Ha giocato con Brescia e Udinese, era arrivato alla Juventus e anche alla Nazionale ma per Jonathan Bachini al punto più alto della sua carriera ha fatto seguito il baratro. Beccato due volte per cocaina e squalificato a vita. La sua storia è nota ma a riportarla d’attualità sono state le figlie che dalla D’Urso lo hanno rimproverato per essere scomparso da anni. Cosa fa oggi Bachini? Lo dice lui stesso in un’intervista al quotidiano Libero.
Bachini risponde alle figlie
L’ex giocatore replica alle figlie dicendo: “Io ho commesso errori anche da genitore e come sempre mi assumo la responsabilità di ciò che faccio ma loro sanno che, fino a due anni fa, io ci sono sempre stato. Facevo mille chilometri al giorno per poter stare con loro anche se dovevo farmi prestare i soldi della benzina e dell’autostrada da qualche amico per raggiungerle. Tra noi c’è sempre stato un grande amore e penso che non sia del tutto vera la loro narrazione. Ma questo non toglie che mancano anche a me e che sarei felice di poterle riabbracciare”.
Bachini ora ha una nuova vita: “Da sei anni lavoro al Porto di Livorno come operaio e prima ho fatto il barista e cameriere. È stata durissima… Prima di tutto è stato faticoso affrontare chi mi amava e dovermi giustificare degli errori commessi. Mi vergognavo, sono stato trattato come il Totò Riina del calcio! Ho fatto uso di stupefacenti ma non legati alle partite di calcio ma nella vita quotidiana, in modo saltuario e personale”.
Bachini spiega la vicenda della coca
Bachini ricorda. “Ad un test antidoping sono stato trovato positivo alla cocaina e sono stato sospeso. Era la stagione 2004/2005 e il 26 novembre 2004 sono stato squalificato per nove mesi e licenziato dal Brescia, la squadra per cui giocavo. La squalifica viene poi aumentata a un anno dalla Commissione d’appello Federale. Non sono mai stato un “tossico” e non ho mai avuto bisogno di andare in un centro per farmi disintossicare. Era veramente e stupidamente casuale”.
Ora è tutto cambiato: “Ho ormai da anni una vita normale dove mi spacco la schiena tutti i giorni facendo l’operaio. Però sono contento di questo. La cosa vera è come il mondo del calcio mi ha trattato… Senza fare nomi io credo che ci siano stati tanti ex colleghi che facevano uso di cocaina e mai sono stati radiati a vita; questa la trovo una grande ingiustizia. Anche le persone responsabili di aver venduto le partite non sono state radiate!”.