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Mondiali Qatar 2022, Arabia Saudita in festa: i segreti del mago Renard

Il re Salman ha indetto una giornata di festa nazionale per celebrare la vittoria sull’Argentina: intanto il mondo riscopre il c.t. francese che l’ha resa possibile 

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L’Arabia Saudita si ferma oggi per celebrare gli eroi che ieri hanno battuto l’Argentina ai Mondiali di Qatar 2022: il re Salman ha infatti indetto una giornata di festa nazionale per onorare un risultato storico per lo sport saudita. Il successo sulla Selecciòn sarebbe però stato impossibile senza il lavoro del “mago” Hervé Renard, un c.t. abituato a imprese straordinarie.

Mondiali Qatar 2022: Renard mago giramondo dell’Arabia Saudita

Nato a Aix-les-Bains, paesino savoiardo ai piedi delle Alpi, il 54enne Renard è un allenatore giramondo specializzato infatti nel ribaltare i pronostici. Dietro lo sguardo da duro, il fisico da palestrato e la camicia bianca d’ordinanza – un vero amuleto, almeno secondo i tifosi della Costa d’Avorio, di cui il francese è stato c.t. – si nasconde un allenatore scaltro e coraggioso, che ha iniziato giovanissimo a studiare i modi in cui Davide avrebbe potuto battere Golia.

Mediocre difensore con la maglia del Cannes e del Draguignan, Renard fu costretto a lasciare il calcio a soli 29 anni per un infortunio. Da allora ha iniziato ad allenare, allargando il concetto di gavetta a livello internazionale: dopo due anni al Draguignan, infatti, accettò il ruolo di vice di Claude Le Roy nel club cinese dello Shanghai Cosco. Fu la prima esperienza di una carriera che portò Renard ad allenare in Inghilterra e Vietnam e poi a iniziare un lungo percorso nel calcio africano, ancora come secondo di Le Roy sulla panchina del Ghana.

Mondiali Qatar 2022: Renard e il record in Coppa d’Africa

Nessun preconcetto tattico, nessuna lezione sul “suo calcio”: Renard adatta il gioco al materiale a disposizione, ma riesce ad aggiungere un alto livello di organizzazione e una buona dose di coraggio, come dimostrato anche ieri dalla sua Arabia Saudita, schierata con la difesa altissima contro i talenti dell’Argentina.

Il suo capolavoro è quello con lo Zambia, nazionale condotta prima ad uno storico quarto di finale nella Coppa d’Africa 2010 e poi – dopo una parentesi tra nazionale angolana e gli algerini dell’USM Alger – fino alla vittoria del trofeo nell’edizione successiva (2012), arrivata in finale ai rigori contro la Costa d’Avorio di Didier Drogba. Un’impresa clamorosa per una nazionale, lo Zambia, con un passato importante ma che non aveva mai sollevato la Coppa e che soprattutto non poteva vantare giocatori del livello di altre squadre come Ghana, Nigeria o Egitto.

Tre anni dopo, Renard dimostrò di poter vincere anche alla guida di una big, guidando proprio la Costa d’Avorio alla vittoria della Coppa d’Africa in Guinea Equatoriale e diventando così il primo allenatore a conquistare il trofeo con due diverse nazionali. Tra quel trionfo e la vittoria di ieri c’è la cavalcata del Marocco, riportato da Renard ai Mondiali dopo 20 anni grazie a una storica vittoria per 2-0 in casa della Costa d’Avorio: a Russia 2018, i maghrebini uscirono subito, ma i tifosi della Spagna ancora ricordano la fatica fatta per riuscire a pareggiare (2-2) l’ultima gara del girone.

Mondiali Qatar 2022: Renard e la fiducia nell’Arabia Saudita

Quattro anni dopo, il suo cammino è ripartito dal 2-1 all’Argentina, risultato definito “totalmente folle” dallo stesso Renard. Che, però, ha anche chiarito di non essere ancora soddisfatto: “Ci aspettano altre due partite”. Magari anche qualcuna in più, se i sauditi continueranno a mettere in campo organizzazione e coraggio, così come insegnato loro dal “mago” francese.

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