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Papu Gomez e l'addio a Bergamo: "Non sono io il colpevole"

Grande nostalgia traspare dalle parole del Papu, che nonostante si trovi bene a Siviglia non dimentica ciò che è stato con l'Atalanta.

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Papu Gomez e l'addio a Bergamo: "Non sono io il colpevole" Fonte: Getty Images

La storia d’amore tra il Papu Gomez e l’Atalanta si è conclusa in modo davvero non degno. Screzi tra Gomez e Gasperini, la voglia di rimanere in Italia ma uno scontro frontale con la Dea che non concedeva sconti sul suo cartellino. E poi il volo in Spagna, al Siviglia, dove rimane forte ma non è più la stessa cosa, nonostante una serenità in apparenza ritrovata. 

Alejandro Gomez, in arte “Papu“, si racconta in una bella intervista ai microfoni di Sky Sport, dove torna a parlare dell’addio alla città, e alla squadra, del suo cuore:

“Sto cercando di capire come sia successo tutto questo, so di non essere il colpevole in questa storia. Non si poteva andare avanti così e ho preso la decisione giusta, sono contento e tranquillo per la scelta che ho fatto”.

In questi ultimi mesi, molti sono i tifosi che lo rivorrebbero in rosa, ma ovviamente fin che rimarrà Gasperini in sella questo non sarà possibile. Tuttavia, il Papu si dice soddisfatto della scelta fatta, non pentendosi di aver scelto Siviglia come sua casa. Tra l’altro, si sa che molto bambini anche scrivono a Gomez chiedendogli di tornare:

“Sto bene. Quando arrivano queste cose mi riempiono di gioia, arrivano dal cuore. Sto benissimo, sto facendo una esperienza meravigliosa che volevo fare da tanto tempo ma non pensavo di poterla fare. A Bergamo c’è tutta la vita del Papu, ho lasciato tutto lì. Il mio desiderio era continuare a giocare ad alti livelli, avevo offerte da MLS e Arabia ma non mi interessavano, volevo continuare a giocare in un campionato competitivo anche per restare in nazionale. Quando il Siviglia si è fatto avanti ho detto subito al mio agente di provare a chiudere. A Linda, mia moglie, ho detto che Siviglia per città e stile di vita mi ricorda un po’ i tempi di Catania. Tradizionalmente Siviglia ha una grande tradizione di giocatori argentini e indossare la maglia che ha indossato Diego è qualcosa che mi tocca”.

In ultimo gli viene chiesto se riesce a guarda ancora le partite della Dea, e cosa prova pensando a tutto quello che è stato fatto a Bergamo:

“Tristezza. Oggi faccio fatica a guardare le partite dell’Atalanta, non riesco a guardarle, mi fa male vedere i miei ex compagni. Sono felice per loro, stanno facendo bene ma io non riesco. Oggi la parola è tristezza, speriamo che col passare dei mesi possa cambiare”.

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