Dieci minuti abbondanti all’inferno, poi però la sveglia suona anche per Milano, che le suona a Reggio Emilia, ribaltata dalla forza d’urto di un’Olimpia che cambia spartito e trova le coordinate per rimettere in piedi una situazione che s’era fatta complicata. Perché dieci palle perse nel primo quarto (a fronte di soli 9 punti realizzati) avevano aperto l’ennesima mini crisi in casa biancorossa, con Messina costretto a pescare tutte le carte possibili in suo possesso per provare a raddrizzare una situazione che non prometteva nulla di buono. Ma un parziale di 17-0 sul finire del secondo quarto è stato sufficiente per rimettere le cose al loro posto: Milano non s’e più voltata, e a quel punto all’Unahotels non è rimasto altro da fare che provare a salvare il salvabile.
Reggio dura 10 minuti
Messina è ripartito dal “quintettone” con Flaccadori, Shields, Mirotic, Melli e Poythress, ma per almeno una decina di minuti abbondanti non c’ha capito molto. Colpa di una squadra svagata e poco attenta nello scegliere le soluzioni migliori, vedi le ricorrenti palle perse che ne condizionano negativamente tutta la prima parte di gara.
Priftis non indugia nel dare ancora fiducia a Faye, e per quel che si vede nei primi minuti la scelta appare decisamente vincente: suo 13-5 (e 8-0 di parziale Reggio) Messina è costretto a fermare l’incontro, ma fino alla prima sirena la musica non cambia, con Smith che chiude sul 18-9 una prima frazione troppo horror per essere vera.
Scossa Olimpia
E l’Olimpia la scossa la suona nel secondo quarto, quando l’attacco emiliano s’inceppa e Milano trova i punti facili per tornare a contatto e mettere la freccia. È Tonut a ispirare il 17-0 che cambia volto alla partita: va a segno due volte e con due palle recuperate ispira altrettanti canestri, spaccando letteralmente in due un match che fino a quel momento aveva detto tutt’altro. Reggio fatica enormemente a ritrovare la via del canestro: Faye si sblocca dopo 7’ di apnea, ma nel finale di secondo quarto è Kamagate a tenere ancora a distanza la Unahotels, che si ritrova a -7 dopo aver cominciato il quarto avanti di 9.
Poythress cambia marcia
L’uomo che cambia il volto alla serata di Milano è Kevin Pangos: Messina lo tiene in campo a lungo, segno che la fiducia è cieca ma anche la voglia di inserirlo a pieno ritmo è una sorta di priorità alla quale il coach biancorosso non può venir meno. Poythress inizia la ripresa nel migliore dei modi con 6 punti segnati nei primi minuti, dando un ulteriore ventaglio di scelta a Messina, che sulla tripla di Pangos che vale il +14’ con 4’ da giocare nel terzo periodo capisce che il vento soffia dalla parte dei suoi.
Poythress continua a dettare legge sotto canestro e Priftis si ritrova costretto a fermare il cronometro, ma senza ottenere i dividendi sperati. Il divario ormai è stabilizzato e Milano non si volta più: nel quarto periodo è sempre Poythress a menare le danze, vero grimaldello per scardinare una difesa emiliana dura a morire. Vitali e Weber provano a riaprire la contesa, ma non c’è spazio per rientrare: Tonut chiude a 16 punti, top scorer di serata, ma in generale tutta l’Olimpia offre le risposte desiderate. Mentre Reggio Emilia paga dazio a un secondo quarto fuorviante nel quale non trova il modo per mantenersi a contatto, complice anche la serata storta dall’arco. Finisce 79-64: Messina può respirare, ma in Eurolega servirà qualcosa di più per poter trovare i primi punti della campagna europea.