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Cucchi: Montanelli non era santo, mai condiviso. Polemica social

L'ex voce di Tutto il calcio scatena una bufera sul web

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Cucchi: Montanelli non era santo, mai condiviso. Polemica social Fonte: Facebook

Solitamente pacato nei suoi giudizi sul calcio, mai sopra le righe nel commentare le partite, amato da tanti per le sue radiocronache sobrie quando era la voce di Tutto il calcio minuto per minuto, Riccardo Cucchi non si aspettava che un tweet legato all’attualità potesse scatenare una violenta polemica sui social. Il giornalista ex Rai ha voluto dire la sua sulla vicenda della statua di Indro Montanelli imbrattata a Milano ma non immaginava di scatenare una bufera. Già in passato, quando era uscito dal seminato dello sport, Cucchi aveva creato scalpore come nelle critiche a Feltri ma stavolta la situazione è diversa.

Riccardo Cucchi dà un giudizio severo su Montanelli

Cucchi scrive su twitter: “C’è qualcosa di infantile nel dibattito che si è aperto sulle statue imbrattate. Studiare e capire è più difficile, lo so. Montanelli era un giornalista, non un santo. Personalmente non l’ho mai condiviso. Impossibile per me. Ma l’esercizio critico è una cosa seria. Il tifo no”.

Sui social si scatena la polemica

Il mondo del web si divide e il dibattito si fa aspro: “Aveva scritto che “il gesto è stato infantile e stupido”. Ma ha cancellato il tweet per opportunismo. Ma per me non è infantile. È grave. Come allontanare Biagi. È stato grave. Io credo nella libertà intellettuale, ma a 360 gradi. Buona serata e viva il confronto per cresce” o anche: “Il pensiero di Montanelli era troppo alto per lei , capisco”.

La maggioranza difende Montanelli

Le critiche all’ex scrittore e giornalista del Corriere della Sera e fondatore de Il Giornale non sono piaciute a tutti: “Montanelli e Brera sono stati i due giornalisti con cui sono cresciuto. Anti conformisti, parzialmente, entrambi , ma che mi hanno insegnato il dovere-diritto del libero pensiero ! Non sempre condividevo le loro idee. Ma erano , nella loro professione, campioni veri”.

C’è chi osserva: “Al di là del giudizio su Montanelli, imbrattare le statue è divenuta una moda. Se si vuole contestarle lo si deve fare sin dall’inizio, sin da quando il Comune decide di esporla. Farlo ora significa inseguire moda e pubblicità”.

Un altro follower scrive: “Le statue esistono dai tempi antichi. Il romanticismo non esisteva ancora. Fino a qualche giorno fa stavano bene a tutti. Non farò il bacchettone 50enne e quindi scrivo Ok, ricreazione. Quando suona la campanella peró si torna a fare i seri chi rompe paga i danni e i cocci sono suoi”.

Infine la chiosa amara: “Ma la cosa più imbarazzante riguarda questi sedicenti movimenti studenteschi che, molto probabilmente, hanno scoperto solo adesso la storia di Montanelli”.

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