Boris Becker nella sua gloriosa carriera tennistica è stato numero 1 del mondo, Campione Slam e anche allenatore personale di Novak Djokovic. Il tennista nordico, che sicuramente conosce bene quello che sta passando nella mente del Djoker in questo momento, ha concesso un’intervista nel corso del podcast di Eurosport Germania dove ha parlato a 360° dell’argomento Nole.
Ovviamente una battuta iniziale è su tutta la questione Australia e visto:
“Prima di tutto mi è dispiaciuto. Lo conosco molto bene e siamo ancora amici intimi. Molte cose sono andate storte. La domanda è: ‘Chi era il cattivo?’ Il pubblico pensa che sia Novak Djokovic. Però i suoi documenti sono giusti. Bisogna mettere le cose in chiaro: 26 giocatori del tabellone principale hanno chiesto al direttore del torneo degli Australian Open e allo stato del Victoria la speciale esenzione medica. Dei 26 giocatori, cinque lo hanno ricevuto, incluso Novak”.
Nole ha passato molti più guai del necessario anche solo per non aver chiarito da subito coi media la propria situazione:
“È una decisione personale rilasciare la tua cartella clinica. Non deve diventare una legge che tu dica a estranei: ‘Ho sofferto di questo due anni fa e questo tre anni fa e quest’ultimo settimana.’ Un po’ di privacy deve essere concessa. Poi puoi dire che lui, in quanto numero uno al mondo, ha un ruolo speciale, una funzione da modello, è vero. Ma nonostante tutto, è la sua vita, il suo diritto e la sua decisione. E anche questo devi rispettare”.
Una cosa che non ha di certo favorito Nole Djokovic in questo momento è stato senza dubbio il comportamento della sua famiglia:
“Il padre probabilmente è andato un po’ oltre. Sicuramente si pentirà di alcune delle dichiarazioni fatte quattro o cinque giorni fa. Il fatto che le dichiarazioni siano state fatte dalla sua famiglia non lo aiutato molto Novak secondo me. I suoi genitori sono molto emotivi – e anche suo fratello, non è sempre condivisibile ciò che dicono”.
Boris Becker comunque continua ad avere un’influenza su Nole Djokovic e sul suo mondo, ma non per questo considera giusto ogni cosa che faccia:
“Sono stato anche invitato al matrimonio – posso dire che sono sempre il benvenuto nel clan di Djokovic. Ma questo non significa che pensi che tutto ciò che fa sia giusto. Spero che Novak possa anche apprezzarmi per la mia onestà nel dire la mia. Ciò non significa che segua sempre la mia opinione. Mi chiedo anche cosa accadrà in futuro? Vuole avere questo tipo di ‘drama’ a ogni Grande Slam? Il Roland Garros ha sicuramente visto quel che è successo in Australia, così come Wimbledon e anche gli altri tornei. I regolamenti stanno andando in una direzione sempre più severa piuttosto che una direzione permissiva. Ecco perché la mia opinione è questa: Ragazzo, ora gioca gli Australian Open come puoi, ma poi cerca di capire che sarà più facile per te ti farai il vaccino. Non è detto però che lo faccia”.
Infine, una battuta sulla forza mentale del numero uno del mondo: come si presenterà al via degli Australian Open?
“È una mentalità da combattente di strada! Era nel bunker all’età di dieci quando gli aerei bombardavano la sua città. Un hotel in quarantena per lui è innocuo. Tuttavia, la sua preparazione probabilmente è la peggiore di sempre in questo caso. Non solo non è stato sul campo da tennis per sei giorni, ma non ha potuto mangiare ciò di cui si nutre abitualmente. Inoltre con la testa non è ancora sicuro. Posso giocare, non posso giocare, posso restare, devo andarmene? È la peggiore preparazione possibile. Se sarà vulnerabile, lo sarà nella prima settimana del torneo. Se riuscirà a superarla, allora per me diventa il favorito”.