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Mondiali ciclismo: epico Van der Poel. Scatta, cade, riparte e si prende l'iridato

Da Edimburgo a Glasgow: 272,4 chilometri non impegnativi ma il saliscendi potrebbe essere decisivo per la fuga. Belgio e Olanda si candidano alla vittoria finale

Ultimo aggiornamento:

Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto


Riassunto dell'evento

Le strade scozzesi sono ondulate: curve e rientranze per la prova in linea maschile, la più attesa di ogni mondiale di ciclismo. Il 6 agosto resterà impresso nella bacheca di uno solo: in molti azzardano di una sfida tra due Nazionali e altrettanti uomini da classica: Mathieu van der Poel e Wout van Aert. L’Olanda che lancia il guanto al Belgio.

Da Edimburgo a Glasgow dopo 272,4 chilometri. Livello di difficoltà nella norma, se non fosse che le bizze del meteo potrebbero scombussolare ogni previsione. Poco meno di metà del percorso – i primi 120 chilometri – all’insegna della linearità: difficile che quella di Bonnybridge (4.4 km al 3.4%) e di Crow Road (5,6 km al 4%) possano essere salite da strappo e distacco. Archiviato il primo tempo, si entra tra le maglie di Glasgow: circuito cittadino da 14.3 km – strappi di breve durata in un su e giù che include i 250 metri di pendenza 6% di Montrose Street – nel quale sarà corsa vera.

Si fa presto a dire Olanda contro Belgio perché le frecce nell’arco delle rispettive Nazioni valgono un pronostico binario: guai, tuttavia, a dare per scontato che la coppia di contendenti più accreditata sia quella citata. Primo perché c’è un certo

Remco Evenepoel – Belgio, anche lui – si presenta con l’iridata addosso e poi perché Jasper Philipsen – e di dove, se non belga – di fare il comprimario e basta potrebbe non aver voglia. Deve sperare in un arrivo in volata, certo, altrimenti ogni chance si sgretola.

Terzo: nessuno sottovaluti Tadej Pogacar e la voglia di rivalsa dopo il secondo posto in un Tour di France nel quale ha potuto giocarsela alla pari solo fino ai due terzi. La Francia si aggrappa a chi già sa come si fa: Alaphilippe, due volte campione del mondo.

L’Italia del CT Bennati ha messo la fascia intorno al braccio di Matteo Trentin. A ruota c’è Alberto Bettiol. Il resto della spedizione azzurra si compone di Andrea Bagioli, Filippo Baroncini, Daniel Oss, Andrea Pasqualon, Lorenzo Rota, Kristian Sbaragli e Simone Velasco.

Mondiale live

  1. L’affondo del campione: dirla così è finanche riduttivo. Perché quello che ha fatto Mathieu Van der Poel è qualcosa che va oltre la sfera prettamente sportiva. C’entrano anche le attitudini personali, c’entra il carattere, c’entra la tempra.

    Gestione della corsa, controllo dei diretti avversari, l’intelligenza tattica di capire e sapere dove stare, quando farsi trovare pronto, quando bluffare.

    Quando i favoriti per un iridato sino almeno tre o quattro, chiamati a dividersi le probabilità di vittoria in parti pressoché uguali la differenza non la fa più soltanto il talento. Né solo la forma. Entrano fattori ulteriori, rimandano alla questione dei limiti che smettono di essere ostacolo e si trasformano in un passato remoto.

    Lo scatto ai 20 km dal traguardo di Glasgow è decisivo: una stilettata che ha lasciato tutti sul posto. Quanti watt può sprigionare una coscia qualunque? E quanti quella di un ciclista professionista? Ecco, la coscia dell’olandese è di un altro pianeta. Sassata micidiale, sembrava viaggiasse col motorino.

    Da lì in poi, non l’hanno più visto: lo fisseranno di nuovo negli occhi solo al traguardo. Da campione del Mondo.

    Quando MVDP scivola rovinosamente in curva mancano 10 km all’arrivo: il vantaggio di 35” sembra bruciato. Non solo, pare che prima o poi arrivino a superarlo e lasciarlo lì, chiappe a terra.

