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Marino Bartoletti si arrende: Vigliacchi, maleducati e ignoranti

Il giornalista costretto a chiudere la sua pagina Facebook che rischiava di dar spazio a troppi commenti violenti

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Si è arreso dopo cinque anni di pensieri e parole. Marino Bartoletti sulla sua pagina Facebook “Bar-toletti” da 2016 ha raccontato di tutto, ricordi, emozioni e persino vicende intime e personali come la battaglia che ancora sta conducendo contro il cancro ma ora dice basta. L’ex giornalista Rai ha pubblicato un ultimo post per spiegare le ragioni che lo costringono a chiudere questa vetrina social nonostante la solidarietà che in queste ore si sta riversando su di lui. Quasi seimila commenti per cercare di fargli cambiare idea e di non darla vinta a chi non ha capito lo spirito dell’iniziativa.

Bartoletti spiega perché chiude la sua pagina Facebook

La lunga lettera d’addio di Bartoletti è intrisa di passi commoventi:  “E’ vero, ho trovato tantissimi compagni di viaggio meravigliosi che mi hanno seguito nello spirito e nel piacere di un fertile scambio. Ma ho anche trovato una massa – a un certo punto per me incontrollabile – di personaggi sostanzialmente votati all’infelicità (oltre che all’insolenza, all’ignoranza, alla maleducazione gratuita, alla provocazione, alla ricerca dell’attimo di gloria, alla negazione dell’evidenza, all’anonima vigliaccheria, al vittimismo, alla grafomania perniciosa, al fanatismo, all’odio insensato, in alcuni casi alla barbarie) “grazie” ai quali ho capito che il mio tempo era assolutamente sprecato. E, dunque, che il piccolissimo tentativo di “civilizzazione” era naufragato.

A volte ho avuto la sensazione che qualsiasi cosa scrivessi risultasse completamente inutile a chi aveva già in canna una risposta “a prescindere”: contro la quale ogni forma di dialogo è compromesso in partenza. Per non parlare dell’”ultraismo” cieco e irragionevole: per cui un post sull’interessante (e raro) incontro Guccini-Sarri, o un altro su galantuomini come Baggio e Baresi citati ad esempio di sportività diventano pretesto di scontri e insulti incrociati fra followers che risalgono le generazioni e che ovviamente non c’entrano nulla con lo spirito originale di ciò che è stato scritto.

Ma sono solo gli ultimi esempi. Io posso anche leggere, rispondere, tacere, replicare, ingoiare o, al limite bloccare (cosa che ho fatto raramente, sempre convinto che non sia la strada più costruttiva): però non posso passare i miei giorni (e le mie notti) a fare la “sentinella” di quello che poteva e doveva essere un fertile terreno di confronto e che invece troppe volte è diventato un incontrollabile e spesso incivile campo di battaglia da parte di chi ha solo il desiderio di aggredire, offendere e avvelenare i pozzi di una corretta convivenza (spesso nel nome di un’”appartenenza” interpretata in maniera invasata).

Ma a questo punto non più sulla mia pagina, grazie! Ce ne sono decine e decine di più “adatte” Quelle nelle quali il confronto è fatto solo di livore, quando non di urla zotiche e selvagge! Che ovviamente non sono il mio genere! Molti di voi mi mancheranno”.

 

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