Entrambi caster professionisti, appassionati di League of Legends, capita spesso di vederli commentare insieme eventi esportivi: stiamo parlando di KenRhen e Terenas, una coppia esplosiva nel panorama dell’eSport italiano, che abbiamo voluto raccontarvi in un’esclusiva intervista doppia per i microfoni di Virgilio.
Roberto “KenRhen” Prampolini, definito la “Barba della conoscenza” di League of Legends, è un caster, giornalista e analista per gli LCS EU, NA e PG Nationals. Lapo “Terenas” Raspanti è un cronista esportivo (play-by-play), streamer e Youtuber di LOL, dove gioca principalmente come Ranked.
KenRhen e Terenas: 4 domande per conoscerli meglio
- Parliamo di eSport, tra pregiudizi e mancati riconoscimenti. Qual è la situazione attuale?
KenRhen: “Uno dei principali pregiudizi riguarda proprio la parola ‘eSport’. Molti tendono a collegarla direttamente alla parola ‘sport’ e quindi a fare paragoni sbagliati perché ‘non c’è attività fisica’, ‘non c’è contatto umano’… Niente di più falso! Gli eSport sono una dimensione a sé di competitività, legata al mondo dei videogame. L’interazione umana è ai massimi storici, perché si ha possibilità di interagire con chiunque in qualunque punto del mondo. L’unico modo di sfatare questi miti è vivere l’eSport, per rendersi conto di quanta emozione e dedizione i giovani giocatori mettono in quella che è nata come una passione ed è diventata oggi un lavoro”.
Terenas: “Dipende di quale titolo parliamo, perché per quanto riguarda League of Legends c’è stata negli anni una lenta crescita grazie alla community. Sugli altri titoli, invece, c’è una grande varianza di livello competitivo di streaming, eventi, tornei… perché magari i publisher non hanno saputo gestire bene il tutto, non hanno saputo far crescere la scena in Italia. Possono crescere, ma è veramente difficile”.
2. Player o team preferito?
K: “Su territorio nazionale, attualmente, le mie preferenze vanno su Dr.Matt. È un giocatore che milita all’interno di diversi team da quando il gioco è stato creato e, nonostante l’avanzare dell’età competitiva, è riuscito a mantenersi al top della forma e della competizione in Italia. Sull’internazionale penso che l’idolo indiscusso di chiunque giochi a League of legends rimanga Faker“.
T: “Nel mondo direi Bwipo, player dei Fnatic, veramente bravo, un mostro. Ha cominciato a giocare seriamente due anni fa, ma non pensava di arrivare ad alti livelli, anche perché non se lo poteva permettere. Poi la mamma si è ammalata gravemente e lo ha spinto a puntare sulla carriera esportiva. Grazie al suo impegno ottiene un grande successo e comincia a pagare le cure della madre, che ora sta meglio”.
3. Quali sono le 5 skill che un caster dovrebbe avere?
K: “Prima in assoluto la capacità di comunicare, non solo a livello verbale, comunicazione col pubblico, dal vivo e ancor di più attraverso i social; presenza scenica; una capacità di riconoscimento immediata (play-by-play); conoscenza più che approfondita del gioco (color caster tecnico); infine, capacità di adattamento, perché gli eSports cambiano continuamente (regole e dinamiche di gioco ndr)”.
T: “Partirei con una conoscenza del gioco estremamente avanzata; senz’altro una buona dialettica (pronuncia, ritmo, tempistica, tono di voce); passione per il gioco; una buona conoscenza dei team; infine, la capacità di interfacciarsi e interagire con la propria community”.
4. Sogni e progetti futuri?
K: “Sono più i sogni che sono riuscito a tirare fuori dal cassetto… Già vedere come in Italia questa dimensione competitiva del videogame si stia affermando è un grande successo per tutti gli addetti ai lavori. Nei miei progetti è tutto volto a far crescere quello che adesso state vedendo e che stiamo sviluppando”.
T: “Il mio progetto attuale è ‘a lungo termine’. Faccio il caster, ma potrei fare il community manager, ci sono tante possibilità con le esperienze e le abilità che sto apprendendo. Un sogno? L’idea che in Italia gli eSports siano trattati come uno sport normale, senza questo enorme pregiudizio. Ci si può lavorare”.
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