Se n’è andato sei anni fa, il 27 aprile del 2014, ma nell’immaginario collettivo Vujadin Boskov non è mai scomparso. Viene ricordato, citato, rimpianto come fosse ancora lì, in panchina o durante una conferenza stampa. L’ex tecnico serbo ha vinto tanto in carriera, uno Scudetto italiano con la sua Sampdoria, una Liga spagnola con il Real e un campionato jugoslavo con il Vojvodina. Ma anche 2 Coppe Italia, un campionato di Serie B, 2 Copa del Rey, una Coppa d’Olanda, una Supercoppa italiana e una Coppa delle Coppe, lasciando la sua impronta inconfondibile ovunque è stato.
La carriera di Boskov
Ha accettato sfide importanti, come quando venne a Napoli per far rinascere la squadra partenopea che però aveva solo giovani promettenti, o come quando alla fine della sua carriera da allenatore ha accettato di guidare in corsa il Perugia nel febbraio 1999 e successivamente di fare il C.t. dell’ultima Jugoslavia che ha partecipato a un grande torneo internazionale.
La lunga malattia di Boskov
Finita l’avventura in Nazionale, Boskov si ritira a vita privata e si gode per un po’ la vita con la sua amata moglie Yelena. Prima che un brutto male, una forma aggressiva di Alzheimer, se lo porti via per sempre il 27 aprile 2014.
Le frasi celebri di Boskov
In tanti anni di carriera, Boskov è rimasto immortale per le sue frasi celebri, dette in un italiano improbabile eppure avvincente. Ecco le più famose:
Gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda le mini, l’anno dopo le metti nell’armadio.
Grandi squadre fanno grandi giocatori. Grandi giocatori fanno spettacolo e migliore calcio.
Boskov e le sue panchine
Non ho bisogno di fare la dieta. Ogni volta che entro a Marassi perdo tre chili.
Se mettessi in fila tutte le panchina che ho occupato, potrei camminare chilometri senza toccare terra.
Gli allenatori sono come i cantanti lirici. Sono molti e anche bravi, ma soltanto due o tre possono cantare alla Scala di Milano.
Boskov e le battute immortali
Rigore è quando arbitro fischia.
Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello.
Un grande giocatore vede autostrade dove altri vedono solo sentieri.
Se uomo ama donna più di birra gelata davanti a tv con finale champions’ forse vero amore, ma non vero uomo.
Boskov e i paragoni
Gullit è come cervo che esce di foresta.
Lombardo è come Pendolino che esce dalla galleria
Benny Carbone con sue finte disorienta avversari ma pure compagni.
Cosa cambia con Pecchia al posto di Boghossian? Due uguali non hai.