    Invece no: lui scivola, si sbraga, strofina contro l’asfalto con braccia e gambe, si rialza, sistema gli scarpini e rilancia l’azione. A stretto giro i 35” di divario precedente diventano 1′, poi 1’10”, poi 1’30”.

    Poi all’ultimo km, quando la può gestire e cominciare a godersela, lui la gestisce e comincia a prendersi tutto: applausi, urla, incitamenti, lacrime, acqua scrosciante che per due ore non ha dato tregua, la gioia.

    Si prende tutta la gioia di un’impresa: perché cadere non va mai bene. Ma vincere così, dopo una caduta a una manciata di km dall’arrivo, trasforma tutto e lo amplifica. Lo rende epico.

    Van Aert, Pogacar e Pedersen, in quest’ordine, seguono attardato di oltre 90”. Poi Alberto Bettiol: solo applausi all’ultimo dei mohicani degli italiani che si è caricato la nazionale in spalla quando la sfortuna ha tolto di mezzo Matteo Trentin.

    Fuga solitaria di 20 km, per Alberto, ripreso a 20 dal traguardo. Hanno corso bene gli azzurri: in cedimento solo di fronte ai fenomeni e alla malasorte.

  2. 1 km
    ULTIMO KM: IL TRIONFO DI VAN DER POEL

    Un ciclista ingiocabile, fenomeno delle due ruote. Mathieu van der Poel. Tutti lo davano come l’uomo da battere. Perché forte in volata (chiedere a Philipsen, che al Tour ha beneficiato tanto del suo lavoro), perché forte sui percorsi tortuosi (e questo lo è), perché forte in tutto.

    Voleva riscattare la giornataccia di Wollongong, con la “notte brava” della vigilia che gli ha mandato all’aria i propositi di vittoria. Arriva alla fine carico, arriva epico, arriva Orange: la passerella dell’ultimo km è un battimani solo per lui.

    L’ordine di arrivo:

    1. Van der Poel 6h07’27”
    2. Van Aert +1’38
    3. Pogacar +1’46”
    4. Pedersen +1’46”

     

    17:37
  3. 5 km
    5 km all'arrivo

    Adrenalina, potenza, classe, intensità, progressione e carattere da vendere: strada spianata per Van der Poel, quasi 1’30” di vantaggio. Deve solo gestire, l’olandese: gestire e cominciare a gustarsi l’ultimo km.

    A denti stretti, Van der Poel se ne va a denti stretti: l’ammiraglia lo sta caricando a mille, sa che ha l’iridato a ormai meno di 5 km.

    17:29
  4. 10 km
    10 km all'arrivo

    31”: incredibile. Restano più di 30” di vantaggio a separare Van der Poel dal terzetto che insegue. L’olandese sta facendo qualcosa di straordinario: siamo a cavallo tra lo sport e l’epica. Caduto rovinosamente, si è rimesso in sella e sta andando a riguadagnare lo svantaggio perso.

    49”, continua la marcia trionfale dell’Orange. Bettiol, intanto, cerca di conservare la quinta piazza: segue il terzetto di mezzo a poco più di un minuto di distanza.

    Pogacar, Van Aert, Pedersen: non ne hanno, non tanto quanto l’olandese. Tra tutti, è il danese a pagare un prezzo carissimo dopo un atattica di gara volta all’asfissia degli avversari. Temeva proprio questo, Pedersen: la risoluzione di un campione che gli precludesse una vittoria accessibile in volata.

    17:20
  5. VDP
    CLAMOROSO: CADUTA DI VAN DER POEL!!

    Aveva un margine di 35” ma è scivolato in curva! Epilogo clamoroso per l’olandese che ha perso diversi secondi: dopo la caduta si è rimesso in sella. A questo punto prova a conservare la vetta, sarebbe epico, andrebbe a vincere con ferite sulle cosce e sbreghi su gambe e braccia.

