Manca solo l'ufficialità, anche se di solito l'annuncio è al contrario. Il ct azzurro Roberto Mancini, confermata la fiducia del presidente FIGC Gabriele Gravina, dovrebbe rimanere anche se l'umiliazione subita dalla Macedonia del Nord e l'addio ai Mondiali brucia. E non poco. Ci vuole un progetto vero, giocatori attaccati alla maglia azzurra e più educati, a vedere lo stato degli spogliatoi del Barbera di Palermo. La delusione per il Mancio è stata profondissima e accompagnata da molti dubbi.
Roberto Mancini ha guidato un'Italia sfatta e disgregata a compattarsi attorno all'ideale di un riscatto dovuto. Dovuto ai giovani, ai ragazzi, alle eprsone che hanno più sofferto le conseguenze della pandemia, che hanno pagato con un tributo troppo alto. Senza cedere alla retorica e con una indubbia capacità di respingere le insidie, è riuscito a creare attorno a sé un gruppo tecnico perfetto. Con gli amici e i fratelli di sempre, in primis Gianluca Vialli
Roberto Mancini, jesino classe 1964, è stato tra i migliori centravanti italiani di tutti i tempi. Nella Sampdoria, squadra nella squadra approdò nel lontano 1982, ha trovato l'ambiente ideale per esprimersi e lì è rimasto fino al 1997 regalando uno scudetto e una Coppa delle Coppe. Rimane dei sogni dei tifosi blucerchiati anche per la finale di Coppa Campioni. Con Genova è stato un grande amore, tanto che Mancini ha sempre affermato che non allenerà mai il Genoa per rispetto nei riguardi della famiglia Samp
Alla Lazio di Cragnotti, Mancini arriva nel lontano 1997: è la punta di diamante di una squadra che Eriksson suo mentore plasma in funzione del suo pupillo. E che regala grandi soddisfazioni ai tifosi. Nelle tre stagioni romane con la Lazio Mancini vince uno storico scudetto, l'ultima edizione della Coppa delle Coppe (1999), una Supercoppa UEFA battendo i campioni d'Europa del Manchester Utd (1999), due Coppe Italia (1998 e 2000) e una Supercoppa italiana (1998)
Dopo un passaggio lampo al Leicester City, nonostante l'annuncio del ritiro, Mancini mostra definitivo interesse a proseguire in qualità di allenatore. Con la Nazionale, da giocatore, il rapporto è tormentato e i ct dell'epoca gli preferiscono altri fantasisti, forse anche a torto. Un feeling, insomma, mai nato da giocatore. La sua carriera, d'altronde è stata un continuo sliding doors. da bambino ha superato una meningite e questo vissuto l'ha segnato. Inoltre, per un errore di indirizzo, non è mai stato formalizzato il suo ingresso nelle giovanili del Milan
Deciso a intraprendere la carriera di allenatore, diventa vice di Eriksson alla Lazio dove dimostra subito grande carisma e personalità
Con non poche polemiche, Mancini vive la sua prima vera esperienza di allenatore sulla panchina della Fiorentina, archiviando la vita da calciatore. Non dura molto a Firenze, ma è una scelta anche questa. Una delle tante, importanti scelte della sua carriera
Da compagni di spogliatoio alla Sampdoria a colleghi in Nazionale: con Gianluca Vialli, Mancini ha condiviso così tanto che nonostante le divergenze di vedute sono rimasti sempre legati. Sempre i gemelli del gol. Vialli fu rilevato dalla Juventus, mentre mancini andò a Roma. Uno strano incrocio perché il ct azzurro ha ammesso di essere stato tifoso della Juve e ammiratore di Roberto Bettega
Dopo l'esperienza alla Fiorentina e lo strappo, Mancini torna a Roma alla corte di Cragnotti che lo promuove allenatore. Un passo avanti importante nella sua carriera: due stagioni che lo lanciano in Serie A in via completa
Massimo Moratti e i suoi si innamorano di Roberto mancini che approda all'Inter nel 2004. La sua leadership e la capacità di individuare i giocatori in chiave mercato, rendono la squadra solida e competitiva anche sul versante europeo
All'Inter rimane fino al 2008. Mancini tecnicamente viene esonerato perché, dopo l'uscita dalla Champions davanti ai giornalisti l'11 marzo 2008 mette in discussione la sua permanenza in panchina. La società e il presidente si dicono sorpresi e lo esonerano a fine stagione preferendogli Josè Mourinho
Lasciata l'Inter, Mancini allena il Manchester City, Galatasaray, per qualche mese di nuovo l'Inter e lo Zenit San Pietroburgo
Quando si propone la prospettiva di un ritorno in Italia, per allenare la Nazionale dopo il flop Ventura, Mancini accetta. E' lui che fa innamorare di nuovo gli italiani degli azzurri e a ricostruire una squadra, dalle ceneri di quanto accaduto con l'esclusione dai Mondiali. Merito suo se questa Nazionale è amata e seguita dal pubblico
Noto per la sua fede incrollabile e la stima per il Papa, Mancini è un fedele devoto. E un uomo che ha preso anche posizioni nettissime: denunciò gli insulti omofobi pronunciati da Sarri in campo davanti alle telecamere. Un gesto di denuncia contro le discriminazioni e un certo provincialismo. In quest'ultimo anno, anche il ct ha superato il Covid senza importanti conseguente e si è anche scusato per una vignetta infelice pubblicata sui social
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