“Stavolta non tollero menzogne, mi sono dimesso dal Chievo non per i risultati (sarei andato via anche in caso di vittoria col Bologna) ma perchè io e la società volevamo raggiungere la salvezza attraverso due strade diverse. E ho rinunciato a due anni di contratto senza chiedere nè pretendere alcunché”. Parole e musica di Gian Piero Ventura, che a due giorni dalle sue dimissioni da allenatore del Chievo ha voluto raccontare la sua verità in una lunga dichiarazione concessa all’Ansa. In cui ha voluto raccontare al mondo i reali motivi che lo hanno indotto a salutare a sorpresa i colori gialloblù domenica scorsa, al primo punto conquistato in quattro partite.
“Sono arrivato al Chievo perché il presidente Campedelli è un amico – ha spiegato l’ex ct della Nazionale – e perché il momento di difficoltà della squadra coincideva con la mia grande voglia di riprendere ad allenare. Ho poi deciso di interrompere il rapporto, non per i risultati, ma quando ho avuto la certezza che, benché volessimo raggiungere lo stesso obiettivo, cioè la salvezza, io e la società volevamo perseguirla attraverso strade diverse. A quel punto, né io potevo pretendere che loro sposassero le mie idee, né loro potevano pensare che io condividessi il loro percorso“.
“Ho rinunciato a due anni di contratto consensualmente“, ha concluso il tecnico ligure. Che però con la sua scelta ha generato grande rabbia nell’ambiente clivense, a partire dalla bandiera per eccellenza del club, quel Sergio Pellissier che su Instagram ha attaccato pesantemente e senza giri di parole il suo ormai ex allenatore.
“Un mister che dal primo momento che è arrivato se ne voleva già andare. Pazzesco! Chi ama questa squadra non la può abbandonare solamente perché le cose vanno male, non è così che si fa, non fate come Ventura, si vince e si perde insieme come deve essere in una squadra. Mai mollare fino alla fine”, è il sunto dell’infuocato messaggio digitato dall’eterno attaccante del Chievo e poi divenuto virale.
SPORTAL.IT