    17:18
  6. 15 km
    15 km all'arrivo

    Bettiol perde la ruota del terzetto che insegue Van der Poel. Van aert, Pogacar e Pedersen hanno perso 8” dal belga che ha messo sui pedali tutte le energie che aveva nelle gambe. Scatto incredibile e continua a incrementare il divario.

    25”, sale ancora: Van der Poel per l’Olanda e per se stesso. Una eventuale vittoria gli consentirebbe di far sì che l’iridato cambi nazione per qualche chilometro. Dal Belgio all’Olanda. Da Evenepoel a Van der Poel.

    Il vantaggio di Van der Poel sale a 17”: è un fenomeno.

    17:11
  7. 20 km
    20 km all'arrivo: affondo di Van der Poel

    Torna a macinare il quartetto dei fenomeni: il vantaggio di Bettiol scende a 15” ma l’azione di Van Aert, Van der Poel, Pogacar e Pedersen adesso è asfissiante. Rosicchiano tanto: Bettiol a 10”, tra poco lo vedranno.

    Il momento dell’aggancio: a poco più di 20 km dall’arrivo si materializza il contatto. Ora Alberto può mettersi a ruota e, se ne ha e glielo consentono, provare a rifiatare per farsi trovare pronto.

    Immediata la ripartenza di Van der Poel: fa il vuoto.

    17:04
  8. 25 km
    25 km all'arrivo

    Ogni curva, un brivido. Alberto sta andando a tutta: 25” di vantaggio. Encomiabile l’azzurro: toscano, classe 1993, ha condotto una gara impeccabile poi, dal ritiro di Trentin, ha provato a caricarsi l’Italia in spalle e ci sta mettendo cuore e grinta.

    Sa che sono i 25 km più importanti della sua carriera.

    17:00
  9. 30 km
    30 km all'arrivo

    Scende a 15” il vantaggio di Bettiol. Ora all’italiano resta da capire se lasciarsi riprendere e provare a restare a ruota del quartetto per giocarsi eventuali chances di vittoria o tentare di rilanciare la fuga. Che possa andare a  buon fine è purtroppo difficilissimo.

    Prova a resistere, Bettiol che intanto si riprende altri 5”: il distacco risale a 20”.

    16:54
  10. 35 km
    35 km all'arrivo

    Il quartetto dei migliori ha deciso che è il momento di fare sul serio: Pogacar, Van der Poel, Pedersen e Van Aert se ne vanno all’assalto di Bettiol. Tra loro e l’azzurro 31” di divario.

    Inevitabilmente, l’imoresa di Bettiol si fa durissima: il vantaggio cala di metro in metro. Ora sono solo 20” a separare Alberto dai 4 inseguitori.

    Il coraggio di Bettiol potrebbe non bastare, anche se Alberto sta tenendo testa ai migliori: ci fosse un giro in meno, sarebbe stato l’ideale. A fare, indirettamente, il gioco di Bettiol potrebbe essere la presenza di Pogacar che è, tra i 4 che inseguono, il più interessato a tentare una fuga prima del traguardo. Motivo per il quale gli altri 3 restano guardinghi e non forzano.

    16:44
  11. 40 km
    40 km all'arrivo: vai Alberto!

    Il vantaggio di Bettiol ha superato i 40”. Bisogna crederci fino alla fine, finché dietro i big non cominceranno a muoversi per conto proprio. Lo ha capito Van Aert che sta cercando di ricucire il divario a copi di pedali.

    Scivola Narvaez. Van der Poel molto accorto: nei tratti di leggera discesa si tiene a distanza di sicurezza da chi precede. Continua a piovere, asfalto bagnato.

    16:41
  12. 45 km
    45 km all'arrivo

    Sta dando tutto, Alberto Bettiol: la gamba c’è. L’italiano ha 25” di vantaggio dal gruppetto degli inseguitori che non sta tirando. C’è collaborazione ma non gambe. Ad Alberto sta bene così.

    Sale a 33′ il vantaggio di Bettiol: uomo solo al comando.

