Il ritorno di Max Allegri alla Juventus è…un film già visto. Prima del tecnico livornese, infatti, altri due tra gli allenatori più vincenti della storia del club bianconero sono tornati a Torino dopo aver fatto un’esperienza altrove. E lo hanno fatto vincendo. Chi “solo” una Coppa Uefa, come Giovanni Trapattoni nei primi anni ’90, e chi molto di più, come Marcello Lippi (due scudetti e una finale di Champions).
Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport, il ct campione del mondo 2006 elogia la scelta della Juve e di Max di tornare insieme: “Quando ho parlato con Max gli ho detto subito che anch’io sono tornato a Torino dopo due anni e ho vinto due scudetti giocando un’altra finale di Champions League. Non sarà una minestra riscaldata, ma una prelibata ribollita di grande qualità”.
“Mi rivedo in lui. Le analogie tra noi sono tante: la toscanità, il fatto che lui sia arrivato alla Juve a 47 anni e abbia vinto subito lo scudetto come avevo fatto io a 46. Max è uno degli allenatori moderni più esperti, scaltri e maliziosi, in senso buono, che ci siano. E tra i più capaci a gestire certe situazioni. Anche la filosofia è quella: squadre organizzate, moderne, offensive, ma senza esagerare, sempre alla ricerca del bel gioco ma anche dei risultati”.
Lippi dà poi la propria griglia in vista della Serie A ai nastri di partenza: “La Juve è sempre favorita per lo scudetto, quest’anno ancora di più: non ha vinto, quindi è affamata e ha voglia di rifarsi. Ma l’Inter è al suo livello: dopo aver perso Lukaku sta per comprare Dzeko e non credo venderà più. Vedo bene il Napoli, mi sembra molto aggressivo e compatto grazie soprattutto a Spalletti che sa unire il gruppo. L’attacco è sempre ben organizzato, dovrà lavorare su altri reparti. Mourinho è un bel ritorno per il calcio italiano, mentre al Milan serve semplicemente che giochi Ibrahimovic, è fondamentale che recuperi presto dall’infortunio e non si faccia di nuovo male. È importante quando sta in tribuna, figurarsi in campo. L’Atalanta si confermerà ad altissimi livelli. Zapata è molto importante, non so se davvero se ne priverà”.
Chiusura ancora sulla Juventus e sulla sua anima giovane e italiana, sulla scia del trionfo ad Euro 2020: “Chiesa è una ‘bestia’, un animale da lotta e da corsa. Costruisce decine di occasioni per sé e per gli altri. Vorrei vedere Locatelli alla Juve. Mi è piaciuto tantissimo all’Europeo, si è dimostrato il centrocampista più completo del nostro calcio: marca, imposta, si inserisce, distribuisce il gioco, fa gol. Sa fare tutto”.