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Eurolega, Trinchieri: E' un altro basket rispetto ai campionati nazionali

Per il tecnico del Bayern Monaco il basket che si gioca nel massimo torneo continentale è qualcosa di completamente diverso rispetto a quanto si vede a livello nazionale.

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Eurolega, Trinchieri: E' un altro basket rispetto ai campionati nazionali Fonte: Getty Images

È piuttosto esemplificativo e chiaro il quadro dell’Eurolega delineato da Andrea Trinchieri, allenatore del Bayern Monaco che ormai, dopo diversi anni d’esperienza, ha ben presente cosa rappresenti il massimo torneo europeo.

“Una competizione di altissimo livello. Il miglior prodotto della pallacanestro al di fuori della NBA” ha dichiarato senza mezzi termini a La Stampa il tecnico milanese.

“La cosa più difficile da comprendere è l’enorme distanza con i campionati domestici, sempre più imprevedibili: si gioca e si interpreta un basket agli opposti, come Plutone e Mercurio. Il giovedì e venerdì fai un tipo di basket e la domenica un altro. Sei a pensare ancora alla grande partita a Tel Aviv, alzi la testa e ti ritrovi sotto 35-12 alla fine del primo quarto con gli avversari, riposati e allenati per tutta la settimana, che ti passano sopra come le Frecce Tricolori. Questo rende più complesso il lavoro di chi allena una squadra di Eurolega” ha proseguito Trinchieri prima di affrontare un tema delicato come quello degli italiani che emigrano all’estero per sbocciare.

“Non conosco altri modi per crescere che prendendosi responsabilità, affrontare i problemi e portare il proprio sederino fuori dalla comfort zone. Poi c’è una parte esogena e una endogena per ognuno. Prendiamo Fontecchio: ha intrapreso un percorso, subito anche delle nasate, ma quando tutto ha fatto clic è diventato un giocatore straordinario che farà bene anche in NBA. Lo stesso è stato per Melli”.

Trinchieri in ogni caso sostiene che la scuola italiana resti di assoluto valore ma che, vista la situazione attuale, debba muoversi con decisione in una direzione ben precisa.

“La nostra scuola allenatori è una delle migliori e il prossimo Fontecchio potrebbe crescere in Italia. La faccio più semplice: dobbiamo cercare dei telai, ma abbiamo tutto per svilupparli. Il problema è che tantissimi ragazzi vanno alla pallavolo: dovremmo ritornare a fare gli appostamenti davanti alle scuole. Quando iniziai ad allenare, negli anni Novanta, la prima cosa che mi dissero è vai fuori alle elementari, compila una lista di quelli alti, prendi il numero di telefono, parla con la famiglia e fagli fare un allenamento: sono cose che fanno ancora la differenza” ha chiosato l’ex coach di Kazan e Partizan.

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