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"Addio Sara, perdo un'amica": il dolore del suo allenatore

Luciano Pedullà, uno dei maestri del volley internazionale, è stato il coach della Anzanello a Novara. "Mi ha dato tanto umanamente e professionalmente".

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"Addio Sara, perdo un'amica": il dolore del suo allenatore Fonte: 123RF

Sara Anzanello se ne è andata in punta di piedi, lasciando al mondo della pallavolo il ricordo del suo sorriso, della sua voglia di combattere e i suoi trionfi. 38 anni, stroncata da una malattia che dal 14 marzo 2013 l’aveva costretta a cambiare radicalmente la sua vita. In Azerbaigian durante la sua esperienza all’Azerrail Baku le viene diagnosticata una grave forma di epatite al fegato, poi il trasferimento d’urgenza a Milano, il trapianto.

La nuova vita per Sara che diventa il simbolo dell’Admo, va nelle scuole a sensibilizzare gli studenti sulla donazione degli organi. Smette di giocare ad alti livelli e solo 3 anni dopo l’operazione accetta di ritornare in campo, in B1 nella sua Novara segnando 13 punti. Proprio a Novara tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000 Sara scrive le pagine più importanti della sua carriera. Lì conosce Luciano Pedullà, uno dei maestri del volley internazionale che all’epoca quando ancora giovanissima decide di scommettere sul suo potenziale.

“Un dolore incolmabile – racconta in esclusiva a Virgilio Sport Pedullà – perché Sara l’ho praticamente vista crescere. La vidi giocare nel 1996 in una selezione giovanile delle nazionali, ma prima ancora l’avevo fatta seguire da Armando Martens, grande talent scout. Fu lui che mi fece conoscere il papà di Sara che in quell’occasione ricordo mi regalò una bottiglia di grappa. Sara arrivò a Novara in A2 nel 1999 e con Massimo De Stefano decidemmo di puntare su lei. In amichevole murò l’allora fortissima attaccante Margarita Okrachkova e mi convinse il suo modo di interpretare la pallavolo e il ruolo del centrale. Aveva una stazza fisica eccezionale, era giocatrice di altezza di salto e di colpo. Aveva buone capacità antropometriche. Era una veneta e grande lavoratrice dal carattere positivo che l’ha resa forte nella sua vita. All’inizio aveva problemi coordinativi, fattore che non le ha mai sbarrato la strada. Adesso perdo un’amica, una persona che mi ha dato tanto umanamente e professionalmente”.

Poi Luciano Pedullà conclude: “Ripenso alla semifinale scudetto contro Bergamo, alla vittoria della Cev Cup, ma anche la vittoria di A2 con Rosso e Anzanello centrali con Zonca che faceva la terza. Mi mancherà tanto, Sara“.

SPORTAL.IT

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