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Sabatini su Retegui: “L’esaltazione della normalità, ma l’inizio è buono”

L’emblematico direttore sportivo a bttfnews: “Sarri è competitivo, la Lazio deve puntare alla Champions”

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Sabatini su Retegui: “L’esaltazione della normalità, ma l’inizio è buono”

Intervistato dai microfoni di bttfnews, l’ex direttore sportivo della Roma, Walter Sabatini, ha chiaramente parlato dell’italo-argentino Mateo Retegui.

L’attaccante del Tigre, in prestito dal Boca Junior, seppur con due gol con la Nazionale allenata da Roberto Mancini, non ha totalmente l’esperto ex uomo mercato della Salernitana.

Il parere di Sabatini: “Retegui è un giocatore molto normale. Poi vedo che in area di rigore conosce qualche movimento ma da qui a dire che sia un giocatore per la Nazionale ce ne corre. Non voglio entrare in questa polemica, se lo hanno chiamato significa che va bene andrà bene a loro.

Prosegue poi l’emblematico direttore sportivo, rispondendo alla domanda se, a detta sua, Retegui possa diventare un uomo mercato in ottica calcio mercato estivo: “No. Se dovesse diventare uomo mercato significa che le società sono alla canna del gas. E’ un giocatore normale, non ha punti di forza eccezionali, è un giocatore normale in tutto quello che fa”

Sabatini conclude con un dato oggettivo: “Ma va detto a onor del vero che un attaccante che fa due partite e la mette dentro due volte è già un bel percorso. Però è l’esaltazione della normalità”.

L’ex responsabile dell’area tecnica di Inter, Sampdoria e Bologna commenta anche il momento di Sarri e della possibile corsa Champions per la Lazio. Walter Sabatini, seppur il suo vissuto lo lega inseparabilmente dalla Roma, ha un passato in biancozzuro: “Tutte le squadre di Serie A devono guardare a quell’obiettivo (Champions), quindi ci mancherebbe che non lo facesse la Lazio. Questo a prescindere che poi ci riesca o no. Le prime quattro posizioni sono determinanti per un club.

Un pensiero poi sul tecnico della Lazio: “Maurizio Sarri è un allenatore che sta in campo come Stakanov, tante ore al giorno, pedante in tutte le cose, puntiglioso e quindi la Lazio è arrivata dove si trova con il lavoro. Ma è proprio per questo che la Lazio può competere, perché ha un allenatore competitivo. Lo è sempre stato in carriera, altrimenti sarebbe rimasto in C”.

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