Di derby ne ha giocati tanti, e anche da tecnico non è la prima volta per lui ma quello di domani è speciale davvero. Rino Gattuso solitamente è prodigo di consigli e suggerimenti per i suoi ma quando giochi contro l’Inter cosa vuoi dire alla squadra? Chi è che non sa quanto conta il derby? In questo momento, poi…”Ha ragione Suso, queste partite si preparano da sole. Bisogna essere bravi a non sentirla troppo e non perdere troppe energie in campo. La serenità la può dare l’allenatore, questa settimana mi è venuto spontaneo e non mi sono sforzato. Devo dire che non ho dato nessuna pressione”. Eccola la chiave. Guai a farsi prendere dall’ansia: “Dobbiamo stare attenti. L’ultimo derby di campionato l’abbiamo giocato con troppa paura. Dobbiamo rispettarli ma senza avere paura. Non basta solo saper palleggiare e creare occasioni da gol, ma saper soffrire e tenere botta. La grinta non si trasmette, la mentalità si trasmette. Tante volte bisogna capire con chi parli e chi hai chi fronte, se carichi troppo chi non regge la pressione crei dei problemi, l’anno scorso all’inizio ho commesso questo errore. Se vedo qualche giocatore che non si impegna posso intervenire, ma questo non l’ho notato, mi piace preparare la partita con tranquillità e non dare troppa pressione”.. Tre su tutti i pericoli: “Dobbiamo fare attenzione sui calci piazzati, sui movimenti di Icardi e Perisic”.
GIOCO AL MASSACRO – Anche questa settimana da Romagnoli a Suso tutti hanno manifestato affetto e gratitudine per il lavoro di Gattuso che però svela: “Qualcuno forse mi odia, non faccio i nomi. Questo fa parte della mia visione del calcio, voglio professionalità in allenamento, quando finiscono si parla dei problemi familiari. Sono pronto a tutto, quando mi fido delle persone mi strappo il cuore. Devo fare delle scelte, mi piace essere coerente e non ho peli sulla lingua. A loro piace, a qualcuno piace meno, ma io continuo così. Mi ha fatto molto piacere sentire queste parole, ma il 20% mi massacrerebbe”. Ma chi è più forte, Inter o Milan? Noi oggi pecchiamo un po’ in fisicità, la differenza è questa. A livello tecnico non ci sentiamo inferiori, anzi, abbiamo qualcosa in più. Penso che ci sia la consapevolezza tra i giocatori di sentirsi più forti, la squadra a livello mentale si sente molto più forte dell’anno scorso”.
SVOLTA HIGUAIN – Il pensiero va al derby vinto l’anno scorso: “L’anno scorso siamo stati molto fortunati nell’ultimo derby, non abbiamo giocato per nulla bene, meritavano loro. Non so come si vincono i derby, so come ero teso. La vivo meglio ora, da giocatore non passava mai la giornata. Ora passa molto di più”. Anche perchè c’è una garanzia che si chiama Pipita: “Mi affido al collettivo, o si inventa un gol alla Weah o qualcuno a Higuain gliela deve dare in modo da metterlo in condizione di farlo segnare. Higuain ha alzato l’asticella, i nuovi arrivi hanno dato qualcosa. La squadra è più completa rispetto all’anno scorso, creiamo di più. L’anno scorso creavamo ma sbagliavamo tanto, quest’anno finalizziamo di più”. Un capitolo a parte merita Calhanoglu: “Nelle ultime due partite con la Nazionale è stato molto vivo, spero di vedere il Calhanoglu visto in Nazionale. Con lui ci parlo sempre, come parlo con tutti, nell’arco di una stagione si possono avere delle difficoltà. Hakan forse ha bisogno più di tutti di parlare e lavorare sulla testa, ha avuto dei problemi a livello familiare, sappiamo dove possiamo aiutarlo. Ha bisogno di più affetto, viene da un periodo non brillantissimo familiare, gli siamo vicini”.
LA REPLICA A BERLUSCONI – Ultima riflessione sulle parole di Berlusconi che continua a criticarlo perchè non gioca sempre con due punte: “Secondo voi posso convincere un presidente così vincente? Non sono arrabbiato, per me non c’è nulla di nuovo. Non lo sento da due mesi ma per quattro mesi mi ha sempre detto che questa squadra deve giocare a due punte. Ho grandissimo rispetto per quello che mi ha fatto vincere, può dire tutto quello che vuole. Gli ho dato le mie spiegazioni, ma il rispetto e l’amore è immenso, non mi offendo. Provo sempre a dargli spiegazioni sulle mie scelte. Non è vero che non gli piace questo Milan, non gli piace perché non c’è il secondo attaccante, secondo me a tratti gli piace”.