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Cevher Toktas, calciatore uccide figlio malato di Covid:la storia

Cevher Toktaş ha confessato dopo giorni l'assassinio, ma i familiari avrebbero dei dubbi

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Cevher Toktas, calciatore uccide figlio malato di Covid:la storia Fonte: Instagram

Che cosa sia scattato nella mente di Cevher Toktaş, calciatore turco di 32 anni, è impossibile da decifrare davvero. Nonostante abbia confessato il delitto più atroce, l’assassinio di suo figlio, a giorni di distanza e con una spiegazione molto labile, quanto accaduto è ancora da decifrare.

Quanto sappiamo in merito alla morte del figlioletto del giocatore (carriera non proprio costante) è questo: il calciatore è stato arrestato l’accusa di aver soffocato il figlio di 5 anni, Kasim, malato di coronavirus.

La confessione atroce di Toktas: “Non lo amavo”

Il centrocampista si è autodenunciato lo scorso 4 maggio alla stazione di polizia di Carsı, a Bursa: 11 giorni prima, in ospedale, avrebbe soffocato il bambino premendogli un cuscino sul viso. Elementi terribili, atroci, resi noti attraverso una nota della polizia turca.

Nella sua confessione avrebbe spiegato che al momento si trovava da solo con il bimbo e che avrebbe chiamato i medici simulando che avesse una crisi respiratoria, non rara in presenza del Covid-19. Il gesto sarebbe stato compiuto per un esaurimento nervoso, scrive il quotidiano Hurriyet, ma anche perché: “Non lo amavo”.

Toktas e il bambino erano stati posti in quarantena all’ospedale pediatrico locale. Il gesto del calciatore sarebbe avvenuto mentre si trovava da solo con il bambino; avrebbe poi allertato il personale sanitario. Il tentativo dei medici di salvare Kasim sarebbe stato effettuato quando il piccolo era già in condizioni gravissime e per questo era stato condotto in rianimazione a seguito della crisi respiratoria. Un ultimo gesto, profuso invano.

I punti oscuri della morte del piccolo Kasim

Il centrocampista non avrebbe raccontato la verità fino a un rimorso improvviso, a molti giorni di distanza dall’accaduto. Con una scusa si sarebbe allontanato da casa e si sarebbe recato alla stazione di polizia locale per autodenunciarsi: “Quando un’ora e mezza dopo mi hanno comunicato la sua morte, ho telefonato a mia moglie ma non ho detto né a lei né a mio padre che l’avevo ucciso io. Il 4 maggio, mentre ero a casa con mia moglie, ho ripensato all’accaduto e mi sono sentito turbato. Sono uscito dicendole “ho del lavoro da fare” e sono andato alla polizia. Non ho mai amato mio figlio minore da quando è nato, e ho detto la verità. La morte di mio figlio non è frutto di negligenza medica, lo ho ucciso io”. A riportalo è un comunicato della polizia citato dal giornale turco, Sabah.

Secondo quanto riferisce il Corriere, sui social network la famiglia di Cevher sostiene invece la tesi che il piccolo abbia avuto una reazione allergica a dei medicinali, cosa che il padre vuole assolutamente smentire.

Per questo sul corpo di Kasim sarà effettuata un’autopsia. “Io non ho problemi mentali, o nessun problema in assoluto. Non ho nessun problema con mia moglie e con l’altro figlio”, hanno riferito i media turchi.

La carriera di Toktas

Nato a Malatya nel settembre 1987, il centrocampista ha raccolto anche sette presenze nella Superlig, il massimo campionato turco, tra il 2008 e il 2009 con la maglia dell’Hacettepe Spor, di cui una da titolare. Attualmente milita nel Bursa Yıldırımspor tra i dilettanti.

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