Razzismo contro Kessié, il Verona nega e scoppia la polemica

La presa di posizione del club veneto fa discutere.

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Razzismo contro Kessié, il Verona nega e scoppia la polemica Fonte: 123RF

Si infiamma la polemica dopo i cori beceri contro il centrocampista del Milan Franck Kessié. Gli ululati, arrivati da parte di alcuni tifosi del Verona, si sono sentiti distintamente per tutto il primo tempo del posticipo del Bentegodi, soprattutto dopo la contestatissima espulsione del centravanti polacco Stepinski. L’allenatore dei rossoneri Marco Giampaolo ha definito i cori contro il suo giocatore “inqualificabili”, nel mirino è finito anche Gianluigi Donnarumma per le sue origini campane.

L’ivoriano ha deciso di non commentare la vicenda, ma in zona mista è passato visibilmente contrariato. Questi episodi fanno seguito ai cori contro Lukaku a Cagliari, che hanno fatto il giro del mondo e puntato i riflettori sul problema razzismo in serie A.

A rinfocolare la polemica è stato lunedì lo stesso Verona, che sui social ha difeso i propri tifosi negando episodi di razzismo nei confronti dell’ivoriano: “I ‘buuu’ a Kessie? Gli insulti a Donnarumma? Forse qualcuno è rimasto frastornato dai decibel del tifo gialloblù. Cosa abbiamo sentito noi? Fischi, inevitabili, per decisioni arbitrali che lasciano ancora oggi molto perplessi, e poi tanti applausi, ai nostri ‘gladiatori’, a fine gara. Non scadiamo in luoghi comuni ed etichette ormai scucite. Rispetto per Verona e i veronesi”. Una presa di posizione che sta facendo discutere e divide i tifosi.

Chi ha condannato apertamente i cori razzisti in serie A è invece una delle stelle del campionato, l’attaccante della Roma Edin Dzeko, che  in un’intervista a Sky Sports ha denunciato il problema: “Penso che il razzismo sia un problema più grande in Italia rispetto ad altri Paesi, specialmente in Inghilterra. Spero, per il bene degli altri giocatori, che queste cose finiscano e che la Federazione possa vederlo e provare a fermarlo in ogni modo possibile”.

“Non so cosa dire. Ancora oggi accadono queste cose, in Inghilterra la situazione è decisamente migliorata, c’è sempre meno razzismo lì. In Italia il problema è più grande di quanto mi aspettassi. La Federazione deve proteggere i giocatori. È l’unico modo. Se senti qualcuno, lo bandisci dallo stadio. Non possono più venire, non abbiamo bisogno di queste persone”.

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