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Che fine ha fatto Pasquale Bruno, ‘O animale che tradì la Juve

Da bianconero a primo nemico della Signora

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Quel soprannome in verità non gli è mai piaciuto, fu Roberto Tricella – suo compagno ai tempi della Juve – a battezzare Pasquale Bruno “O’ animale” a causa della sua somiglianza con il camorrista Pasquale Barra, eppure l’ex difensore di Juve e Toro in campo era davvero un ostacolo duro per chiunque. A Repubblica rivelò: “Mio padre è stato il mio primo allenatore, quello di Fabrizio Miccoli e di altri giocatori di serie A. La prima volta che marcai Maradona non gli feci fare gol, eppure mio padre mi rimproverò perché mi ero fatto ammonire”. Paradossale la sua storia calcistica, perché dopo 99 partite alla Juventus, si sarebbe rivelato poi il nemico numero uno della Vecchia Signora, diventando bandiera e icona del Torino. Caratterino mica male questo difensore vecchio stampo, che già in bianconero si rese protagonista di gesti eclatanti, come la lite con Roberto Baggio in uno Juventus-Fiorentina con fallaccio a palla lontana che gli costò il cartellino rosso. Uno dei tanti di una carriera di alti e bassi ma sempre sul filo della grinta e del sudore fino all’ultima goccia.

I NEMICI – Anche nella sua ultima gara alla Juve, la finale di coppa Uefa (vinta al pari di una coppa Italia con la maglia bianconera) al Partenio di Avellino, si fece espellere. Cambiò maglia ma non città e con la divisa del Torino divenne un idolo anche in virtù di un’antijuventinità sapientemente esagerata. Aveva nel mirino soprattutto Casiraghi e i due Baggio. A Dino rifilò un paio di cazzotti uscendo dal campo dopo un derby perso: il centrocampista pagò la rabbia di Pasquale per via del gesto dell’ombrello fattogli da Di Canio. Si salvò, ma solo per caso, invece Marco van Basten in un Toro-Milan. Dopo l’autorete del difensore che lo aveva marcato duramente per tutta la partita, il centravanti olandese aveva incautamente esultato danzando sopra l’avversario a terra, innescandone la furia. In quel caso, fu furbo Capello a sostituire van Basten prima che la cosa degenerasse. Il 17 novembre del 1991 in occasione del derby della Mole, dopo appena 17 minuti di gioco, per un’entrata su Casiraghi, riceve il secondo giallo e non ci sta. Protesta per due minuti e nemmeno i compagni di squadra riescono a contenere la sua furia. Otto giornate di squalifica rimediò Bruno, poi ridotte a cinque.

GLI EPISODI – Altri aneddoti: Il 7 Febbraio del 1993 si gioca Torino-Brescia 19esima giornata di serie A. Nel tunnel prima dell’ingresso in campo Pasquale si rivolge a Florin Raducioiu “Guarda che io oggi non ho voglia di correre“, gli dice. Il rumeno fa finta di non sentire e Bruno insiste: “O ti comporti bene, o mi inc… sul serio”. Il rumeno non ci fa caso, purtroppo per lui,e a fine primo tempo va via in dribbling. O Animale non aspetta altro e fa un’entrata choc. Squarcio fra polpaccio e tallone, 9 punti di sutura, 4 mesi di stop. Passato alla Fiorentina, in Fiorentina-Brescia, nel tunnel che porta agli spogliatoi a fine partita, Franco Lerda sputò in faccia a Bruno che sferrò un pugno allo stesso Lerda. 3 giornate di squalifica, una multa di 32 milioni dalla Fiorentina e viene anche messo fuori rosa dal presidente Cecchi Gori. Quell’anno si chiude la sua carriera italiana. Lui non ha mai rinnegato niente del suo passato calcistico: “In campo mi dicevano di tutto: terrone, africano, ignorante. Sull’ignorante, in effetti, non si sbagliavano. Nel tunnel succede di tutto: spinte, baruffe, provocazioni. Si nominano madri, mogli, sorelle. Però deve finire tutto lì”. Una volta smesso col calcio giocato ha svolto principalmente la professione di intermediario: è socio, con Jason Ferguson, figlio di Alex, della Elite Sport Group, società di procure sportive. Inoltre ha lavorato come commentatore televisivo per Tele+ e nella stagione 2010-2011 per Dahlia tv. La sua fama di provocatore non è cambiata, di recente ha detto che gli sarebbe piaciuto tornare a giocare solo per “spaccare la faccia” a Bonucci: “È insopportabile: il mio sogno nel cassetto è aspettarlo nel tunnel per dargli un pugno: cinque punti di sutura e non parla per 5 mesi”. A Repubblica poi ammise: “Mai avuto un amico calciatore, né fra i compagni né fra gli avversari. A parte Ian Rush, con lui si andava a bere insieme”. Oggi lavora con i bambini. In Salento 300 genitori affidano i propri figli al difensore più cattivo della serie A per antonomasia. O Animale allena i bambini della Soccer Dream, scuola calcio fondata a Parabita con il genero Chevanton e Robertino Rizzo, talent scout al servizio di Corvino.

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