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Ciclismo, a Burgos c'è Primoz Roglic che fa le prove per l'altra Vuelta

Parte a Ferragosto la Vuelta a Burgos, giunta alla 45esima edizione e programmata dal ciclista della Jumbo Visma come prova generale in vista dell’altra Vuelta, quella che dura tre settimane

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Per un paio di mesi abbondanti ha lasciato che fossero altri a prendersi le luci dei riflettori, ma adesso Primoz Roglic è pronto a tornare sul palcoscenico che conta. Perché alla Vuelta a Espana che scatterà tra meno di due settimane sarà lo sloveno l’uomo da battere: dopo aver incassato il gettone al Giro d’Italia, ribaltando nella cronoscalata conclusiva di Lussari il pronostico e superando per una manciata di secondi uno stoico Geraint Thomas, adesso l’ex saltatore in alto ha messo nel mirino quella che storicamente è la corsa a lui più congeniale, se è vero che delle quattro alle quali ha preso parte ne ha portate a casa ben tre (lo scorso anno si è ritirato per i postumi di una caduta a poche tappe dalla conclusione).

Vuelta a Burgos: lo sloveno senza rivali

Prima di dare la caccia alla quarta maglia rossa della sua carriera, però, c’è da sbaragliare la concorrenza nell’ultimo grande appuntamento che precede la corsa a tappe spagnola, vale a dire la Vuelta a Burgos, giunta alla 45esima edizione e programmata dalla Jumbo Visma come prova generale in vista dell’altra Vuelta, quella che dura tre settimane.

Tutti contro Roglic è un ritornello abusato, ma che calza decisamente a pennello. Un po’ perché lo sloveno avrà tutti gli occhi addosso, un po’ perché la concorrenza, per quanto possa essere definita nutrita, non appare in grado di poterlo scalfire nelle sue laute certezze.

Gli avversari: Vlasov e Yates

I possibili rivali nella lotta per la classifica finale rispondono al nome di Aleksandr Vlasov della Bora Hansgrohe e Adam Yates della UAE Team Emirates, reduce dal favoloso podio conquistato al Tour de France e presente sulle strade iberiche con i gradi di capitano (occhio anche a Jay Vine che potrebbe divertirsi a sparigliare un po’ le carte).

Gli spagnoli proveranno a fare il tifo per Luis Leon Sanchez, capitano dell’Astana Qazaqstan, mentre tra chi andrà dalle parti di Burgos ad affinare la condizione in vista della Vuelta ci sono Jefferson Cepeda (Educations First), Santiago Buitrago (Bahrain Victorius), Oier Lazkano (Movistae) e il nostro Damiano Caruso, che con la Bahrain Victorius dovrà capire strada facendo se potrà puntare a un ruolo da prim’attore o se correre in appoggio a Buitrago, l’enfant prodige della formazione del Medio Oriente.

Un po’ lo stesso discorso che attende Matteo Fabbro, che in casa Bora dovrà giocoforza vedere cosa farà Vlasov prima di poter godere di un po’ di libertà.

Le tappe da Ferragosto

La Vuelta a Burgos scatterà a ferragosto da Villalba de Duero, con primo arrivo previsto proprio a Burgos. Poi nel secondo giorno è già tempo di cronometro, sebbene con un percorso non propriamente adatto agli specialisti: l’arrivo a Poza de la Sal dopo 13 chilometri è comunque in salita, e pertanto strizzerà l’occhio alle qualità di Roglic di fare selezione, per giunta in una prova contro il tempo.

La terza tappa, quella con arrivo a Villarcayo, è piuttosto complessa con il Picon Blanco (quasi 8 chilometri al 9% di media) e l’Alto de Bocos (breve ma esplosiva) che potrebbero far male a chi non è arrivato in grandi condizioni.

La tappa regina è comunque l’ultima, quella che porterà la carovana a Lagunas de Neila dopo 160 chilometri, di cui gli ultimi 7 tutti con pendenze importanti anche in doppia cifra e un 8,5% di media. Probabile che sarà quasi che si decideranno i giochi, oltre a emettere il nome di colui che nell’albo d’oro succederà a Pavel Sivakov, quest’anno assente.

Piepoli unico italiano

Nelle 44 edizioni sin qui disputate, 30 volte si sono imposti corridori spagnoli: sorprende che tra questi non ci sia posto per Miguel Indurain, che ha chiuso due volte sul podio (terzo nel 1990, secondo nel 1996) senza mai riuscire a indossare la maglia di leader.

Tra i vincitori illustri si ricordano Pedro Delgado Laurent Jalabert, Tony Rominger, Alex Zulle, Abraham Olano, Alejandro Valverde, Joachim “Purito” Rodriguez, Nairo Quintana, Alberto Contador, Mikel Landa e pure Remco Evenepoel, che la conquistò nel 2020 quando la gara fu la prima del calendario World Tour post Covid.

L’Italia ha trionfato in una sola occasione, cioè nel 2000 con Leonardo Piepoli, sul podio anche nel 1998 (secondo) e nel 2004 (terzo). Da segnalare due terzi posti anche per Vincenzo Nibali (2010 e 2013) e un secondo posto a testa per l’indimenticato Michele Scarponi (2015) e Fabio Aru (2021).

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