, datata 12 dicembre 2012 rilasciata al sito Stranieri In Italia, esterna la sua personale convinzione che la maglia azzurra fosse l’unica possibile.
“La disciplina che preferisco è il salto in lungo, ma pratico anche tutte le altre” continua l’atleta. “Sono una ragazza competitiva e il momento della gara è quello in cui trovo me stessa. Papà è il mio allenatore e con lui c’è un rapporto unico, siamo praticamente amici e non potrei allenarmi con qualcun altro”. (…)Nonostante i suoi ottimi risultati non ha potuto partecipare alle Olimpiadi di quest’anno, perché non è ancora cittadina italiana per legge. Ma lei non si demoralizza, anzi. “Per tutti noi sportivi partecipare ai giochi olimpici è il sogno di una vita, ma se devo essere sincera il fatto di non aver partecipato a Londra 2012 mi ha dato tanta energia in più per andare avanti, ora vorrei spaccare il modo! Molti l’hanno definita l’erede di Fiona May, infatti non sono mancate proposte da tutte le parti del mondo. Qatar, Spagna e Ucraina le hanno offerto un posto tra le loro Nazionali, documenti facili e veloci per Olimpiadi last minute. Ma Dariya ha risposto così: “Io mi sento italiana, i miei primi ricordi sono qui, la mia vita è qui. Quindi vorrei indossare la maglia azzurra, gli altri colori non m’interessano”.
La carriera juniores e il nodo della cittadinanza
La cittadinanza italiana è arrivata solo nel maggio 2013: un obiettivo personale che condivise con delle dichiarazioni inequivocabili che hanno ribadito quanto già affermato in quelle parole della vigilia, perché non fosse possibile rapprentare una nazione diversa.
Tra prove multiple, lungo e triplo aveva già collezionato 18 titoli giovanili in sei anni ma essendo ancora senza passaporto italiano non aveva potuto partecipare alle rassegne internazionali. Nei tricolori under 23 del 2013 è atterrata a 6.67 nel lungo (MPN promesse) e a 13.92 nel triplo (seconda all time di categoria), specialità che l’ha portata all’argento nei successivi Europei under 23.
Derkach con la maglia azzurra
Il trasferimento da Pagani a Formia
Da atleta azzurra ha superato per la prima volta i 14 metri (14.15) nel 2016 allenata dal papà Serhiy (ex decatleta) a Formia, dove vive dalla fine del 2014, e dall’autunno del 2020 ha iniziato a seguirla anche la mamma Oksana che è stata una valida triplista (14.09 di record personale). È cresciuta con 14.31 nel giugno 2021, poi un altro progresso a 14.47 (quarta azzurra di sempre) passando sotto la guida tecnica di Alessandro Nocera con cui già collaborava e che ancora oggi, riporta il sito della FIDAL, è il suo tecnico.
Nel 2022 si è migliorata anche in sala con 14.26 mentre nel 2023 ha vinto l’argento agli Europei indoor e ha raggiunto la misura di 14.52 all’aperto. A Parigi cerca anche il suo riscatto personale, dopo Rio e Tokyo che non le hanno offerto le soddisfazioni sperate: in entrambe le edizioni dei Giochi non è arrivata alla finale, obiettivo che si era rimpromessa di raggiungere questa volta.
La moto e il mare
Tra i suoi hobby c’è la moto, che costituisce una passione autentica, ed è un’amante del mare. Sulla sua vita privata si conosce davvero poco (ed è una scelta anche questa) attraverso i social, che rappresentano più la condivisione di momenti di allenamento, concentrazione, lavoro in palestra e qualche rara gita domenicale in sella alla sua moto e nuotando.