    16:35
  13. 50 km
    50 km all'arrivo: Bettiol sempre davanti

    Ci sta provando con cuore e carattere: Alberto Bettiol sta cercando di portare a compimento una strategia che, in casa Italia, è stata premiante e va solo elogiata. La sfortuna ha stoppato Matteo Trentin, caduto dopo aver urtato una transenna ma Bettiol sta provando a carivcarsi in bici gli azzurri.

    22′ i secondi di vantaggio di Bettiol.

    16:31
  14. 55 km
    55 km all'arrivo: Bettiol non molla

    Ancora Evenepoel: il paradosso è che a chiudere vada il suo compagno di nazionale, Van Aert: schemi saltati. Resta un continuo botta e risposta in attesa della fuga decisiva.

    Comincia a piovere col sole: Bettiol continua nella sua personalissima sfida, attacca in continuazione. Guadagna 6” dal gruppo dei migliori.

    Tatticamente Bettiol sa che da un tentativo innocuo può nascere l’occasione di giornata. Resta davanti.

    16:20
  15. 60 km
    60 km all'arrivo

    Prima Pogacar, poi Evenepoel: si va all’attacco costantemente, inesauribile Pedersen che sta mettendo toppe ovunque.

    Sono il belga e il danese a fare la corsa: la sensazione è che nessuno stia tanto bene quanto Pedersen. L’obiettivo del danese è quello di tenere ritmi altissimi, impedire ogni fuga.

    Parte anche Van Aert, Van der Poel ricuce. Tocca a Bettiol, anche lui prontamente ripreso. Scatti e contro scatti, rientri e ripartenze. Gara incredibile.

    16:13
  16. 65 km
    65 km all'arrivo

    Ripreso il gruppo dei fuggitivi, plotone ora compatto. Tutti i migliori insieme.

    16:06
  17. 70 km
    70 km all'arrivo: vanno via in 5

    Van Aert, Van der Poel, Bettiol, Pogacar, Pedersen: se ne vanno in cinque. Potrebbe essere la fuga decisiva.

    Ora sarà decisivo l’atteggiamento di Pogacar: sa, lo sloveno, che un arrivo in volata non lo favorisce. Attaccherà sicuramente.

    15:52
  18. 75 km
    75 km all'arrivo

    Tira la Danimarca, ormai è il mantra del giorno. Pedersen non si nasconde più. Bene Evenepoel, restano davanti Van der Poel e Van Aert, c’è Bettiol. I nove fuggitivi a 20” di vantaggio.

    15:47
  19. 85 km
    Matteo Trentin in pieno su una transenna

    Sfortuna incredibile: Matteo Ttentin finisce ko, prende con la ruota il piede di una transenna e cade. Niente da fare per l’azzurro, la sua corsa – straoirdinaria – finisce qui.

    15:39
  20. VDP
    Attacco di Van der Poel!!!

    Prima stoccata del belga, staffilata a 89 km dalla fine. Tutti dietro, se ne va non appena ha colto la difficoltà di Van Aert.

    Ripreso dopo 20”. Ancora Italia davanti, il Belgio intanto si è sfaldato. Van Aert c’è, ci sono Trentin e Bettiol!

    15:32
  21. Matteo
    Mondiali ciclismo a Glasgow
    Perché Trentin

    Inutile nascondersi: l’Italia, che non vince un mondiale da 15 anni, giocherà di rimessa, sperando in un harakiri dei big per provare a sfruttare l’occasione, qualora si presentasse.

    Trentin, beffato da Pedersen nel 2019 nello Yorkshire in una giornata pressappoco simile (con freddo e pioggia), è il regista e capitano assieme a Bettiol. Ha una buona condizione, ma servirà un miracolo. Come per Basso nel 1972…

    15:31
  22. 90 km
    90 km dal traguardo: che Italia!

    Trentin, Bettiol, Bagioli e Velasco: grandissima prova degli Azzurri che non si staccano dal gruppo principale. Fuggitivi con i secondi contati: il vantaggio scende a 57”, la fuga si esaurirà nel giro di qualche chilometro.

