Le strade scozzesi sono ondulate: curve e rientranze per la prova in linea maschile, la più attesa di ogni mondiale di ciclismo. Il 6 agosto resterà impresso nella bacheca di uno solo: in molti azzardano di una sfida tra due Nazionali e altrettanti uomini da classica: Mathieu van der Poel e Wout van Aert. L’Olanda che lancia il guanto al Belgio.
Da Edimburgo a Glasgow dopo 272,4 chilometri. Livello di difficoltà nella norma, se non fosse che le bizze del meteo potrebbero scombussolare ogni previsione. Poco meno di metà del percorso – i primi 120 chilometri – all’insegna della linearità: difficile che quella di Bonnybridge (4.4 km al 3.4%) e di Crow Road (5,6 km al 4%) possano essere salite da strappo e distacco. Archiviato il primo tempo, si entra tra le maglie di Glasgow: circuito cittadino da 14.3 km – strappi di breve durata in un su e giù che include i 250 metri di pendenza 6% di Montrose Street – nel quale sarà corsa vera.
Si fa presto a dire Olanda contro Belgio perché le frecce nell’arco delle rispettive Nazioni valgono un pronostico binario: guai, tuttavia, a dare per scontato che la coppia di contendenti più accreditata sia quella citata. Primo perché c’è un certo
Remco Evenepoel – Belgio, anche lui – si presenta con l’iridata addosso e poi perché Jasper Philipsen – e di dove, se non belga – di fare il comprimario e basta potrebbe non aver voglia. Deve sperare in un arrivo in volata, certo, altrimenti ogni chance si sgretola.
Terzo: nessuno sottovaluti Tadej Pogacar e la voglia di rivalsa dopo il secondo posto in un Tour di France nel quale ha potuto giocarsela alla pari solo fino ai due terzi. La Francia si aggrappa a chi già sa come si fa: Alaphilippe, due volte campione del mondo.
L’Italia del CT Bennati ha messo la fascia intorno al braccio di Matteo Trentin. A ruota c’è Alberto Bettiol. Il resto della spedizione azzurra si compone di Andrea Bagioli, Filippo Baroncini, Daniel Oss, Andrea Pasqualon, Lorenzo Rota, Kristian Sbaragli e Simone Velasco.