Il ritorno di Antonio Conte in Premier League è una notizia che ha già acceso il dibattito in Inghilterra , soprattutto vista l’ultima esperienza dell’allenatore leccese con il Chelsea, culminata con la vittoria di Premier League e FA Cup, pur in due stagioni diverse.
C’è, però, un aspetto che incuriosisce tra gli altri: raramente Conte è subentrato a campionato in corso, ereditando la squadra da un altro allenatore.
Di solito, infatti, l’ex tecnico di Inter e Juventus ha iniziato la stagione da zero, programmando e progettando la rosa e le strategie di mercato insieme alla società: in questo caso, al contrario, si troverà, almeno per due mesi pieni, a lavorare con una rosa già costruita da qualcun altro.
Anche per questo motivo in Inghilterra sono tante le domande su quelli che possono essere gli effetti del suo arrivo, conoscendone il carattere carismatico e da leader nello spogliatoio.
Prima di approfondire il discorso relativo alle soluzioni che potrebbe adottare Conte dopo il suo arrivo, è bene precisare che il Tottenham , negli ultimi anni, rarissimamente si è trovato a giocare con la difesa a tre .
Per intenderci: con Nuno Espirito Santo gli Spurs sono sempre scesi in campo con la difesa a quattro (4-3-3, 4-3-1-2, 4-3-2-1 o 4-2-3-1), eccezion fatta per la seconda gara ufficiale, quella persa in trasferta per 1-0 contro il Paços Ferreira.
In quel caso, in Portogallo, il Tottenham giocò con diverse seconde linee e un 3-4-2-1 con Gollini tra i pali, Davies, Carter-Vickes e Romero dietro, Doherty, Lo Celso, Winks e Sessegnon a centrocampo, Gil e John sulla trequarti dietro a Scarlett unica punta.
Più in generale, nelle ultime due stagioni gli Spurs hanno schierato la difesa a tre in otto occasioni: tredici in centoventisette gare nelle ultime tre stagioni, nonostante il susseguirsi degli allenatori in panchina (Pochettino, Mourinho, Mason e Nuno Espirito Santo). Insomma: non è proprio la filosofia calcistica preferita da quelle parti.
Basandoci sul materiale umano a disposizione: fatta eccezione per Lloris e Kane , certi del posto, Conte avrà a disposizione una buona batteria di difensori centrali , Romero, Sanchez, Dier, Tanganga e Rodon, a cui si può facilmente aggiungere Davies.
Facile quindi ipotizzare un reparto difensivo composto da Lloris tra i pali, Romero, Dier e Davies in difesa, con Sanchez che andrà a sostituirsi con quest’ultimo verosimilmente.
Sulle corsie laterali non è messo benissimo: coperto a destra, con la possibilità di far giocare Emerson Royal, Doherty o, chiaramente, Lucas Moura a tutta fascia, un po’ meno a sinistra, con i soli Reguilon e Davies pronti ad alternarsi a Sessegnon, attualmente infortunato. Non benissimo, considerando l’attitudine al gioco dei quinti del 3-5-2 di Conte.
Nessun problema a centrocampo, invece, vista la grande quantità di giocatori: Ndombélé fondamentale, Hojbjerg e Lo Celso importanti. Dele Alli può diventare importantissimo come mezz’ala, se Conte riuscirà a trasmettergli i giusti concetti.
In attacco, invece, dovrà scegliere il partner ideale per Kane: la logica dice Son , chiaro. Ma che fine farano Gil (per ora Out) e Bergwijn? E Alli giocherà davvero a centrocampo?
Proviamo ad abbozzare una formazione quanto più realistica possibile: Lloris, in porta, Romero, Dier e Davies in difesa. A centrocampo Lucas Moura, Lo Celso, Ndombélé, Alli, Reguilon con la coppia centrale composta da Son e Kane.
TOTTENHAM (3-5-2): Lloris; Romero, Dier, Davies; Lucas, Lo Celso, Ndombélé, Alli, Reguilon; Son, Kane. All. Conte