    Solo la Danimarca può beneficiare di un plotoncino di uomini tanto numeroso quanto quello azzurro. Intanto l’Italia spinge e tira: per Bettiol? Per Trentin? La sensazione è che non ci siano gerarchie

    15:24
  23. Girmay
    Tour de France 2023 – Stage 16
    Perché Girmay

    Tra due anni l’Africa ospiterà il primo mondiale della storia nel continente (in Ruanda) e Biniam Girmay ha già fissato l’appuntamento con la storia.

    A Glasgow, con un clima diametralmente opposto, prova però a precorrere i tempi. Dal Tour è uscito un po’ acciaccato e sottotono, ma il percorso gli si addice.

    15:17
  24. 100 km
    100 km al traguardo

    Si staccano Alaphilippe, Asgreen e Philipsen. La Danimarca tira dritto, ritmi elevatissimi: i danesi corrono per Pedersen.

    Terzetto danese in testa al gruppo, Trentin gestisce e controlla in quarta posizione.

    I nove battistrada hanno 1’26” di vantaggio sul gruppo. In testa restano: Owain Doull (Gran Bretagna), Matthew Dinham (Australia), Harold Tejada (Colombia), Kevin Vermaeke (Stati Uniti), Patrick Gamper (Austria), Rory Townsend (Irlanda), Ryan Christensen (Nuova Zelanda), Krists Neilands (Lettonia) e Petr Klemen (Repubblica Ceca)

    15:12
  25. Tommy
    Tour de France 2023 – Stage 16
    Perché Pidcock

    Il britannico è l’idolo di casa, e su un tracciato che gli si addice per caratteristiche tecniche e caratteriali potrebbe davvero piazzare la sorpresa.

    O meglio, potrebbe indovinare la corsa della vita: può infilarsi nella fuga giusta, oppure partire con i migliori quando conta. Proverà ad anticipare la volata (anche ristretta), ma ha i mezzi per piazzare l’assolo.

    15:08
  26. Sagan
    Peter Sagan si ritira

    Non ce la fa a tenere i ritmi elevatissimi del gruppo: Peter Sagan saluta il Mondiale 110 km prima del traguardo. Inchino virtuale a uno dei più grandi talenti del ciclismo degli ultimi decenni

    15:05
  27. 110
    110 km all'arrivo: Belgio e Italia a tirare

    Quattro italiano in testa al gruppone: Trentin, Oss, Bettiol e Rota sono in grande spolvero. Azzurri a tutta, sono i più attivi con i belgi. I nove fuggitivi hanno 2′ di vantaggio.

    L’Italia c’è: fondamentale il lavoro di Oss che ha speso tantissimo per tenere il quartetto tricolore nelle posizioni di testa. Gioco di squadra da applausi, fin qui lavoro encomiabile, esemplare. Bene così!

    15:01
  28. 115
    115 km all'arrivo: attacco di Bettiol!!

    La situazione. 9 fuggitivi: Owain Doull (Gran Bretagna), Matthew Dinham (Australia), Harold Tejada (Colombia), Kevin Vermaeke (Stati Uniti), Patrick Gamper (Austria), Rory Townsend (Irlanda), Ryan Christensen (Nuova Zelanda), Krists Neilands (Lettonia) e Petr Klemen (Repubblica Ceca).

    Hanno un vantaggio di 2’25” dal terzetto composto da Tobias Johannessen, Lorenzo Rota e Mattias Skjelmosec poi ripreso dal gruppo, Attacca Alberto Bettiol con Pedersen!!

    Il gruppo si sta sfilacciando.

    14:53
  29. .125
    125 km all'arrivo

    Rota continua per la sua strada con 20” di vantaggio, l’Italia rimasta in gruppo si tiene in testa con Oss e Trentin senza ovviamente tirare. Comincia a piovere: il meteo potrebbe stravolgere ogni piano.

    Intanto, sono nelle retrovie Remco Evenepoel, Jasper Philipsen e Michal Kwiatkowski.

