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Ezio Capuano, il grande allenatore dal carattere difficile

Ezio Capuano è un personaggio di spicco della Serie C, un uomo dai mille volti e dalle tante sfumature.

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Simone Biancofiore

Simone Biancofiore

Giornalista

Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Bologna. Il calcio è da sempre una grande passione. Scrivere di calcio? Merito di mio nonno, gli devo tanto.

Ezio Capuano, il grande allenatore dal carattere difficile Fonte: Imago Images

Ezio Capuano non è un personaggio. È il personaggio. Non ci sono, ad oggi, allenatori come lui. Eziolino è unico. È uno che non accetta compromessi e vuole la piena libertà. Abile comunicatore; sono assai note le uscite (o meglio definirle “bordate”) nelle diverse conferenze stampa che sono diventate poi famose e spesso oggetto di discussione pubblica.

Bravo, molto spesso, ad incarnare il ruolo della vittima ma anche ad assumersi le proprie responsabilità senza alcuna paura e con scaltrezza. Ezio è un uomo dai mille volti, dalle tante sfaccettature.

Gli inizi di carriera di Ezio Capuano

Capuano è un predestinato. O meglio, la sua è una storia di grande valore e anche al tempo stesso molto romantica. Un po’ come lui. Nasce a Salerno il 19 gennaio 1965. A 17 anni è vittima di un gravissimo infortunio al gomito, un episodio che praticamente lo lancia nella carriera da allenatore. Appende dunque molto rapidamente gli scarpini al chiodo e nel 1985 (a soli 20 anni), in una piccola società di provincia, diventa allenatore di una squadra giovanile: l’Herajon.

Tre anni dopo si apre un altro scenario chiave ed importante della sua carriera. L’Ebolitana, neopromossa in Serie D, ha bisogno di una squadra Juniores per rispettare le normative federali. Quella giovane squadra, per il modo di giocare ed esprimersi, piaceva molto alla dirigenza. A metà stagione Pietropinto si dimette da allenatore della Prima squadra e Capuano viene scelto come sostituto. A 23 anni aveva già avuto modo di guidare una squadra di Serie D.

Capuano ha raccontato così i suoi inizi: “Nella mia vita avrei voluto fare il calciatore, fin da piccolo sognavo di correre dietro a un pallone. Ebbi un gravissimo infortunio al gomito all’età di 17 anni. Conobbi Zanobbini, che nel 75 era il “deus et macchina” dell’Empoli, da lì nacque la mia carriera da allenatore, prima feci l’osservatore, portando in Toscana una fucina di campioni. Dopo di che iniziai con il settore giovanile dell’Eraglion, diventai Campione di Italia con i Giovanissimi dell’annata 1975, battendo in finale la Roma. In seguito andai a Empoli, dove iniziai ad allenare la Berretti, con la quale ero in testa alla classifica. Ricordo che il sabato vinsi con la Berretti contro il Napoli, la prima squadra l’indomani perse, e io subentrai sulla panchina di Pietro Pinto, era la stagione 89-90.

A soli 31 anni Eziolino aveva praticamente vinto già due campionati di Serie D. Nel 1996 riesce a portare l’Altamura dalla D alla Serie C2, mentre l’anno dopo compie la stessa impresa alla guida della Cavese. Sono risultati che permetteranno a Capuano di arrivare nel calcio professionistico, un percorso caratterizzato da molti sali e scendi e da vittorie e tanti esoneri.

Ezio Capuano alla Sambenedettese Fonte: Getty Images

Gli esoneri “speciali” di Capuano

Ezio è un allenatore che non ha mai annoiato presidenti e ne quanto meno la stampa. I suoi esoneri non sono mai stati così banali ma sempre caratterizzati da vicende particolari. Nel 2009 a Potenza, ad esempio, viene mandato via per “motivi caratteriali”. Si scontra con il ds Gagliani che gli voleva imporre la formazione. Viene mandato a casa dopo quattro giornate ma il club è quasi costretto a richiamarlo per evitare l’insurrezione della città e dei tifosi. Lui risponde compiendo un autentico miracolo sportivo. Riprende la squadra all’ultimo posto e ottiene la salvezza sul campo. La giustizia sportiva, però, cambia le sorti di quel Potenza che viene retrocesso perché il presidente Postiglione è immischiato nel caos calcioscommesse.

Qualche anno prima a Nocera viene mandato via nonostante il 2° posto in classifica. Al centro c’è uno scontro con il portiere Bacchin e la Nocerina, nel comunicato ufficiale, spiega come sia stata una decisione “indotta dalla volontà di fare il bene della società, nell’interesse della proprietà e della tranquillità di squadra e ambiente”. Come se Capuano fosse il destabilizzatore.

