Andrea Merloni è l’industriale della Indesit, della sua Indesit anche quando venne ceduta dopo anni gloriosi di rilancio e il tentativo di tenere salda la guida italiana all’azienda produttrice di elettrodomestici e molto altro. Perché, come ricordano oggi i principali quotidiani e siti di economia e non solo, Merloni è legato a un sogno imprenditoriale che è stato di suo padre e anche dei suoi fratelli con cui ha condiviso cammino e scelte
Merloni è scomparso, sembra a causa di un infarto, a soli 53 anni ed è stato ex presidente di Indesit Company dal 2010 al 2013 e, insieme al gemello Aristide, figlio più giovane di Vittorio Merloni. La notizia si è diffusa nella tarda serata di lunedì ed è stata confermata da fonti vicine alla famiglia. Andrea prima di guidare il colosso del bianco, nel quale ha lavorato per poco più di 19 anni, era stato a capo di Benelli Moto dal 1996 al 2004; è stato anche presidente della scuola di formazione manageriale Istao, dal 2011 al 2013.
Andrea Merloni e la passione per la Benelli
Ad accorgersi del corpo esanime di Merloni – scrive il Resto del Carlino– sarebbe stata nella mattinata di lunedì una donna che abitualmente lo aiutava nelle faccende casalinghe. “La domestica sarebbe entrata in casa, trovandosi davanti la straziante scena. Inutili i soccorsi dei medici che al loro arrivo sul posto in quell’alloggio in piena area urbana del capoluogo lombardo hanno solo potuto constatare il decesso”.
E’ stato proprio il quotidiano bolognese a ricordare l’impegno per il rilancio della Benelli Moto e la volontà di invertire la curva con lo scooter 125 Velvet e il Tornado, anche se la Benelli nonostante l’impegno profuso non riuscì mai a decollare.
Sul Corriere, invece, si è evidenziato come Merloni “fu l’unico ad opporsi alla vendita di Indesit, come avrebbe voluto suo padre che negli ultimi anni prima di morire dovette nominare un tutore per una brutta patologia degenerativa”. Alla fine l’industirale dovette accettare la vendita perché “la famiglia così si espresse mettendolo in minoranza, per una valorizzazione complessiva di 758 milioni di euro. Gli americani comprarono il 60% dell’azienda, corrispondente a un 66% di diritti di voto. E poi lanciarono un’Opa sul flottante”.
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