Non è stato uno spettacolo edificante: l’Italia il pass per EuroBasket 2025 l’ha strappato come da copione, addirittura ancor prima di mettere piede sul parquet contro l’Islanda, ma la serata di Reggio Emilia ha addensato nubi su una Nazionale che non ha tratto alcun giovamento dal ritorno di qualche pretoriano. Anzi, rispetto alla recita di Reykjavik di venerdì scorso, il passo indietro è stato evidente, tanto da portare a suggerire più di una domanda in chiusura di una stagione dove non tutto ha funzionato come avrebbe dovuto. Anzi, forse quasi niente.
- Serata no, ma niente drammi: "Loro avevano più fame"
- L'Italia che andrà a EuroBasket: Fontecchio imprescindibile
- Il ritorno di Mannion, le "scommesse" Basile e Niang
- Gallinari e DiVincenzo, suggestioni o reali obiettivi?
Serata no, ma niente drammi: “Loro avevano più fame”
La qualificazione all’Europeo non era certo in discussione: gruppo di 4 squadre, 3 avanti alla fase finale. Contro l’Islanda avrebbe dovuto essere una festa, invece “la festa” l’hanno fatta gli islandesi agli italiani, apparsi una volta tanto fuori dal contesto e costretti a inseguire nottetempo una squadra certo non trascendentale. “Dopo questa partita penso che sia chiaro a tutti il concetto che possiamo vincere come perdere contro qualunque avversario”, ha sentenziato Pozzecco.
Parole però che sanno molto di circostanza: “Certe partite dipendono dall’intensità che portiamo in campo, e di sicuro in questo contesto l’Islanda (che sta ancora cercando la qualificazione) aveva più fame di noi. Non è un alibi, è soltanto un dato di fatto. Forse non ha pagato la scelta di aver cambiato molte pedine a roster rispetto alla gara d’andata: ho bisogno di lavorare con questo gruppo, ma non ne abbiamo mai il tempo ed è per questo che ho deciso di cambiare tanto, perché in fondo è quello col quale ci presenteremo a EuroBasket”.
L’Italia che andrà a EuroBasket: Fontecchio imprescindibile
La domanda è proprio questa: che Italia si presenterà all’appuntamento con il massimo torneo continentale? Quella vista all’opera a Reggio Emilia è sembrata un po’ latitante sotto alcuni aspetti, al netto di assenze importanti che nelle intenzioni del Poz non dovrebbero presentarsi a fine agosto dell’anno prossimo.
Chiaro che una nazionale come quella italiana di oggi non può prescindere da una pedina come Simone Fontecchio, come s’è visto nel corso del torneo preolimpico, miseramente finito in semifinale contro la Lituania (poi però battuta da Porto Rico in finale). L’ala dei Detroit Pistons è una pedina troppo importante e questo gruppo sa di non poter prescindere da essa. Come non può fare a meno del miglior Niccolò Melli (non in grande serata davanti al “suo” pubblico di Reggio Emilia) e tantomeno di elementi come Matteo Spagnolo e Gabriele Procida, che a loro volta hanno saltato il preolimpico per infortunio, ma che con l’Alba Berlino stanno continuando il loro percorso di crescita in Eurolega.
Altre due pedine assenti contro l’Islanda hanno pieno diritto di cittadinanza in maglia azzurra: Alessandro Pajola e Achille Polonara sono fedelissimi del Poz, e non se ne priverà.
Il ritorno di Mannion, le “scommesse” Basile e Niang
L’Italia che andrà a sfidare il resto delle nazionali europee dovrebbe avere a roster anche gente come Stefano Tonut, Pippo Ricci (non a caso il migliore nella serata no di Reggio) e pure Nico Mannion, che s’è rilanciato a Varese e adesso vuol continuare a risalire posizioni e credibilità con la maglia dell’Olimpia Milano, tanto che Messina ne ha già fatto un elemento chiave nei dettami tattici dell’EA7. Pozzecco peraltro è sempre stato grande estimatore del Red Mamba, tenuto fuori da questa tornata di qualificazione solo per consentire a Milano di poterlo inserire meglio in gruppo (è pur sempre arrivato da meno di un mese).
Altri elementi “azzurrabili” sono John Petrucelli (attualmente infortunato), Diego Flaccadori e Giordano Bortolani. I problemi maggiori, al solito, saranno sotto canestro: Grant Basile ha fatto vedere grandi cose nella prima gara in azzurro, meno nella seconda, ma resta pur sempre un giocatore di A2 che ha necessità di essere lasciato crescere. Tessitori e Caruso sono le prime alternative (che pure non convincono del tutto), ma occhio a Saliou Niang, che pur giocando da ala a Trento è adattabile al centro, e anche a Paul Biligha, che a Derthona sta provando a costruirsi nuovo spazio.
Gallinari e DiVincenzo, suggestioni o reali obiettivi?
Rimangono due suggestioni sullo sfondo: Danilo Gallinari non ha chiuso la porta, ma non gioca dal 6 luglio (cioè dal ko. con la Lituania nel preolimpico) e al momento è senza squadra, in attesa che in NBA possa arrivargli la chiamata giusta.
E sempre dall’NBA potrebbe arrivare Donte DiVincenzo, che già s’è proposto un anno fa e che attende solo il completamento dell’iter burocratico per poter giocare con la nazionale italiana (lui che ha già passaporto italiano). Anche Drew Eubanks si è proposto alla FIP, che lo ha accolto in modo assai più tiepido (seppur sia un centro).