    14:40
  30. -134
    L'attacco di Alaphilippe e Rota

    Eccolo!!! Sceglie di provarci da lontanissimo: attacco del francese Julian Alaphilippe. I nove fuggitivi hanno 3′ di vantaggio, fuga destinata a essere ripresa presto.

    Ha già indossato l’iridato due volte, Alaphilippe: è stato ripreso presto. Fiammata di Lorenzo Rota: prova a fuggire anche l’Italia.

    Tobias Johannessen, Rota e Mattias Skjelmose: il terzetto precede il gruppo di 8”. Torna a lavorare forte il Belgio che si rimette in testa al plotone.

    14:30
  31. Sagan
    Peter Sagan redivivo

    Zitto zitto, Peter Sagan sta facendo una corsa da protagonista. Sempre nelle prime posizioni, in ottica ritiro – imminente, lo ha già annunciato – anche lui potrebbe decidere di chiudere alla grande.

    14:22
  32. Laporte
    Tour de France 2023 – Stage 16
    Perché Laporte

    Con Alaphilippe in crisi perenne da un anno a questa parte, la Francia punta tutto su Laporte.

    Che è un corridore di sostanza, al quale piacciono i percorsi mossi ma non troppo selettivi, e che pertanto potrebbe imbastire la tattica buona per ritrovarsi alla fine a giocarsi tutte le sue carte.

    14:20
  33. -140
    Italia davanti

    Azzurri finalmente protagonisti: c’è anche l’Italia tra le nazionali impegnate a tirare in testa al gruppo. Oss e Rota si sono messi davanti. Dichiarazione di intenti? Assolutamente sì, gli uomini di Bennati se la vogliono giocare.

    Danimarca super attiva: sei uomini danesi in testa al gruppo.

    14:17
  34. Ganna
    Filippo per l'oro nell'inseguimento!

    Buone nuove, intanto dall’inseguimento individuale: Filippo Ganna correrà stasera per l’oro. Milan in corsa per il bronzo

    14:15
  35. Asgreen
    Tour de France – Stage 19
    Perché Asgreen

    La seconda carta di una Danimarca che, seppur orfana di Vingegaard, farà parlare di se anche a Glasgow.

    In un’azione da lontano può diventare l’ago della bilancia, anche perché se c’è da fare selezione lui non si tira indietro. In assenza di volate, può diventare davvero temibile.

    14:05
  36. -150
    150 km al traguardo

    Il vantaggio dei fuggitivi scende a 5′, si entra a Glasgow. Strade affollatissime, solita risposta affermativa dal popolo incredibile del ciclismo.

    14:03
  37. Gavi
    Gaviria a terra: mano gonfia

    Fernando Gaviria finisce a terra, brutta botta mano gonfia. La Colombia perde uno dei corridori più carismatici che avrebbe fatto gioco in caso di arrivo in velocità. 167 km al traguardo, Belgio e Australia a fare l’andatura. Italia nelle retrovie.

    13:58
  38. Pogi
    Tour de France 2023 – Stage 21
    Perché Pogacar

    Difficile dire con quale condizione e quale testa arrivi al mondiale, lui che fino a 4 giorni fa non aveva ancora sciolto la riserva sul fatto di andare o meno.

    La Slovenia è tutta alle sue dipendenze (mancano sia Roglic che Mohoric) ma questa è una variabile irrilevante, perché tanto se vuole Tadej può fare la differenza da solo. Meglio toglierlo dalla corsa perché nel finale sarebbe scomodo.

    13:52
  39. Gara
    Termina la salita

    L’andatura belga ha fatto selezione ed è servita a ridurre il distacco dai fuggitivi che ora precedono di poco più di 5′.

    Foratura per il norvegese Leknessund. Tratto di percorso lineare, il gruppo continua a viaggiare a ritmi sostenuti. 170 km all’arrivo.

    13:46
  40. Si sale
    Crow Road: 5,6 km al 4%

    Potrebbe essere un momento interessante: mancano ancora oltre 180 km all’arrivo ma la salita del Crow Road (5,6 km al 4%) potrebbe dire qualcosa.

