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Klitschko: "Ucraina? Non mollo, mio passato da pugile fondamentale"

La leggenda del pugilato è adesso sindaco di Kiev: "Qui è l’inferno, non si può comprendere cosa stiamo passando".

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Klitschko: "Ucraina? Non mollo, mio passato da pugile fondamentale" Fonte: Getty Images

A La Gazzetta dello Sport Wladimir Klitschko, tra i più forti pesi massimi della storia del pugilato e attuale sindaco di Kiev, ha parlato della situazione in Ucraina: “Ho visto i corpi a pezzi dei miei fratelli ucraini, case distrutte, famiglie che hanno perso tutto. E non posso mollare”.

Klitschko infatti si occupa della difesa territoriale della capitale ucraina: “Ho visto brutalità, torture, stupri. Sono stato a Bucha e a Kramatorsk, i luoghi delle stragi. I militari russi hanno legato le persone prima di ucciderle, tra loro anche bambini. Hanno stuprato le donne e le hanno lasciate lì per strada. A Bucha, vicino Kiev, c’erano cadaveri ovunque. Uno dei corpi a terra era di un signore anziano con un foro dietro la nuca, accanto a una bicicletta. È stato ucciso a sangue freddo mentre tornava a casa. Un’esecuzione, un crimine di guerra. La strage di Bucha è un genocidio, l’ho visto io”.

“Da quando è iniziato il genocidio sono morti più di 400 bambini, più migliaia di civili, molti torturati e poi freddati – continua Klitschko -. Non posso pensare che gli esseri umani stiano facendo questo ad altre persone, abbiamo bisogno d’aiuto. Non servono gli eserciti, ma le armi, così possiamo difendere le nostre case. La nostra terra. I russi? Vanno lasciati soli, tagliati fuori da tutto. Niente più affari o accordi economici, E neanche il silenzio. Serve solo una condanna netta. C’è il nostro sangue sulle loro mani, fare un trade oggi con la Russia significa aiutarli indirettamente nella lotta contro di noi. La propaganda russa sta infettando il mondo. Ai cittadini è stato fatto il lavaggio del cervello come accaduto nel Terzo Reich 80 anni fa”.

Klitschko è stato un grande pugile e adesso sta difendendo con le armi l’Ucraina. Il suo passato nel mondo della boxe lo ha aiutato: “È fondamentale. Io sono ciò che sono grazie al ring, e questo mi sprona a resistere mentalmente, non solo fisicamente. Qui è l’inferno, non si può comprendere cosa stiamo passando”.

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