Paura e apprensione per le condizioni di Renzo Ulivieri: il presidente dell’Assoallenatori è stato colto da un malore allo stadio Olimpico di Roma prima del fischio di inizio della partita tra Italia e Macedonia del Nord. L’82enne ex tecnico di tantissime squadre di A e B, dal Bologna al Napoli, è stato poi portato al Pronto Soccorso dell’ospedale Santo Spirito intorno alle 21:30 ed è tuttora ricoverato per accertamenti.
- Ulivieri due giorni fa aveva partecipato a un convegno
- Renzo Ulivieri operato nella notte
- Ulivieri, una vita di battaglia in campo e fuori
- La carriera di Ulivieri, 16 squadre in 40 anni
Ulivieri due giorni fa aveva partecipato a un convegno
Solo due giorni fa Ulivieri aveva partecipato ad un consiglio direttivo dell’Aic allargato, alla presenza anche di alcuni giocatori della nazionale e le sue condizioni erano ottime. Ieri si apprestava a vedere la partita dell’Italia quando ha accusato un malore.
Renzo Ulivieri operato nella notte
Ulivieri è stato poi operato nella notte per risolvere un fenomeno subocclusivo intestinale, generato da una vecchia aderenza. Lo fa sapere la stessa Assoallenatori (Aiac) con un comunicato stampa diramato in mattinata. L’operazione, perfettamente riuscita, si è resa necessaria dopo il malore che Ulivieri aveva accusato allo Stadio Olimpico, un’ora prima dell’inizio di Italia-Macedonia del Nord, dove era arrivato insieme alla figlia Valentina.
Sotto la supervisione del professor Zeppilli (coordinatore dell’Area medico scientifica della Figc), Ulivieri è stato subito visitato e poi trasportato al Santo Spirito. Prima di essere operato ha chiesto il risultato degli azzurri contro la Macedonia, così come al risveglio in reparto la domanda è stata: “Come ha giocato l’Italia?”, segno inequivocabile di decorso positivo.
Ulivieri, una vita di battaglia in campo e fuori
Uomo di battaglia sempre, Renzo Ulivieri. Non a caso è nato in piena Seconda Guerra Mondiale, sotto le bombe. E’ un sopravvissuto della celebre “notte di San Lorenzo”, quando nell’estate del 1944 i tedeschi lanciarono le bombe nella chiesa di San Miniato – il paese dove è nato. Morirono in 55, molti erano bambini. C’era anche lui, con la sua famiglia. Si salvò.
Da allenatore ha insegnato tanto, ha avuto campioni che l’hanno amato a metà (Baggio) o che lo hanno idolatrato, ha sempre messo il noi davanti all’io ma se bisognava decidere si esponeva inn prima persona. Il suo motto quando si presentava ad un nuovo gruppo di calciatori: «Nello spogliatoio si comanda in tre: Renzo, l’Ulivieri, il bimbo della Gina».
La carriera di Ulivieri, 16 squadre in 40 anni
Prima squadra nel 1965, a soli 24 anni, la squadra del suo paese, il San Miniato. Ultima nel 2008, la Reggina. Quarant’anni e passa in panchina. Sedici squadre allenate da primo. Nella seconda metà degli anni ’80 si è beccato una squalifica di tre anni per un illecito che non aveva commesso con il Cagliari, vicenda che di recente l’ha portato a litigare con Mourinho.
Celebre il suo cappotto di cammello indossato scaramanticamente anche d’estate, il busto di Lenin che si favoleggiava si portasse sempre dietro. Andò a scuola da Sacchi assieme ad altri tecnici emergenti ma ne uscì con le idee completamente diverse (“che noia il 4-4-2, preferisco il 3-5-2”)
Dal 2012 è presidente dell’AIA, l’Associazione Italiana Allenatori. Da qualche anno allena con amici colleghi il Pontedera Calcio femminile. Ha litigato con mezzo mondo per il suo carattere ribelle: ultimi strali con il presidente del Coni Malagò ma anche con Roberto Mancini per la sua scelta di andare ad allenare in Arabia.