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Sci, discesa libera Wengen: vince Odermatt su Sarrazin, Paris sul podio. Bruttissima caduta per Kilde

Seconda discesa sul Lauberhorn e seconda affermazione per il leader di Coppa del Mondo. Sarrazin l'unico ad avvicinaris, Paris sale sul podio. Kilde va ko.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Odermatt e Sarrazin, sempre loro due. Con una sola sostanziale differenza rispetto alle altre due giornate di gare sul Lauberhorn: stavolta a dividerli non sono stati 58, ma 59 centesimi, con lo svizzero che c’ha preso gusto centrando il secondo successo in Coppa del Mondo in discesa libera.

Ma la giornata è stata funestata dall’ennesimo grave infortunio, stavolta occorso ad Aleksander Aamodt Kilde: il fuoriclasse norvegese ha perso il controllo degli sci a pochi metri dal traguardo, impattando violentemente sulle reti di protezione, ma vedendosi costretto a farsi trasportare in elicottero in ospedale.

L’ennesimo incidente: c’è un problema sicurezza?

In attesa di notizie ufficiali, proprio come successo 24 ore prima con Pinturault, la situazione appare abbastanza seria, col rischio concreto di non poter rivedere in pista nella stagione corrente il vincitore della sfera di cristallo 2020 (nonché della coppetta di specialità di discesa nelle ultime due stagioni). Kilde ha pagato dazio alla fatica: l’errore commesso sull’ultima porta è probabilmente dovuto alla stanchezza, perché già nei passaggi precedenti si era capito quanto fosse al limite. Stava lottando con Dominik Paris per cercare di salire per il terzo giorno consecutivo sul terzo gradino del podio, ma non è riuscito a rientrare nel tracciato quando mancavano ormai 5 secondi di gara.

L’infortunio (probabile) del fidanzato di Mikaela Shiffrin ha costretto gli organizzatori a interrompere le partenze per mezzora, ma soprattutto ha fatto arrabbiare più di un addetto ai lavori, convinto che la decisione della FIS di far recuperare la discesa saltata a Beaver Creek nel week-end di Wengen non fosse la migliore, tenuto conto anche del grado di difficoltà e della lunghezza del Lauberhorn.

Odermatt favoloso sulla Kernen-S, ma Sarrazin è una realtà

L’incidente di Kilde ha fatto passare inevitabilmente in secondo piano l’ennesimo capolavoro di Marco Odermatt, giunto alla 31esima affermazione in carriera (più le tre tra olimpiadi e mondiali). Tolto il tratto iniziale, decisamente favorevole ai discesisti puri (di Bennett il migliore intertempo), nei restanti 110 secondi di gara non ce n’è stato per nessuno: l’elvetico ha pennellato ogni curvone e ha impresso una conduzione favolosa sulla Kernen-S, uscendo fortissimo e guadagnando quei 4 decimi che di fatto hanno deciso la gara.

Sarrazin è stato ancora una volta bravissimo nel riuscire a tenere quantomeno in bilico la contesa, soprattutto nella parte alta del tracciato, dove ha rifilato 3 decimi al grande rivale nelle discipline veloci. Ha lasciato qualcosa nel finale, ma sa perfettamente che più di così non avrebbe potuto fare. Sorprende semmai il fatto che Odermatt, che in discesa quest’anno ha mancato il podio soltanto nella seconda gara sulla Saslong, sia riuscito a vincere su una pista che non lo vedeva tanto favorito.

Paris è il primo degli umani: “Ma non sono contento”

Approfittando della caduta di Kilde, sul terzo gradino del podio c’è salito Dominik Paris. Ma la gioia è un po’ contenuta, pensando ai quasi due secondi di ritardo che il carabiniere di Merano ha pagato rispetto ad Odermatt. “Onestamente è un ritardo importante, ma è da un po’ che quei due là stanno facendo un’altra gara. Alla fine il podio non è male: so di non aver sciato tanto bene, soprattutto sul passaggio alla Kernen-S (dove ha preso oltre un secondo!), ma in generale torno a casa da questo fine settimana con buoni piazzamenti, e forse mi rendo conto che più di così era difficile fare.

Mi spiace solo per l’infortunio di Kilde: sicuramente era stanco, ma è stato sfortunato nella dinamica dell’impatto sulle reti, con gli sci che non si sono staccati. Problema di sicurezza? Si può discutere su questo, ognuno può avere le sue buone ragioni. Il Lauberhorn è una pista che richiede tanto impegno e mette tutti a dura prova, ma ripeto, Kilde è stato sfortunato”. Per Paris è il terzo podio a Wengen dopo il secondo posto dietro Feuz del 2020 e il terzo del 2022 alle spalle di Kriechmayr e Feuz.

Italiani, giornata grigia. Domani lo slalom, poi la Streif

A differenza degli altri giorni, per l’Italia è stata una giornata con meno frecce andate a bersaglio. Mattia Casse ha sbagliato proprio come Paris sulla stradina d’ingresso al canalone e al traguardo ha pagato quasi tre secondi di ritardo, Florian Schieder ha commesso un errore dopo un minuto di gara, poco prima dell’ingresso nella stradina, e ha preferito rialzarsi senza prendere eccessivi rischi per rientrare nel tracciato. Christof Innerhofer è sceso con parsimonia, non al meglio dopo la caduta dei giorni scorsi.

Domani il programma di Wengen si chiuderà con lo slalom speciale, dove saranno gli austriaci (Feller su tutti) gli uomini da battere, con i vari Noel, McGrath e Haugan primi rivali (l’Italia si gioca le carte Sala e Vinatzer). Poi da venerdì prossimo si va sulla Streif di Kitzbuhel, con due discese e lo slalom domenicale prima dell’inedito gigante sulla Planai e della nigth race di Schladming di mercoledì 24 gennaio.

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