Non è affatto la sua psicologa, eppure adotta le strategie più efficaci quando deve indirizzare Nole verso l’obiettivo, se dovessimo misurare i risultati delle sue azioni su quel che abbiamo visto – e ammirato – in questo Roland Garros. Si celebra Jannik Sinner e il suo primato, ma Parigi insegna anche come e quanto Novak Djokovic sia un giocatore geniale.
Jelena Ristic, coniugata Djokovic, con la sola potenza dello sguardo impartisce quelle indicazioni che sanno attingere alle risorse di un campione eccezionale, forse non sempre simpatico e condivisibile nelle sue manie e nelle sue scivolate.
- Jelena Ristic, la moglie-psicologa di Djokovic
- Chi è Jelena Rostic Djokovic
- L'incontro a scuola
- L'università Bocconi e il rapporto con Milano
- Il trasferimento a Monte Carlo
- I due figli
- L'idillio e la crisi del 2017
- Che cosa fa oggi, il suo ruolo nella Fondazione
Jelena Ristic, la moglie-psicologa di Djokovic
Durante il match contro l’argentino Cerundolo, capace di destabilizzare Nole fino a trasfigurarlo nella versione più frustrata e meno divertente di sé, l’attenzione si è spostata su di lei, che dalla tribuna ha sferrato sguardi e mosse talmente abili da imprimere una svolta nell’ex numero 1 al mondo (prima di Jannik Sinner), l’uomo dei record e delle esagerazioni.
Più del menisco, più della terra battuta, più del Roland Garros, è riuscita Jelena che ha doti e qualità tali da superare coach e team di specialisti, al seguito del più grande tennista serbo, punta del triangolo dei big three.
Chi è Jelena Rostic Djokovic
Jelena Rostic è diventata così un trend, di nuovo, una figura emblematica ed enigmatica al tempo stesso pur non avendo certo scelto, né imposto alle telecamere e ai media in generale di seguirla in una partita dove i protagonisti assoluti sono divenuti lei e Nole, con Cerundolo relegato al ruolo di attore non protagonista di questa sceneggiatura da Oscar con tanto di costruzione di una presunta lite, di una divergenza a distanza, tra campo e tribuna.
La battuta finale di Djokovic non ha scansato l’equivoco, prestandosi a una narrazione che ha imparato ad accrescere e a sostenere, anche quando in passato ciò ha significato esporsi per le sue posizioni anche al pubblico diniego. Sua moglie è rimasta un caposaldo della loro comune impresa, della loro solida opera di sostegno alla loro famiglia e agli obiettivi che stanno perseguendo da sempre, dal loro primo incontro.
Jelena è spesso presente in tribuna. Lo era anche quando Novak vinse gli US Open, il suo 24esimo titolo che ha consentito al campione serbo di fare la storia del tennis pareggiando il record, per il maggior numero di titoli del Grande Slam in singolo con la collega professionista Margaret Court. La loro è una unione di intenti, oltre che una relazione di durata quasi ventennale. E ciò va detto, va spiegato che l’intesa vista va oltre la sfera sentimentale.
Ed è sempre Jelena ad aprire a una stagione nuova, nella carriera di Nole quando a La Nacion risponde alla domanda, tra le domande:
“Se posso aiutare Novak a continuare a giocare a tennis perché è questo che lui vuole, sono pronta a farlo e a rimanere al suo fianco”. Dose rincarata, in un passaggio ulteriore. “Adesso viaggio meno per via dei bambini, ci sono tanti tornei e la carriera di Novak va avanti. Adesso sta scegliendo i posti giusti dove andare. Non sono affari miei, farà quello che vuole per tutto il tempo che vuole. I bambini adorano quello che fa e io lo sostengo, siamo molto orgogliosi di lui. In effetti, se possiamo aiutarlo a rimanere più a lungo nel circuito, lo faremo, tutti insieme, io per prima. Sia Stefan che Tara capiscono che il loro padre è un gran lavoratore, molto rispettato. Vedono che ha tanti fan in giro per il mondo, le attenzioni che riceve, a volte li ho sentiti dire: ‘Sai chi è mio padre?’. È una sorta di vanto infantile, ma l’altro significato lo si apprende attraverso il lavoro della fondazione. Questo è ciò che vuole anche Novak: cambiare il mondo per i bambini”.
