Nonostante la sconfitta contro i padroni di casa della Costa d’Avorio in semifinale, la Coppa d’Africa della nazionale della Repubblica Democratica del Congo si è chiusa con un eclatante gesto di protesta in campo prima del calcio d’inizio.
Durante l’esecuzione dell’inno nazionale, giocatori e staff congolesi hanno, infatti, posato con una mano sulla bocca e una a mimare il gesto di una pistola puntata alla tempia. Come riportato da “Il Corriere della Sera”, attraverso il loro gesto choc, i calciatori hanno voluto mandare un fortissimo messaggio per sensibilizzare circa le violenze atroci derivate dei conflitti interni che da decenni dilaniano il paese.
In particolare, la Repubblica Democratica del Congo è attanagliata a fasi alterne dal 2004 dalla guerra civile tra l’esercito governativo e i ribelli dell’M23 nella zona del Nord Kivu. Un conflitto tremendo, che ha già provocato più di 45mila morti e costretto una larghissima parte della popolazione ad abbandonare le proprie case. Alla protesta ha aderito anche il Commissario tecnico della nazionale centrafricana, il francese Sébastien Desabre, alla guida dal 2022.
La gara, decisa da una rete dell’attaccante del Borussia Dortmund, Sébastien Haller, ha vissuto anche attimi di tensione, con fumogeni in campo e un tentativo di invasione di campo prontamente sventato dalla sicurezza dell’Olympic Stadium of Ebimpé di Abidjan.
In finale, la Costa d’Avorio sfiderà la Nigeria degli “italiani” Osimhen, Lookman e Chukwueze, che ha superato ai rigori il Sudafrica dopo il rocambolesco 1-1 dei tempi regolamentari.
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