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Ecco che fa ora Kallon, il bomber che giocava col numero 3

I tifosi dell’Inter lo amavano, oggi lui aiuta chi è stato meno fortunato nella vita

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Ecco che fa ora Kallon, il bomber che giocava col numero 3 Fonte: Ansa

Per vestire la maglia del club che lo aveva acquistato ha dovuto sudare 4 anni in giro per la provincia: Mohamed Kallon era un giocatore dell’Inter ma per meritare il nerazzurro ha dovuto far gol con le divise di Lugano, Bologna, Genoa, Cagliari, Reggina e Vicenza. Il bomber della Sierra Leone, pescato in patria, ha potuto coronare il suo sogno solo a partire dal 2001 ma è rimasto nella memoria e nel cuore dei tifosi. La singolarità è che pur essendo un attaccante, amava la maglia n.3 che considerava un portafortuna.  Durante la prima stagione in nerazzurro realizza 15 gol in 40 presenze (anche a seguito dell’infortunio di Ronaldo che costrinse Cuper a dargli più spazio) contribuendo al terzo posto in campionato ed al raggiungimento della semifinale di Champions. L’anno seguente trova minor spazio, segnando comunque 5 gol. Nell’autunno 2003 risulta positivo ad un controllo antidoping ricevendo una squalifica di 8 mesi, poi ridotta ma la sua esperienza all’Inter finisce. Passa al Monaco e poi a girovagare per altri club, ma la sua scelta di vita l’aveva già fatta.

LA SUA SQUADRA – Nel 2002 ha rilevato e rifondato una squadra di calcio, che ora si chiama proprio Fc Kallon. Lui è il presidente, il fratello Kemokai l’allenatore che ogni tanto concede all’ex interista di scendere in campo dopo l’ultima stagione trascorsa in Cina. (“Da noi è difficile emergere, anche se sei bravo. Per questo ho deciso di comprare una società. Però seguo sempre l’Inter” disse alla Gazzetta nel 2012). In seguito diventerà anche presidente della federcalcio. Una sfida che raccontò in un’intervista del 2013 a Il Giornale: “È un modo per restituire al mio Paese quello che ha fatto per me. Ci prendiamo cura delle giovani promesse, ma soprattutto li allontaniamo dalla strada e dalla povertà. Un tempo anche dalla guerra. Per fortuna gli anni dei bambini-soldato sono distanti. Qualcuno si è salvato grazie al calcio e di questo non posso fare altro che ringraziare Allah”.

I RICORDI – Dell’Inter solo bei ricordi, come disse a Goal.com: “Con me c’erano grandi calciatori ma anche un grande gruppo, con Ronaldo, Zanetti, Vieri, Recoba, Materazzi. Abbiamo perso lo scudetto all’ultima giornata e la semifinale di Champions contro il Milan, ma a quel tempoeravamo forse la squadra con più campioni in tutti i reparti. Nel 2005 sono andato via, è stato difficile lasciare l’Inter ma quello era il momento adatto. Ma seguo sempre questa squadra perché quando sei stato interista una volta lo sarai per sempre; poi Toldo mi chiama sempre per giocare con l’Inter Forever ed è sempre una grande occasione per incontrare nuovamente vecchi amici”. Cinque anni fa è diventato allenatore della selezione Under-17 della nazionale sierraleonese, due anni fa invece ha seguito il corso da allenatore professionista categoria UEFA A a Coverciano, superando con esito positivo l’esame di fine corso

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