Inno d’Italia sovrastato dai cori e dai fischi dei tifosi all’Olimpico per la finale di Coppa Italia. Al centro del campo, chiamato a interpretare il Canto degli Italiani c’è un Al Bano che prova a vincere il duello a distanza, ma deve arrendersi, prima di sbottare nel finale.
- Al Bano sommerso durante l'inno
- Al Bano perde il confronto con i tifosi
- La rabbia di Al Bano
- Al Bano e il rapporto con il calcio
Al Bano sommerso durante l’inno
Inno d’Italia sommerso dai cori e dai fischi dei tifosi sugli spalti. Inizia così con un altro caso la finale di Coppa Italia che, dopo gli scontri tra supporter di Atalanta e Juventus sull’A1, vede anche il Canto degli italiani di Mameli interpretato da Al Bano al centro del terreno di gioco dell’Olimpico di Roma, subire un trattamento tutt’altro che lusinghiero.
Al Bano perde il confronto con i tifosi
Nemmeno la straordinaria voce del cantautore di Cellino San Marco è riuscita a reggere in confronto con la vergognosa scelta dei tifosi presenti sugli spalti dell’Olimpico. Al Bano ha provato invano a non stonare e a mantenere la concentrazione, ma gli assordanti cori non gli hanno concesso tregua, costringendolo all’errore.
La rabbia di Al Bano
Una mancanza di rispetto in piena regola per l’inno nazionale, che ha infastidito anche le autorità presenti e gli allenatori di Juventus e Atalanta, Allegri e Gasperini, inquadrati con volti tirati dalle telecamere. Visibilmente indispettito – e a ragione – Al Bano, ha provato a dare fondo a tutta la propria voce, portando a termine l’esibizione in modo polemico, ripetendo all’infinito “Italia! Italia! Italia!”, con lo sguardo severo e fisso verso le tifoserie.
Al Bano e il rapporto con il calcio
Prima dell’esibizione, Al Bano aveva rivelato a LaPresse la propria grande voglia di aprire al meglio la finale di Coppa Italia nella sua prima volta davanti a uno stadio: “Non vedo l’ora”, promettendo anche “qualche graffiata da artista“. Poi, in merito al rapporto con il calcio, il cantante aveva ammonito: “lo seguo ma non nella maniera sbagliata che fanno molti. Non sopporto quell’odio che esce, innaturale o naturale, quando si seguono le partite. A vincere deve essere sempre lo sport“.