L’incontro a scuola
In questa costruzione, Jelena e Novak hanno incominciato a conoscersi durante gli anni della scuola superiore a Belgrado, quando avevano maturato obiettivi differenti nei rispettivi ambiti di competenza: Nole era già un predestinato e da lì a poco avrebbe frequentato la migliore Accademia per formarsi, mentre Jelena nutriva tutt’altra ambizione.
Erano entrambi sportivi e amavano il tennis, certo. Ma uno era un campione con la racchetta già a 18 anni, l’altra aveva una evidente predisposizione per il business.
Jelena e Novak erano insieme mentre la carriera tennistica di Djokovic stava per incanalarsi, stava decollando, ma Ristic aveva chiarissimo fin dall’adolescenza quali fossero i suoi obiettivi personali su cui intendeva concentrarsi. A Hello!, Jelena aveva confermato che andare all’università all’estero fosse il suo scopo primario, aggiungendo che poiché i suoi genitori non erano in grado di finanziare quel tipo di istruzione, questa situazione “implicava che fossi la studentessa migliore delle scuole elementari e superiori, per vincere borse di studio”.
L’università Bocconi e il rapporto con Milano
Jelena così fa le valigie presto: destinazione Milano, Università Luigi Bocconi dove studia e si specializza in gestione dei marchi di lusso rimanendo profondamente legata alla città, all’Italia e al contesto della sua formazione. Impara a parlare l’italiano e così anche Nole, che frequenta molto spesso la città meneghina dove studia Jelena, che raggiunge quando può e incomincia ad appassionarsi al Milan, squadra che tifa.
“Il nostro stare insieme era quasi come una fantascienza”, ha confessato poi Jelena a Hello! . “Io ero una studentessa che riusciva a malapena ad arrangiarsi e lui era un tennista molto giovane, che non aveva soldi da spendere per viaggi costosi”. “All’epoca i voli erano qualcosa di completamente fuori dalla nostra portata”, ha continuato. “Abbiamo ideato e ideato questi piani su come incontrarci, su come far funzionare la nostra relazione”.
Jelena Ristic e Djokovic nel 2009
Il trasferimento a Monte Carlo
Dopo l’università, il ciclo si chiude. Il quadro era ormai mutato: i due andarono a vivere insieme a Monte Carlo, dove la neo bocconiana trovò un lavoro temporaneo presso una compagnia petrolifera.
Non molto tempo dopo essersi trasferita a Monte Carlo con Djokovic, Jelena finì per lasciare il suo lavoro presso la compagnia petrolifera, come spiegato sempre a Hello! per via del tempo impegnato. “Ad un certo punto Novak mi ha detto: ‘Tesoro, non possiamo andare avanti così'”, ha detto.
Dopo aver lasciato la sua posizione, Jelena ha continuato a ricoprire il ruolo di Direttore della Fondazione Novak Djokovic che ha reso una realtà efficiente dal punto di vista dei progetti. All’HuffPost, ha dichiarato poi, ha spiegato meglio il fine ultimo della fondazione e del suo ruolo: Novak e la sua famiglia hanno creato l’organizzazione nel 2007 per aiutare i bambini svantaggiati in Serbia dando loro l’accesso all’istruzione della prima infanzia.
Jelena e Novak si sono sposati nel 2014, poco meno di una settimana dopo la seconda vittoria a Wimbledon, a Sveti Stefan, la perla del Montenegro in un contesto idilliaco e romantico, ma estremamente aderente a quel che avevano già costruito insieme in questa unione intrecciata agli interessi. A parte una parentesi nel mondo della moda, Jelena è rimasta concentrata sulla Fondazione e l’ha resa quello che è adesso.
