Lutto nel mondo del calcio. L’Argentina ha perso un altro dei suoi 69 giocatori campioni del mondo. Luis Galván, compagno di Daniel Passarella nella Nazionale albiceleste campione del Mondo nel 1978 e stella del Talleres de Córdoba , è morto all’età di 77 anni dopo aver trascorso le ultime settimane ricoverato nella clinica Reina Fabiola del capoluogo di provincia a causa di una polmonite bilaterale.
I duelli con Rossi e Graziani
Galván era nato a Santiago del Estero il 24 febbraio 1948 e ha giocato in tutte le squadre giovanili dell’Independiente de Fernández di quella provincia, ma esordì con il club di Cordoba e divenne un idolo. Detiene ancora oggi il record di presenze con 502 partite. Insieme a Miguel Ovied e José Valencia, è uno dei tre campioni del mondo offerti dal Talleres de Córdoba, tutti e tre nel 1978. Ha giocato anche per la Nazionale argentina nel Mondiale del 1982 in Spagna: celebri i suoi duelli con Paolo Rossi e Graziani nel match del Sarrià che gli azzurri vinsero 2-1, lanciando la volata per il Mondiale che poi vinsero. In quel match Galvan e Passarella, ancor più che Maradona che fu marcato a uomo da Gentile per tutta la gara con le buone e con le cattive, furono gli ultimi ad arrendersi.
Settimo scomparso tra i campione del ’78
Sette giocatori campioni del mondo nel ’78 sono morti. Galván si unisce alle scomparse di René Houseman (2018), Leopoldo Jacinto Luque (2021), Rubén Galván (2018), i suoi compagni di squadra nell’impresa del 1978. Inoltre, esattamente un anno fa, moriva César Luis Menotti (2024), il ct di quella nazionale. A loro vanno aggiunti José Luis Cuciuffo (2004), José Luis Brown (2019) e Diego Maradona (2020), della squadra incoronata allo stadio Azteca da Carlos Bilardo a Messico 1986.
Grazie alla sua classe, giocò da titolare ogni partita del Mondiale del 1978, senza mai lasciare il campo per un solo minuto. Nella finale contro l’Olanda, allo stadio Monumental, dove volavano pezzettini di carta ovunque, fu un vero leader. Lo stesso Menotti è arrivato a indicarlo come il giocatore più costante dell’intero torneo, più ancora addirittura di personaggi come Mario Kempes, capocannoniere e stella della competizione. Quell’anno la FIFA gli ha conferito il Premio Fair Play, riconoscendo il suo gioco nobile e la sua condotta esemplare.
Due statue in onore di Galvan
Nel 1982 rappresentò nuovamente la nazione ai Mondiali in Spagna e giocò da titolare tutte e cinque le partite. Oggi la sua figura è immortalata in due statue, una nella sua città natale e un’altra a Santiago del Estero, ma la sua vera grandezza risiede nel ricordo di coloro che lo hanno visto difendere con dignità la maglia argentina. Luis Galván è stato, è e sarà ricordato per quello che è sempre stato: un vero Maestro.
Per più di due decenni ha ricoperto il ruolo di direttore delle scuole calcio del Talleres, lavorando nelle serie inferiori e nel calcio femminile. Orgoglioso del suo allenamento, in un’intervista rilasciata a LA NACION nel 2021, ha chiarito di non aver svolto il ruolo di coordinatore o allenatore. Ha scelto la parola che meglio lo descriveva: “Insegnante. Sono un insegnante alla scuola calcio. Il Talleres ha quasi 400 bambini e 18 insegnanti. A volte litighiamo più con gli insegnanti che con i bambini. Abbiamo una struttura magnifica, e io giro per i campi e faccio osservazioni specifiche agli insegnanti. A seconda dell’età dei bambini, alcuni compiti sono appropriati e altri no, e tutte queste piccole cose devono essere corrette”. Un Maestro, nel senso pieno del termine. Non aveva un telefono cellulare, era raggiungibile a casa solo tramite un telefono fisso.