A 84 anni appena compiuti, l’ex commissario tecnico della Nazionale azzurra, Renzo Ulivieri, si confessa, rivelando di essere stato a un passo dalla morte e di aver subito ben tre operazioni all’intestino, prima di tornare alla normalità e di intraprendere la sua nuova avventura in panchina.
Uliveri si confessa
Ottantaquattro candeline spente lo scorso 2 febbraio e la voglia di godersi ogni giorno. Così, Renzo Ulivieri, ex ct dell’Italia e attuale presidente dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio, nonché direttore della scuola allenatori della FIGC, ha parlato in una sentita ed emozionante intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, tra passato, presente e futuro, ancora in panchina.
Il racconto della malattia
“Che cosa vedo se mi guardo alle spalle? Mi vedo morto“, così il tecnico di San Miniato racconta – provando anche a sdrammatizzare – della malattia e del periodo complicato a fine 2023 che lo ha costretto quattro mesi in ospedale: “Oltre a quelli sono stato a casa per altri due mesi. Mi hanno operato tre volte all’intestino e sono dimagrito di ben 10 chili. Credevo davvero che fosse finita. La morte? Ci penso spesso… ma a chiamarla sorella morte ancora no”.
La nuova avventura nel calcio camminato
Oggi, Ulivieri si tiene in forma e siede ancora in panchina: “Sì, nel calcio camminato. Mentre i piccoli si allenano, proponiamo ai genitori di provare a giocarci. È una questione non solo di salute, ma anche sociale. Stasera mi siedo in panchina… è un bel modo per allontanare la morte“.
Infine, un accenno a due rimpianti ai tempi in cui allenava in A: “Mi è dispiaciuto non far debuttare in Serie A Giovannino Bosi ai tempi del Bologna. Poi, se devo dirne un altro, dico Domenico Morfeo, mi pento di averlo lasciato partire quando allevano il Cagliari. Non lo avevo capito”.