Duro sfogo da parte della coppia d’oro del canottaggio Cesarini-Rodini (prime a Tokyo 2020 nel doppio pesi leggeri femminile). In una storia su Instagram, la 25enne di Cittiglio non le ha mandate a dire: “Basta. È da quando ho preso la medaglia che voglio dire questa cosa. Mi sembra assurdo che con una medaglia d’oro olimpica non si riesca ad ottenere qualche sponsorizzazione. Mi sembra assurdo che queste sponsorizzazioni vadano ad altre persone con meno risultati sportivi, e perché? Perché praticano uno sport con maggiore visibilità. Mi sono rotta il ca**o. Facciamo uno degli sport, se non lo sport, più faticoso del mondo. Mi alleno 13/15 volte a settimana con sedute di almeno 2 ore e 30. Credevo che il problema fosse il mancato risultato, credevo fosse quello il problema, ma no”.
Cesarini ha messo in risalto una risposta che avrebbe ricevuto: “Il problema è che hanno vinto in troppi e fanno sport con numeri ben diversi dal vostro”, rispondendo così: “Ma avete guardato la nostra gara? O meglio le gare di canottaggio (che ripeto non è la canoa e non vado in canoa), le trovo a dir poco spettacolari , guardatevi qualche replica e poi fatemi sapere se è uno sport che non fa numeri”.
L’amica e collega Valentina Rodini ha aggiunto: “Siamo rimaste più di una sera a parlarne, anche fino all’una. Accettare le parole che ci vengono dette non è facile. E forse è il momento per non farlo. Perché le gare di canottaggio vengono coperte dalla Rai solo per due ore su tre giorni di regate? Perché durante le interviste ci chiedono di “portar pazienza” se sbagliano dicendo “canoa” o sbagliano i nostri nomi (e non intendo confonderci fra me e Fede ma proprio nomi diversi dai nostri)? Iniziamo a dare le giuste informazioni e uno spazio più ampio a questo sport. Sarà poi la gente a giudicare se le nostre gare danno così poche emozioni”.
Qualche ora dopo, la Rodini ha provato a portare un po’ di calma: “Eccoci qui a chiarire quello che con tanto scalpore è stato scritto. Ho voluto richiamare l’attenzione di chi mi segue usando toni accesi, perché amo il mio sport a cui mi dedico con energia e passione. Quello che mi auguro è che si smetta di parlare di sport minori, che sia concessa l’opportunità della giusta visibilità e che sia lasciato al grande pubblico il giudizio su quanto questo mio sport possa essere travolgente. Spero che sempre più persone possano rivolgere lo sguardo a chi come me mette sudore e cuore in quello che fa! W il canottaggio e W lo sport”.