La nuova Atalanta ripartirà lunedì 4 luglio con il raduno a Zingonia in vista della stagione 2022-’23.
Di nuovo in realtà ci sarà ben poco, almeno per il momento, perché Gian Piero Gasperini è rimasto al timone e perché la campagna acquisti non ha ancora portato alcun rinforzo.
Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’ il tecnico torinese è tornato sulla deludente seconda parte della scorsa stagione, costata alla Dea la mancata qualificazione alle coppe europee dopo cinque anni di partecipazioni consecutive.
Fine di un ciclo? Secondo il Gasp sì, tanto è vero che l’allenatore ha ammesso di avere confidato alla società al termine del campionato l’intenzione di farsi da parte, respinta dai Percassi: “Con i Percassi c’è un rapporto di stima reciproca e gratitudine che non verrà mai meno. Alla fine del campionato avevo detto loro che forse ero io quello che doveva andare via, ma non hanno preso in considerazione questa ipotesi”.
Decisivo l’affetto dei tifosi: “Al termine della partita contro l’Empoli ho sentito l’affetto della gente che voleva che restassi: io ero davvero pronto ad andare, ma l’affetto e la fiducia che ho toccato con mano mi hanno convinto a rimanere. Voglio ricambiare, siamo pronti per ripartire di slancio”.
Restano però i dubbi sul mercato, quello che verrà e quello che è stato nelle ultime sessioni. Gasperini “punge” e parla anche della nuova proprietà statunitense:
“L’ingresso degli investitori americani è una grande opportunità per la società e per la città, anche se io ho avuto pochi contatti con loro, giusto cinque minuti con Pagliuca. Mercato? Non abbiamo ancora fatto niente, ma non posso rimproverare nulla al club, anche se penso ci sia la necessità di rinfrescare la rosa, diversi giocatori sono qui da prima che arrivassi io. Di esterni ne abbiamo presi tanti, forse sbagliando qualche acquisto, in attacco siamo sempre rimasti più o meno gli stessi e invece è proprio ritoccando qualcosa davanti che le grandi si rinforzano. In avanti non è stato fatto quello che ho chiesto e il risultato è che arrivavamo a fare tic-toc al limite dell’area senza segnare e prendevamo gol in contropiede: questa non è la mia squadra. Comunque ripartiremo con la rabbia per la mancata qualificazione alle Coppe, non siamo una grande, ma lavoriamo per diventarlo”.