    La fuga intanto comincia a perdere vantaggio: si scende a 6’20”. La sensazione è che il gruppo non perderà ulteriore distacco, destinato a essere eroso col passare dei chilometri.

    Il Belgio si mette a tirare: qualcuno in gruppo perde il treno, come Schuurhuis. Attimi di distrazione per Van der Poel che in discesa si stacca di diversi secondi. tempestivo l’intervento dei compagni di nazionale che lo riportano in gruppo.

    In affanno anche Trentin che ha sfruttato la scia Orange e si è riportato in mezzo agli altri.

    13:29
  41. GO!
    Si ricomincia: 192 km all'arrivo

    Prima i battistrada, nove uomini in totale: Owain Doull (Gran Bretagna), Matthew Dinham (Australia), Harold Tejada (Colombia), Kevin Vermaeke (Stati Uniti), Patrick Gamper (Austria), Rory Townsend (Irlanda), Ryan Christensen (Nuova Zelanda), Krists Neilands (Lettonia) e Petr Klemen (Repubblica Ceca).

    Si consentirà loro di riprendersi il vantaggio accumulato – poco meno di 8′ – e poi il resto del gruppo avrà il via libera per partire.

    Riparte anche il gruppo: ristabilita la situazione pre-sospensione.

    13:17
  42. MADS
    Tour de France 2023 – Stage 16
    Perché Pedersen

    Il danese ha la possibilità di giocare su più tavoli.

    Un mondiale l’ha già vinto (nel 2019, facendo piangere Trentin) e questo aiuta, perché la pressione sarà sulle spalle degli altri.

    In una volata ristretta è temibilissimo, in una di gruppo può dire la sua. E poi anche inserirsi in qualche azione da lontano.

    13:11
  43. START
    Ufficiale: la corsa riparte alle 13.15

    Si ricomincia tra poco, è arrivata l’ufficialità.

    13:07
  44. Tweet
    Mettetevi comodi: ecco cosa sta accadendo

    Incredibile ma è proprio così: la polizia sta decementificando le mani dei manifestanti a colpi di martello!!

    13:04
  45. STOP
    Tutto fermo: polizia in strada

    Gruppo ricompattato, ancora tutto in stallo. Conciliabolo per capire come agire ma, prima di tutto, occorre liberare la strada dai manifestanti che sono ancora in carreggiata.

    Polizia sul luogo della protesta: serve l’intervento degli agenti per sfollare la corsia. I manifestanti sono letteralmente incollati alla strada: il tempo effettivo dello sgombero potrebbe essere molto lungo.

    12:42
  46. BIS
    43rd Clasica de San Sebastian
    Perché Evenepoel

    Il campione in carica fa parte del tridente magico del Belgio, e potrebbe avere l’opportunità di partire da lontano, così da anticipare tutti e poi resistere in una sorta di lunga cronometro finale.

    Ha nelle gambe un assolo del genere, come fatto a Wollongong lo scorso ottobre o a San Sebastian una settimana fa. Se avrà libertà potrebbe far male a chiunque.

    12:37
  47. STOP
    Corsa bloccata!!!

    Ha del clamoroso quanto sta accadendo in questi minuti: il gruppo dei fuggitivi è stato fermato da alcuni manifestanti. Tempi immediatamente bloccati.

    Siamo a 192 km dal traguardo. Attimi di incertezza, cerchiamo di capire cosa sta accadendo.

    Neutralizzati i tempi: tutto ripartirà dalla situazione precedente allo stop. Mai accaduta una cosa simile in un Mondiale di ciclismo, mentre va preso atto che nei tempi recenti, in più di una occasione, varie manifestazioni sportive sono state prese di mira da gruppi organizzati per rendere palesi le proprie rimostranze. nemmeno la Scozia è stata risparmiata.

    Cosa accadrà: verosimilmente, con l’arrivo del gruppo che andrà a ricompattarsi con i battistrada, la corsa riprenderà lasciando che i fuggitivi recuperino il medesimo vantaggio accumulato. Tra i nove in testa e il gruppo, 7′ 30” di differenza.