Andando ancora a ritroso nel tempo, con esattezza nella stagione 2000/01, viene mandato via dalla Puteolana perché si rifiutò di combinare la partita con il Tricase. Un’intervista spiegò così l’accaduto: “Non sono mai finito in un’inchiesta, mentre in A c’è gente che ha commesso crimini verso il calcio”. Ha aggiunto: “Apprezzo di più chi si mette il cappuccio e fa una rapina. Dopo un Puteolana-Tricase sono stato esonerato perché avevo vinto una partita che non dovevo vincere”.

Nel 2010 un’altra vicenda, questa volta all’estero. Si accasa all’Eupen, squadra modestissima belga che ha diverse grane da risolvere. Ma a Capuano poco importa e accetta l’ardua sfida. Nella conferenza stampa si presenta così, con la sua solita sicurezza: “In Italia sono considerato, nella seconda serie, uno dei migliori e dei più preparati.” Però lui, in Serie B, non aveva mai allenato.

Ha proseguito: “Non ho avuto quello che meritava, forse perché sono una persona molto schietta e sincera. Forse do fastidio. Sono uno che non baratta nulla con la moralità. È un’occasione importante, ho tanto entusiasmo e non voglio fallire. Sono stato chiamato sempre nelle situazioni impossibili e ho sempre fatto dei miracoli in Italia, non per presunzione. Non farò un miracolo, sarà semplice salvare la squadra”.

C’è tanto di Ezio Capuano in queste dichiarazioni e continua: “In Italia non c’è un aspetto meritocratico, ve lo assicuro. Ci sono tante situazioni. Sono felice ed orgoglio di essere me stesso. Nella mia carriera non ho mai firmato un contratto biennale, porto avanti questo aspetto. Ritengo che chi fa due o tre anni si vuole assicurare la pensione. Invece io voglio trasmettere entusiasmo a me stesso. Dieci anni fa mi chiamavano il van Gaal dei poveri, poi ultimamente per carattere a José Mourinho”. Poi con assoluta franchezza dice: “Io porto un entusiasmo devastante”.

L’esito della sua esperienza in terra belga? Tre partite, di cui un pareggio e due sconfitte. Si dimette per alcune divergenze con la società.

Anche la sua parentesi a Foggia finisce nella storia. Siamo nel 2020, dura un mese senza aver disputato nemmeno una partita. Lascia per uno scontro di mercato con Ninni Corda. Si parla di un audio WhatsApp in cui Capuano si sfogava dell’immobilismo sul mercato da parte della società pugliese.

Lui, in una nota apparsa poi su TuttoC, si è congedato così: “Premetto che non c’è stato alcun contrasto con la società né si è acceso alcun diverbio. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con tutti e colgo l’occasione per ringraziare il Presidente Felleca, il Direttore Corda ed il Dott. Pelusi. La mia scelta non deve essere oggetto di nessuna dietrologia e deve essere letta con razionalità. È stata una questione di condizioni. Ho risolto un contratto ad Avellino per venire in un’altra importante piazza come Foggia. Solo un uomo con grandissima dignità e principi poteva lasciare questa panchina e restare a casa senza alcun contratto, rinunciando, peraltro, anche agli emolumenti per il periodo in cui ho prestato la mia attività. Non è un gesto di eroismo, ma di sano rispetto verso i tifosi ed il club”.

Capuano e la Salernitana

Eziolino è sempre stato un allenatore che non si è mai accontentato. Il suo sogno (lo è ancora) è sempre stato quello di allenare la Salernitana: “Sono nato calcisticamente con questo desiderio: di allenare la Salernitana. […] Se io un giorno dovessi allenare la Salernitana sarei più forte di Mourinho, di van Gaal, di qualsiasi allenatore… perché le motivazioni per raggiungere l’apoteosi calcistica che potrei avere io, non le potrebbe avere nessuno”.

Non ci è mai riuscito, ci è andato spesso vicino, anzi nel 2003 sembrava cosa fatta. Aniello Alberti gli aveva già fatto firmare il contratto e lo aveva anche annunciato ufficiosamente alla stampa. La situazione però si capovolge con il DS Carmine Longo che fa cambiare idea al presidente e optare per Stefano Pioli. Tra Longo e Capuano non correva un rapporto di stima, il direttore sportivo in un’intervista disse: “È incapace di dare continuità […] è garibaldino, ha atteggiamenti guasconi… È Robin Hood, è Il Gladiatore, è attore, è regista. Fa poco l’allenatore”. Un sogno che al momento sembra essere destinato a restare tale.

Le altre avventure di Capuano

Arezzo rappresenta per Capuano una piazza davvero importante. Nella sua carriera è il club in cui ha collezionato più panchine (71). Il primo anno, in Serie C, raggiunge il 9° posto. Il secondo, invece, passa alla storia per quello che accade dopo un’amichevole infrasettimanale persa contro una squadra di Promozione.

