C’è spazio anche per un po’ d’Italia nella seconda notte del draft NBA, quella consacrata alle scelte dei secondo giro: Saliou Niang, centro/ala di Trento e promesso sposo della Virtus, è stato selezionato alla numero 58 dai Cleveland Cavaliers, e a soli 21 anni ha coronato un vero e proprio sogno, chiudendo il cerchio di un’esistenza che sin dall’infanzia l’ha messo decisamente a dura prova.
- La favola di Niang: calciatore mancato, cestista nel destino
- “Ricordare da dove vengo è da sempre il mio segreto”
- L’annata della consacrazione e il futuro prossimo a Bologna (e in Eurolega)
La favola di Niang: calciatore mancato, cestista nel destino
Perché Saliou ha dovuto guadagnarsi tutto, riuscendo a superare ostacoli di ogni tipo. Nato a Dakar, a due anni si è trasferito in Italia, dove il papà era già arrivato da qualche mese per trovare impiego come camionista.
Mandello è diventata la sua casa: nell’hinterland lecchese ha trovato ciò di cui aveva bisogno, giocando per tanti anni prima a calcio e poi a basket, e scegliendo quest’ultimo per via di quell’altezza che nel frattempo ne ha fatto l’atleta più alto del paese.
Capace di schermare tutto, come quella mattina mentre frequentava la scuola media, quando rifilò uno schiaffo a un compagno che l’apostrofò in modo razzista. “Andai dal preside e quando uscii dal suo ufficio mi ritrovai una schiera di compagni fuori, convinti che quanto si diceva nei corridoi non fosse vero. Ma una volta appurato che avevo reagito per davvero, tutti presero le mie difese”. Un modo per guadagnarsi rispetto, soprattutto per dimostrare che lui alle sue radici teneva davvero.
“Ricordare da dove vengo è da sempre il mio segreto”
“Anche se in Africa ho vissuto pochissimo, mi sento molto vicino a quella cultura. Però l’Italia mi ha dato tutto e quando ho esordito in nazionale ho provato una gioia e una soddisfazione immensa”, racconta Saliou. Che sperava di poter sentire pronunciare il suo nome nel secondo giro, e quando i Cavs l’hanno chiamato alla 58 non stava più nella pelle.
“Quando ho sentito il mio nome, ho provato una sensazione unica. Tremavo. Ho fatto tantissimi sacrifici per arrivare dove sono arrivato. Se penso al piccolo Saliou, mi dico: “Wow, ce l’hai fatta!“. Anche se c’è ancora molto da lavorare, questo momento mi spinge a dare ancora di più e a credere sempre in me stesso”.
Ricordare le suo origini e tutto il percorso fatto lo ha aiutato a credere che tutto ciò potesse diventare possibile. “Quello è il segreto: mai dimenticare da dove sono venuto, e ricordare sempre perché lo faccio. Non è stato sempre tutto semplice, soprattutto se ripenso ai due anni tra il 2020 e il 2022 nei quali ho dovuto sottopormi a due operazioni alla caviglia e al malleolo (all’epoca giocava con la Fortitudo Bologna), ma ho mantenuto la calma e ho creduto sempre che tutto questo sarebbe potuto accadere”.
L’annata della consacrazione e il futuro prossimo a Bologna (e in Eurolega)
Niang in questa stagione s’è imposto come una delle rivelazioni della LBA, con la ciliegina sulla torta rappresentata dalla vittoria in Coppa Italia con la Dolomiti Energia Trento, oltre al debutto in maglia azzurra nel percorso di qualificazione a EuroBasket 2025.
Che diventa il prossimo approdo del gigante di origini senegalesi, che salvo sorprese la prossima stagione giocherà ancora in LBA, ma vestendo la maglia della Virtus campione d’Italia, avendo dunque l’opportunità di esordire anche in Eurolega.
Questo perché la chiamata alla 58 non garantisce un approdo “sicuro” in NBA: solitamente ai giocatori scelti al secondo giro viene data la possibilità di restare a giocare in Europa o nelle leghe di sviluppo in attesa poi di poter valutare l’ingresso ufficiale nella lega (vedi Procida e Spagnolo, scelti nel 2022 ma ancora mai atterrati in NBA). Saliou però può dire di avercela fatta: è il 12esimo italiano di sempre chiamato al draft NBA, e pensando a quello che è stato il suo percorso le chance di riuscire a calcare i palazzetti d’oltreoceano è tutt’altro che campata per aria. Bisognerà armarsi di pazienza, ma quella a Niang non è mai mancata.