    12:25
  48. JAS
    Tour de France 2023 – Stage 21
    Perché Philipsen

    In un arrivo in volata, di gruppo o anche un po’ ristretta, nessuno al momento ha la gamba di Philipsen.

    Che al Tour ha dominato gli arrivi con i velocisti di mezzo, e qualora dovesse resistere sui piccoli strappi del circuito finale diventerebbe logicamente l’uomo da battere.

    Ma in un mondiale tenere la corsa “chiusa” è complicato: lui potrà solo finalizzare.

    12:23
  49. WVA
    Tour de France 2023 – Stage 16
    Perché Van Aert

    Se dici van der Poel dici anche Van Aert. L’eterno rivale in tutte le corse della vita, che siano su strada o nel cross, con una maglia iridata ancora da spartire.

    Non l’ha mai vinta nemmeno lui su strada e questa è un’occasione che gli fa gola. Possibili controindicazioni? In un arrivo in volata il Belgio farà la corsa per Philipsen, e poi c’è Evenepoel che non ci sta a lasciare l’iride senza lottare.

    12:18
  50. VDP
    Tour de France 2023 – Stage 21
    Perché Van der Poel

    Tutti lo danno come l’uomo da battere. Perché forte in volata (chiedere a Philipsen, che al Tour ha beneficiato tanto del suo lavoro), perché forte sui percorsi tortuosi (e questo lo è), perché forte in tutto.

    Vuole riscattare la giornataccia di Wollongong, con la “notte brava” della vigilia che gli ha mandato all’aria i propositi di vittoria. Arriva carico e affamato e l’Olanda correrà per lui.

    12:15
  51. Top 10
    I dieci favoriti

    Individuare 10 possibili favoriti è relativamente semplice, al netto di sorprese che pure, nel ciclismo moderno, spuntano fuori sempre con maggiore difficoltà. Diciamo

    MATHIEU VAN DER POEL, WOUT VAN AERT, JASPER PHILIPSEN, REMCO EVENEPOEL, MADS PEDERSEN, TADEJ POGACAR, KASPER ASGREEN, CHRISTOPHE LAPORTE, TOM PIDCOCK, BINIAM GIRMAY e MATTEO TRENTIN

    12:11
  52. 60 km
    Nove uomini in fuga

    A 60 chilometri di gara, la prima figa con nove elementi. Nessun italiano nello scatto, in testa ci sono Owain Doull (Gran Bretagna), Matthew Dinham (Australia), Harold Tejada (Colombia), Kevin Vermaeke (Stati Uniti), Patrick Gamper (Austria), Rory Townsend (Irlanda), Ryan Christensen (Nuova Zelanda), Krists Neilands (Lettonia) e Petr Klemen (Repubblica Ceca).

    Hanno guadagnato un margine di sette minuti sul gruppone ma è un vantaggio che ha smesso di crescere: Slovenia e Belgio hanno cominciato a puntellare la gara e gestire gli eventi. Sono le due nazionali che stanno lavorando di più per controllare la corsa.

    12:02
  53. Il mondiale nella prima settimana d’agosto mancava da 50 anni. Anzi 51 per l’esattezza, e si correva a Gap, in Francia, dove a passare alla storia fu Marino Basso, che con un eccezionale colpo di reni riuscì a superare quasi sulla linea del traguardo Franco Bitossi, che non vide andare in porto la propria fuga per una decina di metri scarsi.

    Un successo che ancora oggi viene ricordato come uno dei più rocamboleschi della storia, e sai mai che in un altro 6 agosto (anche allora era domenica) un italiano non possa piazzare la zampata vincente sul traguardo di Glasgow.

    Dove saranno 272,4 i chilometri da percorrere per vestire la maglia iridata che Remco Evenepoel non vorrebbe cedere per nessuna ragione al mondo.

Mondiali ciclismo: epico Van der Poel. Scatta, cade, riparte e si prende l'iridato Fonte: Getty Images
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