I due figli
Ristic era incinta del loro primo figlio della coppia quando si sposarono: il 22 ottobre 2014 è nato Stefan Djokovic. Tre anni dopo l’arrivo di Tara. In un post su Instagram che annunciava la nascita di Tara, Novak aveva celebrato l’arrivo della bimba con queste parole: “Molto felice e orgoglioso di accogliere la nostra bambina Tara a casa nostra. Jelena e io siamo stati mano nella mano nella loro viaggio e come uomo, devo inviare il mio amore e la mia ammirazione a ogni singola donna là fuori per aver attraversato così tanto dolore e sforzi per creare la vita, per portare la vita e crescere un essere umano… che benedizione avere l’opportunità di essere un genitore!”.
Una volta al Daily Mail, Jelena ha detto di dover controllare le emozioni per non destabilizzare Nole. “Devo stare attenta perché non voglio emozionarmi troppo e distrarre Novak. Si tratta di ciò che vogliono i ragazzi”, aveva affermato. “Non vogliamo che ci vedano emozionarci. Quando sono a casa a guardarlo in TV, mi appassiono ancora di più perché so che le telecamere non sono su di me”. Frasi più che attuali, visto il clamore di questi giorni a ridosso del Roland Garros 2024.
Le sue interviste e i ritratti, compresi alcuni su People molto suggestivi, non sono rari: ha saputo ritagliarsi la sua percentuale di visibilità, pur non subendo il successo. Lo gestisce.
L’idillio e la crisi del 2017
Il loro idillio è su Instagram senza alcuna interruzione di continuità. Il 10 luglio 2022, Jelena aveva supportato Novak durante la sua vittoria a Wimbledon, lo stesso giorno in cui la coppia celebrava il proprio anniversario di matrimonio. Per celebrare il traguardo, ha pubblicato un carosello di dolci foto della coppia nel corso degli anni insieme alla didascalia “8 anni sposati su 17 anni di crescita insieme 😉☺️😍🥰”.
Più tardi quello stesso giorno, Jelena aveva condiviso una foto dei due abbracciati sugli spalti di Wimbledon. “CAMPIONE DEL WIMBLEDON 2022 🙌🏼🙌🏼🙌🏼🙌🏼🙌🏼🙌🏼 🥰🥰🥰🥰”, aveva pubblicato. E poi Australian Open e quel che è stato. Nel giugno 2023, Jelena ha assistito alla vittoria di Novak al suo terzo Open di Francia. Si è seduta accanto all’amico di lunga data di Novak, Tom Brady , per tifare per il tennista. Gli è sempre accanto, anche stavolta.
Il sodalizio ha vissuto una sorta di crisi solo qualche anno addietro quando Nole fu accostato all’attrice di Bollywood Deepika Padukone, ma quella crisi rientrò velocemente con l’arrivo della figlia e un rapporto rinnovato anche nel business.
Jelena in tribuna con Ivanisevic e lo staff, Wimbledon 2023
Che cosa fa oggi, il suo ruolo nella Fondazione
Nole, fonte ATP, ha guadagnato in carriera 182,043,906 di dollari dalla sola attività tennistica, senza considerare il resto. Djokovic è un brand forse, addirittura, un ideale, un mito ai limiti del politico. Sua moglie è indubbiamente una figura decisiva nella gestione e le sue competenze tecniche e i suoi interventi, quale che sia il piano considerato, ne dimostrano l’intelligenza. vent’anni assieme vogliono dire anche questo: saper edificare e cementificare un sodalizio che vada oltre.
Jelena Ristic è presidente della fondazione creata dal campione e direttrice della rivista Original, che tratta temi che ruotano intorno all’empowerment femminile. Non ha mai fatto mistero delle sue posizioni, anche durante la pandemia quando Nole proprio per le sue idee su vaccini e la mancata vaccinazione anti Covid era diventato un caso politico. A dimostrazione che, Djokovic e Ristic, sono una cosa sola, un marchio unico.