Sul web circola un audio, il suo sfogo: “Ho cinquant’anni, queste figure di m. non le ho mai fatte”, “Venite a chiedere pure i premi”, “Siete delle m. umane”, “Contro una squadra di Promozione, vi dovete vergognare, voi parlate solo”, “Voi camminate in mezzo al campo”, “Il primo che chiacchiera, lo giuro sui miei figli, vi caccio”, “Voi non siete degni”, “Io vi squarto”, “Siete scandalosi”, “V’aggia scannà”. Capuano è stato tradito da un suo giocatore, da Nicolò Sperotto. Lo spogliatoio è cosa sacra e questa sacralità è stata spezzata. Il 17 aprile 2016 l’allenatore viene esonerato.

Nel suo curriculum ci sono anche esperienze in piazze importanti come quella del Modena. Ci arriva il 28 novembre del 2016. Vive una situazione difficile, Capuano è costretto a fare allenatore e direttore sportivo al cospetto di una società inesistente con Caliendo che è alla ricerca di nuovi soci. Lo stadio è sigillato e il 6 novembre 2017 il Modena perde la quarta partita consecutiva a tavolino e viene quindi escluso dalla competizione.

Cinque giorni più tardi Capuano trova subito occupazione a San Benedetto, nella Sambenedettese. Per lui è una grande opportunità: “Ogni volta che venivo a San Benedetto del Tronto sono stato insultato e questo mi dava una carica adrenalinica notevole. Però mi dicevo che un giorno avrei voluto essere io l’allenatore. Quella curva, quello stadio… Oggi ci sono riuscito”. Un impatto devastante perché il giorno dopo la Samb vince a Ravenna, mentre a fine dicembre torna alla vittoria al “Riviera delle Palme” contro la Fermana.

Capuano vuole rinforzi a gennaio ma la società cede quattro pedine. Si scatena l’ennesimo caos nella carriera di Eziolino. L’AD Andrea Fedeli blocca l’arrivo di due innesti e minaccia l’esonero di mister e Direttore Sportivo. A gennaio la Samb va a Salò con 19 giocatori, di cui 5 della Juniores. Si innesca una battaglia mediatica tra Capuano e Fedeli senza fine. La promozione svanisce, la stampa attacca Capuano e il presidente si scaglia con allenatore e giocatori. Il colpo di scena arriva ad una giornata dalla fine quando la Samb è seconda e perde in casa con Albinoleffe. Arriva l’esonero e Fedeli richiama Francesco Moriero. Capuano definirà il rapporto con il numero uno della Samb difficile: “resistere a Fedeli è come resistere all’Afghanistan quando ti bombardano”.

A Rieti, in cinque mesi, diventa idolo della tifoseria e la conduce nel 2019 alla salvezza in Serie C. Alla cena di fine stagione annuncerà l’addio a giocatori e dirigenti perché il suo sogno è quello di allenare club più prestigiosi. Il 20 ottobre 2019 viene nominato allenatore dell’Avellino. Ci arriva, però, con tanto scetticismo ma riesce a far cambiare idea a tutti portando la squadra fino ai play-off. Viene esonerato per via del suo carattere difficile da gestire nonostante avesse un altro anno di contratto. Nel 2021 allena il Messina ma ci resta per due mesi per via di 5 sconfitte nelle ultime 6 partite.

Ezio Capuano alla conferenza stampa dell'AS Eupen Fonte:

Capuano e il Taranto

Oggi Capuano allena il Taranto, società in cui aveva già militato nella stagione 2001/2002. Il campionato è lo stesso, la Serie C. Una stagione di alti come, ad esempio, la vittoria esterna contro il Pescara per 2-0, ma anche di bassi. Al momento Capuano è in una posizione di classifica molto tranquilla. Un’altra gioia è la vittoria contro il Messina (ex squadra) che ha commentato così: “Io porto rispetto dovunque sono stato, la scelta di Messina la rifarei. Ho esultato a fine partita per i tre punti guadagnati su un campo difficile, nessuna rivalsa. Nella scorsa stagione dopo le difficoltà non mi è stato dato il tempo di riprendermi, poi nel mercato la squadra è stata rinforzata. Ma non ho rancore verso nessuno”.

Il mistero che aleggia nella testa di molte persone è capire chi è Capuano e dove sarebbe arrivato se la sua carriera fosse stata “normale”. Ma a lui la normalità non piace. Nonostante le mille vicissitudini Capuano è un vincente perché riesce, nella maggior parte dei casi, ad essere se stesso. Anzi più di una persona. Ezio è più persone. È un uomo dalle mille maschere, libero di esprimere i propri pensieri, capace di esaltarsi senza freni e molto spesso capace di finire sotto il mirino della critica per quello che fa e dice.

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