In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’ex tecnico oggi presidente dell’Associazione italiana Allenaotori, Renzo Ulivieri, ha raccontato il grave problema di salute avuto all’intestino che lo ha costretto a rimanere a lungo in ospedale e a temere il peggio, che per fortuna non si è mai concretizzato.
- Ulivieri: “Ho avuto paura di non farcela”
- Il bilancio di Ulivieri sulla sua vita
- Ulivieri si ricandida a presidente dell’Associazione Allenatori
Ulivieri: “Ho avuto paura di non farcela”
Renzo Ulivieri, presidente dell’AssoAllenatori oggi 83enne, ha raccontato di essere stato vittima di un grave problema all’intestino che lo ha portato a perdere addirittura 14 chili e temere di non sopravvivere: “Me la sono vista brutta. Quattro mesi in ospedale e due a casa, tre operazioni per un problema grave all’intestino, ma per fortuna ora è risolto. Mi sono dovuto confrontare con la morte, che mi ha marcato stretto, come un difensore arcigno. Ho perso 14 chili e ho avuto paura di non farcela”.
Il bilancio di Ulivieri sulla sua vita
L’ex allenatore ha raccontato poi come questa esperienza e la paura di non farcela lo abbiano portato a fare un bilancio della propria vita e a prendere anche una decisione importante: “Fortunatamente mi sono sentito male a Roma allo stadio Olimpico durante un match della Nazionale e mi hanno ricoverato al Santo Spirito dove sono stati bravissimi. In seguito a questa esperienza ho sposato la mia compagna Manuela, mamma della terza figlia, Valentina, e ho anche fatto un bilancio della mia vita, che considero essere stata bella: non mi sono arricchito, ma ho guadagnato bene e ho fatto quello che mi piaceva fare”.
Ulivieri si ricandida a presidente dell’Associazione Allenatori
Ulivieri ha anche raccontato di come sia giunto alla decisione di ricandidarsi come presidente dell’Associazione Allenatori, ruolo che ricopre da ormai 20 vent’anni: “Ci ho pensato molto, specialmente quando non sono stato bene. Qualcuno potrebbe dire che sono vecchio, ma dentro sento di avere lo spirito di un ragazzino. E poi non ho scelto da solo. Anche i miei compagni di viaggio, i vice presidenti Camolese, Perondi e Vossi, mi hanno spinto a prendere questa decisione, al pari del consigliere federale Beretta. Il nostro lavoro non è ancora finito, restano delle cose da fare, e la più importante è che ogni squadra affiliata alla Figc sia guidata da un tecnico diplomato”.