Bebe Vio sempre più leggendaria

La 20enne veneziana sul trono iridato per la seconda volta in carriera.

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Bebe Vio sempre più leggendaria Fonte: 123RF

Quale aggettivo superlativo manca per definire quella forza della natura di Bebe Vio?

Qualsiasi sia, se esiste, è quello che esprime al meglio l’atleta veneziana dopo il trionfo di Roma: ha vinto la medaglia d’oro ai Mondiali paralimpici di scherma, specialità fioretto, ed è ora di festeggiare, magari proprio con lo spritz con gli amici a cui aveva rinunciato per preparasi al meglio alla kermesse capitolina.

È ora di festeggiare perché Bebe Vio, all’anagrafe Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio, ha trionfato in finale contro la russa Viktoria Boykova, con un punteggio travolgente di 15-3. Un bis, praticamente, dopo il successo che dire netto è dire poco in semifinale, contro la russa Irina Mishurova, con il punteggio di 15-1 (ai quarti aveva battuto la georgiana Irma Khetsuriani 15-5).

Nonostante la giovanissima età (è nata il 4 marzo 1997), la schermitrice veneta è al secondo successo iridato nel fioretto individuale dopo quello del 2015, conquistato a Eger, in Ungheria. E vanta altri ori in carriera: ai Giochi paralimpici di Rio de Janeiro 2016 (battendo in finale la cinese Zhou Jingjing per 15-7), dove ha anche fatto da portabandiera per la Nazionale italiana, e due agli Europei paralimpici.

Non appena l’incontro è iniziato Bebe Vio ha messo a segno la sua prima stoccata. Questione di centesimi di secondo. Il che dimostra la fame e la voglia di vincere dell’Azzurra, che infatti, al termine della sfida all’atto conclusivo contro Boykova, ha dato libero sfogo alla sua gioia, stringendosi al suo commissario tecnico, Simone Vanni, e ai genitori Ruggero e Teresa, ovviamente accorsi a Roma per assistere da vicino la loro figlia.

“È andata molto bene, sono molto contenta. Avevo paura alla fine, a Varsavia la Boykova mi aveva buttato fuori e l’ho vista bella carica. Quindi sono molto, molto contenta – ha dichiarato al termine della sfida -. Ero convinta di quello che volevo fare, ma una volta che sali in pedana non capisci più niente e non credo di averlo fatto”.

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